É il 13 Maggio 1979 e Juventus ed Avellino si sfidano nella quindicesima (ed ultima) giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1978-79 allo Stadio 'Comunale' di Torino.
É una Juventus (Campione d'Italia in carica) con grandi giocatori, un allenatore vincente (Giovanni Trapattoni) che peró non riuscirá a ripetere la conquista tricolore. Infatti lo Scudetto andrá al Milan.
L' Avellino dal canto suo riuscirá ad evitare quella che sarebbe stata una dolorosa retrocessione in Serie B.
Buona Visione!
Stagione 1978-1979 - Campionato di Serie A - 15 ritorno
Torino - Stadio Comunale
domenica 13 maggio 1979 ore 16:00
JUVENTUS-AVELLINO 3-3
MARCATORI: Bettega R. 54, Verza 55, Verza 65, De Ponti 71, De Ponti 77, Massa 86
Torino - Stadio Comunale
domenica 13 maggio 1979 ore 16:00
JUVENTUS-AVELLINO 3-3
MARCATORI: Bettega R. 54, Verza 55, Verza 65, De Ponti 71, De Ponti 77, Massa 86
JUVENTUS: Zoff (Alessandrelli 64), Cuccureddu (Cabrini 41), Gentile, Benetti R., Brio, Scirea, (c) Causio, Tardelli, Fanna, Verza, Bettega R.
A disposizione: Virdis
Allenatore: Giovanni Trapattoni
AVELLINO: Piotti, Reali, Romano, Boscolo, Cattaneo, Di Somma, Piga, Beruatto, De Ponti, Lombardi (Massa 64), Tosetto
A disposizione: Cavalieri, Galasso
Allenatore: Rino Marchesi
ARBITRO: Bergamo
Negli spogliatoi il dramma di Alessandrelli «Ho sbagliato per paura»Il bianconero non cerca attenuanti - Trapattoni e i giocatori non nascondono la delusione - «Ora ci rimane la Coppa Italia»Doveva essere una festa, un pomeriggio gioioso e diverso da tanti altri, da quelli trascorsi nell'anonimato di una panchina. Invece il mondo è improvvisamente crollato addosso a Giancarlo Alessandrelli. Erano le 17,19. 64' minuto di gioco: dopo nove anni di attesa, era stato incaricato di difendere la porta della Juventus.Tre gol sono finiti alle sue spalle, uno di questi per evidente sua responsabilità. La Juventus ha pareggiato con l'Avellino e i sogni di Alessandrelli sono andati in frantumi. Mille pensieri turbinano ora nella testa del portiere: cosa dirà la gente, cosa scriverà la critica. L'aver sostituito Dino Zoff deve pesare sulla sua sensibilità di ragazzo docile ed intelligente come un macigno.«Avevo paura — dice Alessandrelli — come un ventenne. Quando sono entrato in campo ho sentito un blocco allo stomaco, e ho cominciato a pensare a tante cose contemporaneamente. Poi ho preso il primo gol e mi sono detto che non era giusto. Avevo preparato mentalmente questa occasione da tempo, con pazienza. Dovevo fare grandi cose, perché sostituivo un grandissimo portiere. E, forse, ho pagato anche questa enorme responsabilità. Al secondo gol sono stato assalito da un'angoscia indescrivibile, una sensazione difficile da rendere con le parole. Colpa mia, non ci sono dubbi. Mi sono buttato come un sacco. Doveva essere il mio giorno e invece stavo rovinando tutto. Sentivo il cuore battere, sembrava dovesse scoppiarmi il petto. Infine, quel terzo gol che mi ha buttato nella disperazione. E pensare che ultimamente sul mio conto avevo letto tanti giudizi positivi».Alessandrelli, durante gli allenamenti, balza da palo a palo, para quasi tutto, si fa ammirare dal tecnici. Non merita una punizione tanto severa. Il pubblico deve capirlo. Per chi cerca colore e folklore la sede adatta è lo spogliatoio dell'Avellino. Nel reparto riservato alla Juventus ci sono tristezza, fatalismo, rammarico e molta delusione. La stagione si è conclusa in modo crepuscolare, con un pareggio che non riscatta il percorso incerto e discontinuo dei bianconeri.Trapattoni non riesce a mascherare il proprio disappunto:«Facciamola finita con questo campionato e non pensiamoci più. E' incredibile passare dal 3 a 0 al 3 a 3. Ciò significa che abbiamo troppi momenti di deconcentrazlone. Non tiriamo fuori la storia del portiere, perché non ci sto! I portieri vanno protetti con maggiore attenzione. Infatti, si subiscono meno tiri. Mi pare una logica fondamentale del calcio».Verza è al suo quinto gol nel campionato 78/79. La cifra non gli procura però particolari sensazioni perché la squadra non ha vinto,«incredibile — dice con una punta di amarezza — pareggio incredibile. Forse il caldo, forse la deconcentrazione. forse l'una e l'altra cosa insieme, io sono personalmente soddisfatto, mi sentivo bene e alla fine avevo ancora tante energie per spingermi in attacco. Ma Trapattoni mi ha consigliato di stare più in zona dopo l'infortunio patito all'avambraccio. Ringrazio Causio per il passaggio del mio secondo gol; ha capito dove volevo la palla e mi ha pescato in posizione favorevole. Peccato per l'epilogo».L'incostanza ha caratterizzato il campionato bianconero. I giocatori sono perfettamente concordi nel riconoscerlo. Per salvare in parte la stagione c'è un traguardo alla loro portata, la Coppa Italia.«Ed è a quell'obiettivo che noi puntiamo — dichiara Bettega autore del primo gol juventino —la partita con l'Avellino è la risultanza di un torneo negativo. Ci consoliamo con il terzo posto, platonico fin che si vuole ma sempre sintomatico. Infine, vi invito a considerare la sconfitta subita in casa dall'Inter, anch'essa impegnata mercoledì scorso in Coppa Italia. Anche noi abbiamo perciò diritto ad attenuanti."Brio è letteralmente assalito dui suoi tifosi: autografi, strette di mano, pacche sulle spalle, sorrisi, promesse. Il suo avversario De Ponti, è andato due volte a segno, ma Brio sembra non curarsene.«Quei gol sono venuti da altrettanti calci di punizione. L'ultimo è stato macchiato da un evidente fuori gioco».Angelo Carolitratto da: La Stampa 14 maggio 1979