sabato 17 agosto 2024

27 Settembre 1981: Juventus - Como

É il 27 Settembre 1981 e Juventus Como si sfidano nella Terza Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1981-82 allo Stadio 'Comunale' di Torino.

A fine campionato la Juventus conqusiterá la sua Seconda Stella da appuntare sul petto. Dopo un lunghissimo testa a testa con la Fiorentina allenata da Giancarlo DeSisti, la spunta all'ultima giornata grazie ad una vittoria esterna a Catanzaro con un rigore del partente Liam Brady

Dall'altre parte c'é il Como che dopo un campionato deludente chiude all'ultimo posto e saluta la Serie A.

Buona Visione!


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Stagione 1981-1982 - Campionato di Serie A - 3 andata
Torino - Stadio Comunale
Domenica 27 settembre 1981 ore 15:00 
JUVENTUS-COMO 3-1
MARCATORI
: Cabrini 18, Bettega R. rigore 34, Fontolan 59, Scirea 85

JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cabrini, (c) Furino, Brio, Scirea, Marocchino, Tardelli, Bettega R., Bonini, Virdis (Fanna 65). 
A disposizione: Bodini, Osti, Prandelli, Tavola. 
Allenatore: Giovanni Trapattoni

COMO: Giuliani, Tendi, Mirnegg (Tempestilli 66), Galia, Fontolan, Albiero, Mancini, Lombardi, Nicoletti, Gobbo, De Rosa (Butti 66). 
A disposizione: Renzi, Marozzi, Degradi. 
Allenatore: Giuseppe Marchioro

ARBITRO: Lo Bello R.




I bianconeri si assicurano il risultato poi tirano il fiato concedendo al Como di ben figurare
Juventus al risparmio, pensando al Celtic 
L'assenza di Brady si è fatta sentire, obbligando i bianconeri a giocare di forza, senza una lucida regia 
Dopo una clamorosa occasione fallita dai larìani, gol di Cabrini su punizione e replica di Bettega su rigore per fallo ai danni di Virdis 
Nella ripresa i lombardi accorciano le distanze con Fontolan ma Scirea nel finale ristabilisce il distacco 

TORINO — Le profezie di Trapattoni si sono avverate e da ieri sera la Juventus guida, da sola, la classifica del campionato. A questo parziale traguardo il trainer bianconero è pervenuto non senza affanni e non senza problemi. I campioni d'Italia hanno battuto l'organizzatissimo Como con reti di Cabrini, Bettega (su rigore) e di Scirea ma non hanno esibito quella spigliatezza e quella tracotanza che quindici giorni fa avevano sfoggiato contro un Cesena fragile come una filigrana.  
Il Como di ieri, naturalmente, ha una consistenza atletica indubbiamente superiore a quella della matricola romagnola ma è sufficiente questa osservazione per spiegare alcune metamorfosi juventine? Da quel giorno, e se vogliamo anche dalla sera di Glasgow, alcune cose sono diventate piú confuse. Un primo tentativo di analisi è possibile mettendo sul tavolo della discussione l'assenza di Brady; l'irlandese, anche nelle giornate di minor vena ispiratrice, sa essere l'uomo-riferimento per la squadra. La sua assenza ha invece costretto gli uomini di Trapattoni, come accadeva stagioni fa, ad usare soprattutto i muscoli. E dopo un primo tempo buono e contrassegnato da due reti (13" e 34" minuto) cavate fuori da un dispositivo tattico di Marchioro che non lasciava respiro e varchi, ha fatto riscontro un secondo tempo che ricordava il giorno di Babele, durante il quale ognuno, nel costruire il gioco, pareva esprimersi con linguaggio diverso e balbettante.  
E nel secondo tempo cresceva il Como che centrava la porta di Zoff con Fontolan chiamato in avanti dai colleghi in un'azione scaturita da un calcio di punizione e conclusa con un perentorio colpo di testa dello stopper comasco. Era il 60': il risultato era rimesso in gioco: sennonché con l'ingresso di Fanna la Juventus trovava modo all'85' di mandare a rete Scirea la cui conclusione di destro era tanto potente quanto precisa. E queste prodezze individuali ci riportano al tema conduttore della partita, migliore per la Juventus nel primo tempo e positiva per il Como nella ripresa quando al gioco corale dei comaschi i bianconeri replicavano quasi con isolate avventure. E isolate incursioni erano quelle di Marocchino, il quale nella prima parte della gara sembrava trascinare da solo la squadra. Ci veniva in mente una frase di Platone, antico filosofo greco: la virtù delle ali è il portare in alto ciò che pesa. Platone non intendeva le ali calcistiche, ma la frase calza a pennello.  
Al 33' ed al 42' Marocchino, ala imprendibile nelle giornate di vena, trascinava il pubblico in un applauso collettivo. Il risultato era già al sicuro. Lo avevano siglato prima Cabrini (13'), con il solito sinistracelo calciato su punizione battuta da Bettega e con Bettega, il quale trasformava al 34' un rigore concesso da Rosario Lo Bello per atterramento di Galia nei confronti di Virdis. Non ci piaceva all'inizio il Como, nelle cui file si esprimevano su livelli di sufficienza i soli Lombardi, Gobbo. Mancini e Giuliani. Nicoletti. senza la sussistenza di un evanescente De Rosa, sembrava uno di quegli uccelli migratori che in India, provenienti dall'Himalaja vanno a suicidarsi contro i falò accesi dai pastori. Troppi dribbling da parte dell'attaccante comasco, il quale ad eccezione della splendida palla suggerita a Gobbo al 9" minuto (Gobbo dribblava Zoff ma sciupava maldestramente), finiva puntualmente per cadere nel fuoco... acceso della difesa juventina. Comunque si tratta di un buon elemento. Furino. Bettega, Cabrini, Tardelli, Scirea, ma soprattutto Marocchino e Brio, davano discreta autorevolezza alla squadra, che pure aveva in Bonini un centrocampista interessante e volitivo anche se pasticcione.  
Nella ripresa, forse perché il risultato era al sicuro, fors'anche perché il pensiero di tutti era rivolto al Celtic ed al mercoledì di Coppa, si verificava la metamorfosi di cui abbiamo detto. Lievitava il Como, si ingarbugliava la Juventus in un gioco senza sbocchi. Tardelli e Furino continuavano comunque a dare sostentamento al centrocampo. Brio era impeccabile su Nicoletti. Bettega manovrava buonissimi palloni, ma aveva al fianco un Virdis un po' freddo e meno animoso del solito. Il gioco diventava frammentario e ne traeva vantaggi, seppure platonici, il Como. L'azione procedeva a singhiozzi ed il pubblico non aveva più modo di divertirsi come nel primo tempo. Pesava l'assenza di Brady. Il terzo gol (descritto) riportava una maggiore serenità. E vinceva il migliore ed il più meritevole, ma non con la facilità che sembrerebbe indicare il risultato abbastanza rotondo. Risultato comunque giusto poiché al gol fallito da Gobbo faceva da contrappeso quello mancato di un soffio da Marocchino al 25'. dopo una proiezione verticale impressionante. Proprio Marocchino pagava il dispendio di energie spese nella prima frazione, e salvo rari sussulti, scompariva nelle pieghe confuse di un match nel quale i bianconeri non mettevano più tanto impegno. Marchioro temeva l'inizio garibaldino dei bianconeri ed aveva ragione. Dopo 34 minuti il suo Como era sotto di due reti. E anche questo spiega perché la Juventus si sia placata dopo un tempo Trapattoni sperava nel successo sul Como per verificare certe condizioni e per dare morale alla squadra. Non tutte le conferme sono venute (parliamo di alcuni singoli), ma il morale sarà notevolmente cresciuto dopo questo 3 a 1 che vale il primato. 

Angelo Caroli 




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