É il 20 Aprile 1986 e Juventus e Milan si sfidano nella quattordicesima giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1985-86 allo Stadio 'Comunale' di Torino.
La Juventus si appresta a vincere il suo ventiduesimo tricolore con una squadra che sta vivendo sugl'ultimi spiccoli di splendore di 'LeRoi' Michel Platini. Allenati da Giovanni Trapattoni (al suo ultimo campionato alla Juve prima di trasferirsi all'Inter) i bianconeri mettono a distanza la Roma di Sven Goran Eriksson vincendo 'in volata' lo Scudetto.
I rossoneri milanesi dal canto loro chiudono in un deludentissimo settimo posto - appena fuori la zona che da posti per le prossime coppe europee.
Buona Visione!
Stagione 1985-1986 - Campionato di Serie A - 14 ritorno
Torino - Stadio Comunale
domenica 20 aprile 1986 ore 15:30
JUVENTUS-MILAN 1-0
MARCATORI: Laudrup 62
Torino - Stadio Comunale
domenica 20 aprile 1986 ore 15:30
JUVENTUS-MILAN 1-0
MARCATORI: Laudrup 62
JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, (c) Scirea, Mauro, Laudrup (Pin 89), Serena A. (Pioli 73), Platini, Briaschi
A disposizione: Bodini, Caricola, Pacione
Allenatore: Giovanni Trapattoni
MILAN: Terraneo, Manzo, Maldini P., Baresi F., Di Bartolomei, Tassotti, Icardi (Rossi P. 69), Wilkins, Hateley, Evani, Virdis
A disposizione: Nuciari, Mancuso, Russo, Carotti.
Allenatore: Nils Liedholm
ARBITRO: Pieri C.
Il Milan battuto al 62' da una collaborazione fra Scirea, Briaschi ed il danese
E' di Laudrup il gol dell'anno
La Juventus nella ripresa, sollecitata da Platini, ha accelerato la spinta offensiva dopo un'ora di fiacchi tentativi
A Serena, combattivo, manca ancora il ritmo di gara
Ottima prova di Bonini, infaticabile
Soliti schemi rossoneri, ma interpretazione a ritmo blando
Rossi inserito inutilmente nel finale
E dopo 246 minuti, galvanizzata dall'impresa del Lecce all'Olimpico, la Juventus è tornata al gol. Visto che al novantanove per cento è un pallone che vale lo scudetto, valeva la pena di attendere. L'ultima rete l'aveva realizzata rabbiosamente Bonini, a quattro minuti dalla fine di Juve-Inter, il 23 marzo sempre al Comunale. Quella di ieri, già bella, è sicuramente la più preziosa della stagione.
Al 62' Scirea dalla destra chiude una delle sue tante proiezioni offensive con un lancio verso sinistra per Briaschi, sino a quel momento piuttosto approssimativo nel tocco. L'attaccante tenta prima un dribbling a rientrare, senza successo, ed allora si allarga apparentemente «chiuso» da Mauro e Maldini: sembra un pallone difficile da domare, ma Briaschi compie la prodezza di un centro basso, filtrante, che Laudrup spostato appena a sinistra, davanti alla porta riceve in liberta come un regalo prezioso. Il danese ha tempo e soprattutto freddezza per non sprecarlo, controllo di destro ed ancora di destro tocco in fondo al sacco, con Terraneo lasciato scoperto dai suoi difensori, ingannati dall'azione di Briaschi.
Un'azione vincente che vale la partita, che ha messo un perentorio stop al periodo nero della stagione. Un gol arrivato al momento giusto, per scuotere squadra e pubblico. La lunga rincorsa della Roma respinta proprio nella giornata che appariva meno propizia per la Juve. Ed un gol senza dubbio meritato: i bianconeri non sono migliorati molto rispetto alle ultime partite, ma hanno sicuramente avuto il grande merito di non innervosirsi mai, di tentare e ritentare la difficile caccia al vantaggio anche se la manovra offensiva raramente creava sbocchi utili.
Il rientro di Serena e l'assenza di Manfredonia avevano indotto Trapattoni a variare ancora gli schemi d'attacco: due punte: Serena e Briaschi. Laudrup arretrato per partire da lontano, indietro anche Platini sulla linea di Mauro, il solito Bonini a svolgere due copioni: il consueto puntuale e deciso lavoro di interdizione, gli scatti sulle fasce per offrire ai compagni punti di riferimento. Scirea che arrivava dalle retrovie per partecipare alla spinta. Avversario il solito Milan, in quanto a tattica di gioco, ma la forma calante di tutti non consente più alla squadra di Liedholm una buona interpretazione delle indicazioni del trainer.
Anche se, in avvio, il pacchetto difensivo (Manzo e Maldini, più Baresi) riusciva a frenare il duo Briaschi-Serena, e Tassotti sulla sinistra per lo scarso peso atletico di Mauro poteva diventare protagonista spingendo la squadra in avanti. Malgrado la fitta presenza bianconera, nella zona di centrocampo l'iniziativa restava a lungo ai milanisti. Il solito insistente lavoro di raccordo di Wilkins, apprezzabile cavallo da tiro privo del guizzo del purosangue, ma anche la lentezza di Di Bartolomei e lo scarso peso di Icardi. Si distingueva Evani, per i cross dalla sinistra, sui quali cercavano di arrivare Hateley e Virdis, per altro ben controllati da Brio e Favero, pagato lo scotto del nervosismo iniziale con alcuni rinvìi sbilenchi.
La partita è andata avanti a lungo su questa monotona falsariga, la fatica della Juventus era complicata dalla abituale tattica rossonera del fuorigioco difensivo (sicura, comunque, la direzione di gara di Pieri, ben coadiuvato dai collaboratori di linea). Un colpo di testa alto di poco di Virdis, su centro del solito Evani, al 6' dava un brivido a Tacconi, il primo pericolo per Terraneo arrivava al 19' da una punzione di Platini, bassa e maligna, deviata in angolo.
La prima palla-gol per la Juve arrivava alla mezz'ora: l'assist invitante per Laudrup era di Bonini, il danese si allungava in spaccata ma alzava la traiettoria oltre la traversa. Allo scadere del tempo era Virdis a graziare Tacconi, sbucciando un bel centro di Hateley partito in contropiede dopo un intervento difensivo davanti a Terraneo.
Nella ripresa la Juve accelerava il ritmo, le notizie dall'Olimpico erano un buon 'doping', Platini saliva di tono e dava l'esempio, chiamava con rabbia i compagni al pressing. Al 62" il gol magico Briaschi-Laudrup. Liedholm mandava in campo Rossi al posto di lcardi. Pablito era subito anticipato da Tacconi in uscita prima di essere cancellato da Favero, che aveva lasciato Virdis a Pioli (subentrato all'esausto Serena). Un colpo di testa in tuffo di Cabrini (40') ed un invitante pallone di Platini sprecato da Briaschi (43") evitavano al Milan un passivo più pesante. Alla Juve bastava cosi, c'era solo da aspettare — per l'urlo di gioia ed il saluto alla folla — che finisse Roma-Lecce