venerdì 13 giugno 2025

26 Gennaio 1997: Juventus - Reggiana

É il 26 Gennaio 1997 Juventus e Reggiana si sfidano nella prima  giornata del girone di ritorno del Campionato di Calcio di Serie A 1996-97 allo Stadio 'Delle Alpi' di Torino.

La Juventus é Campione d'Europa in carica mentre la Reggiana lotta sempre per non scendere fra i cadetti. A fine campionato i bianconeri saranno incoronati ancora Campioni d'Italia (sará la ventiquattresima volta) mentre gli emiliani terminano la propria stagione in ultima posizione, dopo un campionato alquanto raccapricciante.

Buona Visione!  



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Stagione 1996-1997 - Campionato di Serie A - 1 ritorno
Torino - Stadio Delle Alpi
domenica 26 gennaio 1997 ore 14:30 
JUVENTUS-REGGIANA 3-1
MARCATORI: Padovano 5, Jugovic 26, Tacchinardi 90, Parente 90+3

JUVENTUS: (c) Peruzzi, Torricelli, Ferrara C., Montero P., Pessotto G. (Iuliano 86), Di Livio, Tacchinardi, Zidane (Lombardo 71), Jugovic, Amoruso, Padovano (Vieri C. 74)
A disposizione: Rampulla, Porrini, Cingolani, Deschamps
Allenatore: Marcello Lippi

REGGIANA: Ballotta, Hatz (Caini 51), Grun, Galli F., Grossi, Sabau, Mazzola, De Napoli, Sordo (Parente 75), Carr (Valencia 62), Simutenkov
A disposizione: Gandini, Beiersdorfer, Pacheco, Schenardi
Allenatore: Francesco Oddo

ARBITRO: Bolognino
AMMONIZIONI: Mazzola (Reggiana)




Assenze importanti con la Reggiana, ma Lippi inserisce altre pedine e gli schemi funzionano sempre 
Juve, Padovano-bum non si ferma più 
Il bomber di scorta apre ancora la via del successo

Confidando nel buon senso che fa degli allenatori italiani i migliori del mondo (così almeno dicono loro) prevedevamo che la Juventus avrebbe faticato contro la Reggiana, non tanto per le assenze di Boksic e Del Piero quanto per la difficicoltà congenita nel aggredire le difese ben protette. Ma Oddo, l'allenatore degli emiliani, è un innovatore. Si è presentato a Torino con la peggiore squadra del campionato e ha concesso fin dal primo istante quaranta metri di prateria all'attacco della Juve, laddove Mondonico con l'Atalanta non l'aveva fatta respirare obbligandola allo 0-0.  
La Reggiana ha giostrato con la difesa alta, oltre che lenta ai limiti del patetico. Geniale. Il risultato è che la prima in classifica dopo sei minuti era già in gol su contropiede. E alla mezz'ora Jugovic colpiva per la seconda volta la Reggiana sbilanciata, chiudendo ogni possibile pratica. La Juventus probabilmente non si aspettava tanta grazia. Con il cinismo dei forti l'ha accettata, sviluppata, sfruttata, ha vinto per 3-1 la prima partita del girone di ritorno e ha sbriciolato l'unica paura della vigilia, legata ai problemi nello sfruttare in attacco le occasioni che produce. 
I bianconeri lanciano al campionato un altro segnale forte: Padovano è diventato il simbolo di questa ripresa, l'ennesima di una stagione che è (nella tradizione dei Lippanti) un susseguirsi di periodi esaltanti e fasi oscure. Il terribile Michele ha segnato quattro gol nelle ultime tre partite, ha posto una firma indissolubile sugli ultimi due successi in campionato. Di lui ci hanno svelato un po' tutto, anche l'abitudine giovanile ai gesti osceni, ma non si spiega perché abbia aspettato i trent'anni per trasformarsi in un Terminator, dopo le stagioni sprecate a perdersi in provincia.  
La Juve oggi viaggia sui suoi gol, come aveva fatto con l'esplosione di Ravanelli due anni fa: l'importante perché riescano le magie è avere sempre il coniglio giusto da estrarre dal cilindro. Lippi, con Boksic e Del Piero fuori causa, non ha cambiato di una virgola l'assetto, si è limitato a sostituire gli uomini: Amoruso in attacco per svariare attorno a Padovano, Tacchinardi al posto di Deschamps rimasto in panchina con un piccolo problema muscolare. La Reggiana ha provato un assetto con quattro difensori, cinque centrocampisti e Simutenkov in attacco, assistito da Sabau e dall'inglese Carr sulle ali. Ma il dispositivo che poteva indurre alla prudenza, ha lasciato grandi spazi ai bianconeri: dietro a Galli e Grun si aprivano territori immensi nei quali incunearsi. 
Per uno come Padovano, che diventa micidiale quando può partire in velocità, non è stato difficile sfruttarli. Al 6' si è lanciato in profondità, ha puntato Galli come fosse un paracarro e si è accentrato per calciare di sinistro. Gran gol. I tenui affanni juventini si sono sciolti. Mentre Zidane si attorcigliava su se stesso, Jugovic metteva in campo l'estro dei giorni buoni. A centrocampo Sordo, De Napoli e Mazzola erano una cucitura slabbrata più che una cerniera. Ritmo alto, partita aperta. La Reggiana aveva in Carr l'unico riferimento accettabile in attacco e Torricelli lo pativa.  
Ma la Juve sfiorava in più occasioni il raddoppio: al 17' Padovano si costruiva una palla gol stupenda e il tiro dava l'illusione del raddoppio. Questione di tempo. Al 29' ancora Padovano attraversava il campo con un lancio per Jugovic e il serbo filava verso la porta guardato con rispetto dalla banda dei reggiani, finché il suo destro non superava Ballotta per il 2-0. L'unico rischio per la Juve veniva da un fallo di Monterò su Sabau al limite dell'area, al 40'. Con un arbitro meno indulgente di Bolognino (appena un'ammonizione in 90 minuti) l'uruguayano sarebbe stato espulso. Invece il pomeriggio bianconero procedeva senza scosse, l'attenzione era ai risultati della concorrenza più che al rosso delle maglie reggiane.  
Tanto che la ripresa smorzava toni e emozioni. Lippi poteva far respirare lo spento Zidane, Oddo lasciava che i suoi procedessero senza capo né coda. Gli ultimi gol arrivavano nel finale e quasi per caso. La Juve non poteva chiedere di più. 



Montero, una roccia 
Zidane rientro fiacco 
Sabau miglior granata 

PERUZZI sv. Ingeneroso giudicarlo per una paratina sulla punizione di Simutenkov. Parente lo coglie in controtempo. 
TORRICELLI 6. Patisce la prima mezz'ora di Carr. Si riscatta con una ripresa gagliarda: unico neo, la conclusione addosso a Ballotta con Amoruso smarcatissimo in area. 
FERRARA 7. Cambia il modulo rispetto alla Nazionale e ci sembra che si trovi meglio: presente nelle chiusure, becca pure un calcio di Simutenkov alla tempia senza sbrecciarsi. Sbaglia il tempo di alcuni lanci in attacco che pescano i suoi compagni in fuorigioco. 
MONTERO 7. Fa male anche quando non vorrebbe farlo e ne sa qualcosa il russo della Reggiana colpito da una sua puntonata. Gioca come parla, senza concedere niente. Bolognino lo grazia al 40': era l'ultimo uomo su Sabau. 
PESS0TTO 6. Bravo, ma non fa niente di eccezionale. O forse è tanto essenziale nel movimento da far sembrare normali le cose difficili Andrebbe cercato di più nelle proiezioni in attacco. 
(Dal 41' st Iuliano SV) 
DI LIVIO 6. Come Pessotto, magari un tantinello di più per il tentativo costante di andare al cross sulla destra. Con l'ingresso di Lombardo va a sinistra e non sfrutta al meglio due buone situazioni. 
TACCHINARDI 7. Il gol all'ultimo minuto suggella una bellissima ripresa, il momento migliore di questa stagione a luci e ombre. Si piazza nel cuore del gioco e assume finalmente le giuste responsabilità, prova il tiro da lontano: insomma si rivede il ragazzo dal grande potenziale. 
ZIDANE 5,5 Ahi, ahi. Dal suo rientro dopo due giornate di squalifica attendevamo di più che qualche numerino. 
(Dal 26' st Lombardo sv: lo vediamo vispo). 
JUGOVIC 7,5. E' un giocatore imperscrutabile. Ci sono domeniche in cui ti indispone, altre come questa nelle quali sposa quantità e qualità ad un livello altissimo. E' lucido nel freddare Ballotta, ma il giudizio si ricava dalla bassa percentuale di errori rispetto al numero altissimo di palloni che gioca. 
AMORUSO 6. Sembra che giochi con gli scarpini di cristallo, ma è un'apparenza più che la realtà. Infatti Amoruso si sbatte al pari di altri. Ci sembra però inabituato agli schemi e non va in area con la determinazione di chi guarda soltanto all'utile più che al bello. Così nella ripresa spreca un paio di occasioni. 
PADOVANO 7 La Reggiana gli regala 40 metri d'azione e li sfrutta per un gol bellissimo e almeno due grandi occasioni sfiorate. E' davvero il più concreto tra i bianconeri in zona gol. 
(Dal 29' st Vieri sv). 

BALLOTTA 6. Indifeso. Per noi sbaglia solo sul gol di Tacchinardi. 
HATZ 5. Più che un cognome un'imprecazione. Quella che ci sfugge pensando che sono andati in Austria per comprarlo. 
(Dal 6' st Comi 6: è italiano ma è meglio del compagno). 
GRUN 4,5. Ultimi fuochi di lentezza esasperante. 
GALLI 4,5 Per la serie se non son alla frutta non li vogliamo. Padovano e Jugovic gli sfilano via sui gol. 
GROSSI 5. Avvio convincente, ma è roba di un quarto d'ora. 
SABAU 6. Nonostante tutto è tra i meno peggio e quasi induce Montero all'espulsione. 
DE NAPOLI 5,5 Vecchia e simpatica gloria. 
SORDO 5. Ha perso pure lo sprint. 
(Dal 30'st Parente). 
CARR 6. Per un tempo è l'unico che vivacizza la Reggiana, soprattutto a sinistra. 
(Dal 17' st Valencia sv: suo l'assist del gol). 
SIMUTENKOV 5. Sta disimparando quanto gli avevano insegnato a Mosca. Evanescente. 

Marco Ansaldo
brani tratti da: La Stampa 27 gennaio 1997




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