É il 15 Settembre 1982 e Hvidovre e Juventus si sfidano nella gara di ritorno dei Sedicesimi di finale della Coppa dei Campioni 1982-83 al 'Parken Stadion' di Copenhagen (Danimarca).
I bianconeri piemontesi sono oramai considerati 'la squadra piú forte del mondo' avendo in rosa motli elementi della nazionale Italiana Campione del Mondo a Spagna 82, con l'aggiunta di due fuoriclasse assoluti come Michel Platini e Zbigniew 'Zibi' Boniek. La vittoria finale in Coppa dei Campioni sembra 'una cosa dovuta' peró la paura di vincere in europa e un 'tiro della domenica' di Felix Magath fermano i campioni bianconeri ad Atene nella finalissima.
Buona Visione!
Stagione 1982-1983 - Coppa dei Campioni - Sedicesimi, andata
Copenaghen - Parken Stadium
mercoledì 15 settembre 1982 ore 19:00
HVIDOVRE-JUVENTUS 1-4
MARCATORI: Platini 44, Rossi P. 54, Brio 60, Cabrini 74, Jensen H. 78
Copenaghen - Parken Stadium
mercoledì 15 settembre 1982 ore 19:00
HVIDOVRE-JUVENTUS 1-4
MARCATORI: Platini 44, Rossi P. 54, Brio 60, Cabrini 74, Jensen H. 78
HVIDOVRE (DANIMARCA): Madsen, Hansen J. (Steffensen 83), Moestrup, Christensen, Hansen S., Lindahl, Ziegler, Noerregaard, Granlund, Jensen H., Vinslov (Petersen 59).
A disposizione: Johansen, Reuterman, Jensen L.
Allenatore: John Sinding
JUVENTUS: Zoff, Gentile (Prandelli 79), Cabrini, Furino (Bonini 64), Brio, Scirea, Boniek, Marocchino, Rossi P., Platini, Bettega R.
A disposizione: Bodini, Osti, Galderisi.
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Smith (Scozia)
Boniek «Squadra più determinata»Trapattoni: «Miglior affiatamento»DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE COPENAGHEN —
Zbigniew Bonlek ha giocato mezz'ala, cosi' era nel suoi desideri, ma ha conservato il numero 7 sulla schiena, mentre l'8 é toccato all'ala Marocchino. Trapattoni non ha voluto chiarire il motivo di questa decisione e nemmeno Boniek, dopo la netta vittoria sul Hvidrove, ha fornito una esauriente spiegazione.Negli spogliatoi iI polacco si limita a dire:«Il 7 è il mio numero, non era il caso di cambiarlo. Ho modificato invece il mio ruolo. Come avevo detto, rispetto a Genova, in un clima più fresco, tutta la squadra è cresciuta, è apparsa più determinata. Si è vinto, si è praticamente passato il turno e questo è l'aspetto più importante».Boniek non sembra entusiasta, anche se chiaramente è soddisfatto della sua prestazione. Quando gli chiedono se con Marocchino a destra in attacco a trazzione anteriore la Juventus ha trovato un assestamento tattico più efficace, si limita a ribattere:«Avevo già detto che per la Juventus sarebbe stato più facile in Coppa. Il 4 a 1 ci permette di rifinire il lavoro di preparazione pensando ovviamente ad un riscatto in campionato dopo la sconfitta con la Sampdoria».Mentre Boniek non ha partecipato al 'festival del gol', Platini ha addirittura segnato la sua prima rete in Coppa dei Campioni (col Saint Etienne l'impresa non gli era riuscita), sbloccando ti risultato e spianando la strada alla Juventus. L'asso francese, tra i migliori in campo, osserva che"quando vinciamo tutto è bello e magari giochiamo peggio di quando perdiamo».Poi aggiunge:«Ogni gara è diversa dalle altre ma per la Juventus l'importante e segnare il primo gol, poi tutto diventa facile».Anche Rossi é andato a bersaglio nel suo debutto in Coppa dei Campioni e dice che ci vogliono altre verifiche per questo tipo di formazione. Lo stesso vale per Bettega, il quale sottolinea come dal punto di vista fisico e del gioco ci sono stati netti progressi. In che misura ha influito Marocchino nella «goleada» in una vittoria all'estero che la Juventus inseguiva dal 77 dopo quella di Belfast con II Glentoran (1-0, gol di Causto) e nella stessa competizione? Trapattoni risponde che Marocchino ha garantito un maggior filtro permettendo a se stesso e a Bonlek una superiore capaciti di penetrazione. Pone l'accento sul fatto che iI polacco fisicamente stava meglio che a Genova.Cosa vale la Juventus in campo internazionale? Per Trapattoni questa gara è servita a migliorare gli affiatamenti:«Se manterremo le stesse geometrie con una manovra più fluida e rapida, si concretizzerà di più. Platini? Grande lui ma anche Boniek e Marocchino per aver aggredito gli avversari».Bruno Bernardi
La Juve si diverte a CopenaghenBoniek ha giocato ancora con il numero 7 ma a centrocampo senza tuttavia trovare la giusta intesa con il piú efficace PlatiniApplausi anche a ZoffTifosi italiani arrivati dalla Svezia e dalla GermaniaDAL NOSTRO INVIATO SPECIALE COPENAGHEN — Una serata dolce, il più grande stadio di Copenaghen quasi colmo (43 nula spettatori sul 55 mila possibili) per l'esordio della Juve in Coppa Campioni, la Juve più attesa da quando il calcio internazionale ha preso questo grande respiro.
Mobilitati i lavoratori italiani in Danimarca e nel Sud della Svezia (giunti da Malmoe con 40 minuti di traghetto), tutti a far blocco con 600-700 fans arrivati dall'Italia e la rappresentanza abbastanza folta dei nostri connazionali in Germania.
Formazioni senza novità rispetto a quelle indicate alla vigilia, ma con dei significativi cambi di numero, soprattutto fra i bianconeri: il 7 ancora a Bonlek e l'8 a Marocchino. Un'assegnazione indubbiamente di valore relativo, anzi nullo per la disposizione dei due giocatori sul terreno ma una scelta con la quale Trapattoni ha voluto almeno riaffermare il suo potere decisionale. Il Hvidovre spinto dal suoi tifosi, entusiasti, rumorosi, ha avuto un inizio veloce ed aggressivo disponendosi sul terreno con il 4-4-2 ed una variante tattica rappresentata dall'arretramento del centrocampista.
Ziegler verso sinistra per appiccicarsi a Bottega. Ziegler uomo di esperienza per la sua lunga milizia nell'Ajax di Amsterdam, era evidentemente considerato dall'allenatore danese il più adatto a controllare un uomo esperto come il bianconero. Lo slancio iniziale dei danesi metteva in difficolta la Juventus che stentava a trovare la giusta disposizione a centrocampo. Noerregard nella zona di Boniek e Lindahl in quella di Platini erano i più attivi fra i rossi, che avanzavano in blocco con la palla al piede, rasoterra, con tocchi brevi e precisi, che avrebbero richiesto da parte bianconera un pressing molto serrato ma che invece non venivano controllati con sufficiente concentrazione.
Zoff era impegnato con degli tiri da fuori area. Il primo di Vinslov, una punta molto atletica e mobile, giustamente affidata a Brio per statura e potenza fisica. Sull'altra punta Oranlund si portava Gentile, mentre Cabrini sulla sinistra poteva avere maggior spazio per affondare dimostrandosi subito in serata di buona vena. Faticava Boniek a trovare le giuste geometrie con Platini e con Marocchino, pur potendo partire dalla posizione centrale che predilige; più concentrata più efficace senza dubbio Platini tanto deciso da mettere il piede con rabbia in molti tackles e meritarsi un richiamo verbale dell'arbitro Smith.
Il primo tiro dei danesi era al 5' del «cervello» Henrik Jensen e Zoff rispondeva con una parata a terra, insistevano i danesi, ma al 12' la Juve riusciva nella prima e ficcante replica. Platini, sempre lui; vinceva con forza un tackle a centrocampo, toccava per Rossi il quale allargava per Boniek sul cui cross Bettega veniva anticipato al momento della conclusione da Moestrup. Insisteva la Juve, ancora Platini protagonista con una staffilata da 40 metri, bella e tesa anche se prevedibile da parte di Madsen che rispondeva in presa alta.
Perdeva molti palloni Marocchino sulla destra con dribbling velleitari mentre Rossi al centro dava segni di impazienza ricevendo pochi palloni. Andavano al tiro lo stesso Marocchino e Furino con botte fuori bersaglio, e non erano proprio i più indicati per le conclusioni. Dopo alcuni attacchi rabbiosi del Hvidovre al 25' la Juve si portava avanti dopo un bello scambio sulla sinistra tra Bettega e Cabrini. Roberto puntava dritto sull'area piccola, saltava Moestrup. e dal limite centrava lungo per Boniek la cui botta al volo finiva larga, fuori.
Alla mezz'ora i danesi cominciavano a calare sul plano del ritmo, la Juve diventava più efficace a centrocampo, miglioravano gli scambi, si vedevano alcune manovre corali. Sfumava per un soffio la conclusione di Rossi dopo un bell uno-due con Bettega, quindi al 32' andava dentro in slalom Platini, da destra a sinistra, ma perdeva il passo per stanchezza al momento di battere a rete dopo aver saltato in corsa tre avversari. Ancora fuori al 40' una botta di Boniek, quindi finiva alta una deviazione di testa di Bettega.
Ma proprio allo scadere del tempo la Juve è andata in vantaggio. Primo merito di Brio che avanzando eludeva un tentativo di fuorigioco degli avversari, allargando in orizzontale per Cabrini il quale puntava sul fondo ed otteneva un angolo. Sul corner teso di Marocchino secondo intervento importante di Brio, che di testa allungava la traiettoria della sfera verso Platini, il quale, arrivando in corsa dalla destra, metteva dentro in mischia con un tiro che toccava terra e ingannava Madsen.Il vantaggio dava slancio alla Juve, era subito bella in avvio di ripresa una manovra Boniek-Gentile con pallone deviato in angolo a fatica. Un ficcante scambio Rossi-Marocchino (il quale saliva di tono, anche con importanti ritorni di terzini) portava un altro pericolo per Madsen.
Cercava di non mollare il Hvidovre ma era giù chiaramente in «riserva». Si muoveva bene il regista Henrik Jensen, ma era proprio lui a perdere la palla su tackle deciso di Platini, che avviava l'azione del raddoppio. Puntava dritto verso la porta danese, dal limite dell'area allargava per lo smarchatissimo Marocchino: centro basso e teso sulla destra. Platini non arrivava sulla traiettoria, ma a sinistra Rossi era pronto a mettere la palla in rete.
La partita diventava poco più di un divertente allenamento per la Juve. Il Hvidovre reagiva ma senza alcuna cattiveria. Il 3-0 arrivava al 14' da Brio, con un tocco di piatto su centro da destra di Gentile Un altro show di Platini dava a Cabrini (29') la palla per il 4-0. Esterno sinistro basso, angolatissimo, ma anche frastornato il portiere Madsen. Zoff seguiva con lo sguardo qualche pallone sparato fuori da lontano, quindi (33') era infilato da una bella stoccata di Jensen sbucato con troppa facilità oltre la difesa per non fare arrabbiare il portlerone bianconero.
Zoff aveva altre occasioni per chiedere al compagni di squadra di non distrarsi, e due in particolare per meritare la sua parte di applausi, come il Hvidovre che con il suo serrate coraggioso, pur non cambiando il risultato, si riscattava agli occhi del pubblico il netto cedimento dell'apertura di ripresa.Bruno Perucca
brani tratti da: La Stampa 16 Settembre 1982