martedì 11 marzo 2025

16 Settembre 1984: Como - Juventus

É il 16 Settembre 1984 e Como Juventus si sfidano nella prima giornata del girone di andata del Campionato di Calcio di Serie A 1984-85  allo 'Stadio Giuseppe Sinigaglia' di Como.

I Bianconeri sembrano piú concentrati sulla Coppa dei Campioni (coppa che vinceranno nella tragica notte del Heysel) e sono lontani dalla testa della classifica del campionato. In testa invece c'é sorprendentemente il Verona che dopo una cavalcata splendida vince il suo primo Scudetto

Dall'altra parte c'é la squadra lariana che termina il campionato con una meritatissima salvezza.


Buona Visione!



como


Stagione 1984-1985 - Campionato di Serie A - 1 andata
Como - Stadio Giuseppe Sinigaglia
domenica 16 settembre 1984 ore 16:00 
COMO-JUVENTUS 0-0

COMO: Giuliani, Tempestilli, Ottoni, Centi, Guerrini, Bruno, Manarin (Gobbo 84), Matteoli, Todesco, Muller (Invernizzi 62), Fusi
A disposizione: Della Corna, Didonè, Corneliusson
Allenatore: Ottavio Bianchi

JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini (Prandelli 78), Pioli, (c) Scirea, Briaschi, Tardelli, Rossi P., Platini (Vignola 57), Boniek
A disposizione: Bodini, Caricola, Limido
Allenatore: Giovanni Trapattoni

ARBITRO: Redini
AMMONIZIONI: Fusi 32 (Como)
ESPULSIONI: Bruno 83 (Como)




Una sbiadita Juventus costretta al primo 0-0 sul Sinigaglia di Como
E' mancata la regia di Platini
La cattiva giornata del fuoriclasse francese (poi sostituito da Vignola) non giustifica, però, le numerose smagliature denunciate dalla manovra dei bianconeri 
Vano il prodigarsi di Bonini e Boniek 
Pioli, un esordio col piglio del veterano 
Un rigore su Rossi

COMO-Primo, storico 0-0 al Sinigalia fra Como e Juventus. Contro la sbiadita copia della squadra che si era meritatamente laureata campione d'Italia e ha vinto la Coppa delle Coppe, I lariani, neopromossi in A, hanno opposto una fiera resistenza. Il pareggio, tutto sommato, è il risultato piú giusto anche se Redini, in pessima giornata, al 32' ha negato al bianconeri un rigure, trasformando clamorosamente il fallo commesso dal portiere Giuliani su Rossi, sia pure appena dentro l'area, in punizione dal limite.

C'è da dire che Rossi, sul lancio di Boniek, era scattato in sospetto fuorigioco (non rilevato dal guardalince con bandiera a scacchi giallorossa e che Redini, forse, ha applicato la legge della compensazione. Ma la doppia svista non assolve l'arbitro pisano, che ha distribuito ammonizioni a piene mani e non tutte tempestive. Sono finiti sul suo taccuino Fusi, Tardelli, Prandelli, Todesco, Boniek e Tempestilli, e ha espulso all' 87 Bruno, che aveva reagito a un intervento di Pioli per un fallaccio su Boniek.

Il Como, che si é battuto al limite delle sue possibilita nonostante l'assenza di Corneliusson, rimasto in panchina (sembrava che nel finale dovesse esordire, ma Bianchi ha cambiato idea), ha al suo attivo un montante colpito un minuto dopo il rigore negato alla Juventus, da un fendente basso di Manarin, con Tacconi ormai fuori causa servito dall'attivissimo Matteoli. Questi due debuttanti nella massima divisione (oltre a Bruno e al juventino Pioli) hanno fatto soffrire la retroguardia bianconera che ha conciso ben tre palle-gol a Todesco (44', 54' e 55') tutte regolarmente sprecate.

Ma è stato a centrocampo che la Juventus ha avuto i maggiori problemi, con un Platini a scartamento decisamente ridotto. Il fuoriclasse francese si era inzuccato con Fusi all'5', ma la leggera contusione, con bernoccolo, non costituisce alibi e Trapattoni l'ha addirittura sostituito al 56' con Vignola (che non ha migliorato di molto la situazione), visto che le roi non riusciva a entrare in partita con l'abituale autorità, se non in rarissime occasioni. Platini è una pedina importantissima, ma non basta a spiegare una Juventus acefala, priva di mordente e lontana dal rendimento ottimale, nonostante la generosa prestazione di Bonini, impegnato ad arginare le frequenti iniziative di Matteoli. Contro un Como molto accorto e pronto a far scattare il contropiede, azionato da Müller, la Juventus si è lasciata imbottigliare, sfruttando poco e male le fasce laterali con scarsi rifornimenti per Rossi e Briaschi.

Boniek, partito come mezzala, non ha  lesinato l'impegno, ma solo nella ripresa ha trovato varchi utili. Tardelli, che agiva lungo l'out destro su un Müller pronto a sacrificarsi nei recuperi, era attivissimo (ha anche colpito la parte posteriore della traversa al 60), ma bruciava preziose energie in spunti personall senza esito, ricorrendo anche a qualche fallo di troppo.

Pioli, invece, si batteva come un veterano. Compirá 19 anni il mese prossimo e non è apparso affatto emozionato. Ha cominciato su Todesco, poi Trapattoni l'ha decentrato su Manarin per consentirgili di appoggiare le offensive. E Pioli l'ha fatto con intelligenza. Troppo spesso, però, i compagni lo cercavano, trovandolo smarcato, ma non si può pretendere che Pioli si trasformi anche in rifinitore. Comunque non ha patito il gran salto dalla Calla A.

Impostata con insistenza su Pioli l'azione diventava imprevedibile perció al 4' Scirea é andato vicinissimo al gol, ma ha graziato l'attento Giuliani e la Juventus non cambiava marcia. Briaschi era lasciato in balia di Tempestilli con Rossi che si dannava per scrollarsi di dosso Ottent: quando ci riusciva, trovava il gigantesco Guerrini (piuttosto nervoso e litigioso) pronto a chiudere ogni varco. Rossi era sfuggito alla doppia guardia soltanto al 32' ma a stopparlo ci aveva pensato Giuliani che aveva parato fuori anche il pallone.

C'è stato un altro episodio che ha fatto gridare al rigore in favore della Juventus. É accaduto al 58' quando Guerrini ha strattonato Boniek per la maglia, atterrandolo, sulla soglia dell'area. A noi è parso fuori, così come non era penalty l'intervento di Guerrini, un minuto prima, su Tardelli che aveva caricato scenicamente le conseguenze del contrasto, beccandosi l'ammonizione.

La Juventus può legittimamente protestare solo per il fallo di Giuliani su Rossi, ma deve soprattutto trovare lo spirito della scorsa stagione. E' vero che sará dura per tutti gli squadroni, in casa come fuori, nei grandi stadi come in provincia, ma è altrettanto vero che dopo una stagione vincente c'è una sorta di inconscio appagamento che toglie un pizzico di determinazione. Chiaro che, con la forma, certe smagilature tattiche possono sparire, ma é con la continuitá di rendimento e con la rabbia che al primeggia, ieri questa rabbia è emersa in ritardo. Mercoledi, a Tampere, é gia Coppa del Campioni, con un turno superabilissimo per una Juventus concentrata. I dilettanti finlandesi dell'Ilves sono tecnicamente modesti ma corrono.

Bruno Bernardi
tratto da: La Stampa 17 Settembre 1984





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