É il 6 Marzo 1985 e Juventus e Sparta Praga si sfidano nella gara di andata dei Quarti di Finale di Coppa dei Campioni 1984-85 allo Stadio 'Comunale' di Torino.
I Bianconeri sembrano piú concentrati sulla Coppa dei Campioni e sono lontani dalla testa della classifica del campionato. In questa gara infatti la Juve dara al mondo una ulteriore prova di forza.
Eliminati i cecoslovacci, i bianconeri vanno diritti verso la conquista della Coppa. La cui conquista però resterá per sempre macchiata dal sangue nella tragica notte del Heysel.
Buona Visione!
Torino - Stadio Comunale
mercoledì 6 marzo 1985 ore 20:30
JUVENTUS-SPARTA PRAGA 3-0
MARCATORI: Tardelli 35, Rossi P. 64, Briaschi 81
JUVENTUS: Bodini, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, (c) Scirea, Briaschi, Tardelli, Rossi P., Platini, Boniek.
A disposizione: Tacconi, Caricola, Pioli, Prandelli, Vignola
Allenatore: Giovanni Trapattoni
SPARTA PRAGA: Stejskal, Hasek, Straka, Beznoska (Jarolim 62), Bielik, Berger, Pokluda (Denk 56), Chovanec, Griga, Calta, Novak
A disposizione: Prochazka, Drahokoupil, Houska.
Allenatore: Vladimír Táborský
ARBITRO: Prokop (Germania Est)
AMMONIZIONI: Beznoska 27 (Sparta Praga)
Contro lo Sparta Praga è stato ancora una volta protagonista
MARCO TARDELLI, UN EROE MAI SODDISFATTO,
VUOL ESSERE LEADER ANCHE IN MESSICOMercoledì notte non è riuscito a chiudere occhio. La tensione nervosa accumulata durante novanta minuti tlratlsslmi, gli ha giocato un brutto scherzo, così ha continuato a rivivere per ore le emozioni fortissime di una partita che si è trasformata, dopo pochi attimi, in una autentica battaglia sul fango. E quando il clima si accende, Tardelli non si tira mai indietro. La lotta pallone su pallone lo trova sempre tra i protagonisti. Se poi, come è accaduto contro lo Sparta, segna anche un gol, la sua carica agonistica si centuplica.
Un gol importante per il centrocampista bianconero, che in competizioni internazionali non segnava più da un anno esatto. L'ultima rete infatti la realizzò contro i finlandesi dell'Haka in Coppa delle Coppe. Quando il suo tiro beffardo ha superato il lungo portiere Stejskal, Tardelli è corso come un forsennato verso la panchina della Juve, con una fuga di tipo Mundial. E qui ha «regalato» un euroinsulto a qualcuno di cui non svelerà certo il nome. L'hanno visto tutti in tv, ma Tardelli non intende chiedere scusa:
"Dovevo scaricare la mia tensione — spiega ora con maggiore tranquillità — non avevo in realtà un bersaglio preciso a cui indirizzare quel mio urlacelo. La grinta é la mia caratteristica ed in certe occasioni mi esalto".Un gol importante per la Juve, ma soprattutto per lui:
"Ne avevo un bisogno quasi spasmodico — confessa — dovevo liberarmi da un incubo. Io do sempre l'anima in campo e cerco spesso il gol, ma senza troppa fortuna. Questa volta mi è andata bene e sono un uomo felice".E' in un momento di splendida forma, ma è destinato a dividere la critica che non sempre apprezza quello che lui fa in campo:
"Non ho segreti — spiega con tono polemico — sto molto bene e quest'anno credo di aver sbagliato poche partite, pochissime anzi. Forse non tutti se ne sono accorti".A giudicare però dalle «voci» Tardelli non ha perso la sua «carica» agonistica di mercato, sembra invece che Tardelli sia uno del giocatori più richiesti. A trent'anni sta vivendo un momento felice: Roma ed Inter sembrerebberó le società più interessate a lui. Ma un contratto lo lega alla Juventus fino al 1987:
«Mi fa piacere essere stimato ma è presto per affrontare certi argomenti. Resterò alla Juve? Tutto è possibile, io non lascio cadere nessuna possibilità, la porta resta aperta ed a giugno vedremo".Dunque nessun rifiuto ad un eventuale trasferimento, Boniperti è avvertito. La sensazione è però che Tardelli, dopo tante chiacchiere, resterà bianconero, soprattutto se la Juve dovesse agguantare la Coppa Campioni. E' davvero l'anno buono? Tardelli sceglie ancora la strada della prudenza:
"Anche due anni fa doveva essere tutto facile, poi Atene ... Indubbiamente la Juve in Coppa si trasforma, trova stimoli che il campionato non le offre anche se con maggior fortuna oggi non saremmo in questa posizione di classifica. Ma il clima della Coppa ci dà qualcosa di diverso, e c'è sempre il fascino di qualcosa che ancora non conosciamo. Campionati ne abbiamo vinti tanti, mentre ci manca sempre questo benedetto trofeo".Lo Sparta è stato travolto da tre prodezze tutte italiane. Tardelli, Rossi e Briaschi hanno siglato il successo. Non sempre «tenero» con i giocatori d'oltre frontiera, questa volta Tardelli non canta vittoria:
"Non è merito solo nostro, come prima le nostre vittorie non dipendevano solo da Boniek e Platini. Non ci sono dualismi in squadra, siamo uniti per arrivare ad un traguardo ben preciso. E' nell'interesse di tutti".Domani Tardelli va ad Atene con la Nazionale. Gli impegni si accavallano, ma lui non demorde:
"La maglia azzurra è quella che tuttora mi da più stimoli. Non voglio perderla e mi auguro di essere ancora titolare il prossimo anno in Messico".Giocando con la grinta di oggi, l'obiettivo sarà raggiunto di sicuro.
Fabio Vergnano
tratto da: La Stampa 9 marzo 1985