sabato 22 marzo 2025

22 Marzo 2015: Juventus - Genoa

É il 22 Marzo 2015 Juventus e Genoa si sfidano nella Nona Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 2014-15 allo 'Juventus Stadium' di Torino.

La Juve é guidata dalla panchina da Massimiliano Allegri (che é subentrato al dimissionario Antonio Conte a Luglio)  mentre il Genoa é allenato da Giampiero Gasperini. I Bianconeri dopo aver conquistato i precedenti tre campionati sotto la guida del allenatore salentino, adesso si apprestano a farlo anche con quello livornese. 

Il club del grifone genovese conquista a sorpresa (ma con grande merito) un piazzamento nella prossima Europa League. Purtroppo ai rossoblu non viene assegnata la 'licenza UEFA' e deve abbondare i propri sogni europei.

Buona Visione!



juventus


Campionato di Serie A 2014-2015 - 9 ritorno
Torino - Juventus Stadium
Domenica 22 marzo 2015 ore 15.00
JUVENTUS-GENOA 1-0
MARCATORI: Tevez 25

JUVENTUS: Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Lichtsteiner (Pepe 72), Pereyra, Marchisio C., Vidal (Sturaro 88), Padoin, Tevez, Llorente (Matri 72)
Allenatore: Massimiliano Allegri

GENOA: Perin (Lamanna 52), Roncaglia, Burdisso, De Maio, Edenilson, Bertolacci, Kucka, Bergdich, Niang (Borriello 46), Perotti, Lestienne (Laxalt 66)
Allenatore: Giampiero Gasperini

ARBITRO: Di Bello
RIGORI FALLITI: Tevez 62 (Juventus)



Bianconeri per nulla sazi dopo l'impresa di Dortmund e l'ampio vantaggio in classifica sulle inseguitrici. L'argentino, che nella ripresa sbaglia anche un rigore, firma un gioiello nel primo tempo. Altro passo verso il tricolore

TORINO - Il leit motiv dell'intera settimana era stato: la Juventus ha ancora fame? Non sappiamo se al servizio di Allegri siano finiti i cuochi di Masterchef, di sicuro - scudetto vinto o meno - la Juventus fa la Juventus anche contro un Genoa coriaceo e volitivo. I bianconeri non hanno Pirlo né Pogba, ma possono comunque schierare un uomo squadra decisivo, straordinario, universale. Carlitos Tevez.

Si sente uno dei tanti, Carlitos Tevez, ma gioca un primo tempo a dir poco mostruoso, corre su tutti i palloni, dietro e avanti, fa l'universale, poiché agisce dietro Llorente, da trequartista, ma si distingue anche in costruzione. E siccome il Genoa si difende bene, offrendo poca profondità agli assalti della capolista, allora dopo la mezz'ora l'argentino decide di mettersi in proprio per sbloccarla. Recupera un pallone su un corto rinvio di un incerto Kucka, un corazziere in evidente difficoltà in un match che mette la fisicità al servizio della tecnica, punta un avversario, lo supera, ne trova un altro si allarga e scarica un bolide ravvicinato imprendibile anche per un portiere agile come Perin.

E' un primo tempo piacevole, proprio per la disposizione al pressing delle due squadre. Se Tevez guida la capolista, il Genoa si affida al suo leader, un giocatore di classe cristallina come Perotti, che non ha il dinamismo del suo connazionale, e forse è meno "indiavolato", ma si fa sentire grazie alla sua immensa classe. Nei primi minuti Perotti in area anticipa netto Marchisio e cade, forse accentuando. Il replay scorge lo sgambetto, ma Di Bello è all'esordio allo Juventus Stadium... ammonizione per una simulazione inesistente.

Gasperini conosce bene la Signora, e si vede: Lichtsteiner ha un paio di guizzi, ma Bergdich tiene il suo passo. Allegri a sua volta ha studiato il modo di evitare il pressing alto e asfissiante che tutti si aspettavano e che viene infatti effettuato. Come? Bonucci fa il gioco chiamando in causa spesso e volentieri il pivot Llorente, o Tevez stesso, cercati in verticale, per eludere la pressione sugli esterni. Se si vede poco Kucka, dall'altra parte non si nota Vidal.

Il Genoa non va mai in confusione, tranne all'ultimo minuto della prima parte quando ancora Tevez tira in mischia su corta respinta di Perin (che nell'ooccasione si fa male, subsullazione alla spalla, addio Nazionale) e Chiellini da vicino gira un pallone sulla traversa.

Nel secondo tempo, il tema dominante della gara non cambia. Ma i protagonisti, inevitabilmente, calano (in caso contrario sarebbero Supereroi). Il Genoa ci prova ancora, Gasperini cerca di avere maggiore profondità con un centravanti più classico di Niang, Borriello, ma l'attaccante si distingue più per i litigi chiozzotti con Bonucci e Chiellini che per azioni pericolose.

Il Genoa risponde colpo su colpo, la Juventus attende e riparte. Ma se il Genoa arriva solo una volta davanti a Buffon, e Barzagli dimostra di essere pienamente recuperato togliendo in spaccata a Perotti la gioia di firmare il pareggio, la Juventus fa ancora a volte la voce grossa. Di Bello si conferma modesto arbitro, fischiando un rigore in favore dei titolati per un contrasto in area tra Pereyra e Roncaglia che assomiglia al contatto tra Perotti e Marchisio punito con la simulazione. Noblesse oblige? Tevez mette tutti d'accordo, calciando un penalty inutile centralmente per esaltare l'intuizione di Lamanna, subentrato a Perin, infortunato a un braccio alla fine della prima parte di gara e costretto ad alzare bandiera bianca dopo pochi minuti della ripresa.

Nel finale il Genoa prova a crescere, c'è Kucka che trova quota quando conta più il fisico della cifra tecnica. Ma Buffon non deve mai fare straordinari. Alla fine insomma ancora un 1 a 0 premia la capolista. E sinceramente è giusto così: la decide il più decisivo, il più motivato, il più ambizioso: Carlitos Tevez.   




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