É il 15 Dicembre 1974 e la Juventus é di scena allo 'Stadio San Paolo' di Napoli contro i partenopei.
Il Napoli sta facendo uno dei campionati piú belli della sua storia. Ha ambizioni forti e vuole sfidare la 'Signora Omicidi' in un duello che a molti sembra impari. In effetti dopo questa prestazione il Napoli si dovrá accontentare della piazza d'onore ed i piemontesi così conquisteranno il loro 16esimo scudetto.
Buona Visione!
Stagione 1974-1975 - Campionato di Serie A - 10 andata
Napoli - Stadio San Paolo
Domenica 15 dicembre 1974 ore 14.30
NAPOLI-JUVENTUS 2-6
MARCATORI: Altafini 26, Damiani rigore 36, Damiani 41, Bettega 52, Clerici 62, Causio 71, Clerici 74, Viola F. 85
NAPOLI: Carmignani, Bruscolotti, Pogliana, Burgnich, Landini S., Orlandini, Rampanti (Ferradini 46), Juliano, Clerici, Esposito, Braglia
Allenatore : Luis Vinicio
JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cuccureddu, Furino (Viola F. 80), Morini, Scirea, Damiani, Causio, Altafini, Capello F., Bettega
Allenatore : Carlo Parola
ARBITRO: Agnolin L.
RIGORI FALLITI: Clerici 75 (Napoli)
JUVENTUS TENNIS CLUB
Macchina ad alto potenziale Carletto "braccio di ferro,,
DALL'INVIATO Napoli, 16 dicembre.
Vittoria sul campo oppure vittoria a tavolino? Un « sei » tennistico con tanto di paternità, oppure due rinsecchiti gol figli dei regolamenti calcistici? Soltanto mercoledì pomeriggio la Juventus saprà se Agnolin ha risolto i suoi amletici dubbi nel senso a lei favorevole e desiderato. Nonostante che i due punti abbiano lo stesso valore, la classifica risulterebbe alterata nello spirito e, per i bianconeri, anche nella sostanza. Se perciò l'arbitro veneto avesse prescelto la seconda strada, prendendo a pretesto quella piccola manciata di secondi per dichiarare la partita non conclusa per turbamenti esterni, il giudice sarebbe costretto ad applicare il codice alla lettera e ad emettere il verdetto sportivamente più giusto. Barbe dovrà scegliere tra il cuore, se ha facoltà d'interpretare lo spirito della legge, e le fredde norme regolamentari: non essendo Ponzio Pilato non potrà lavarsene le mani. E' opinione generale che Agnolin sceglierà la via più semplice: a risultato ampiamente acquisito, una decina di secondi non spostano sostanzialmente la questione. Anche in questo caso, comunque, il Napoli pagherà a carissimo prezzo il gesto irresponsabile dei suoi balilla delle tribune. Il bernoccolo sulla testa del segnalinee, i fondi di bottiglietta di birra e gli altri oggetti scagliati sui collaboratori dell'arbitro e su Furino sono elementi assai gravi a carico della società partenopea: si pagano con la squalifica del campo e con multe elevatissime a livello di milioni.
Al di là di questa questione puramente disciplinare, restano per la storia del campionato l'esaltante gioco della Juventus, la vittoria di proporzioni clamorose, l'indicazione limpida del futuro bianconero se sarà conservato alla squadra l'attuale schema di gioco scaturito dalla nuova utilizzazione di Bettega, che assume la doppia veste di uomo d'appoggio e di uomo di rifinitura, ed al più razionale dislocamento dei tre uomini fondamentali del centrocampo: Causio, Capello e Furino.
Praticamente la partita di Napoli ha confermato che la disposizione tecnico-tattica attuata ad Amsterdam per arginare e controbattere gli assalti dell'Ajax è valida per vincere superbamente il campionato. Tutto ne acquista: maggiore solidità e scioltezza l'apparato difensivo; più armonia e vasta produzione la lìnea di centrocampo che adesso è, esemplarmente e al tempo stesso, filtro e fonte di gioco; più vasta e concreta la proiezione offensiva alla quale tutti partecipano. Segna Altanifini, segna in mirabolante progressione Bettega, vanno in gol Damiani, Causio e Cuccureddu. E tutti concorrono a fare realizzare i gol. In sostanza riprende a muoversi - la macchina da gol che la Juventus aveva proposto all'inizio della stagione, con alcune varianti indubbiamente sostanziali e decisive, che tuttavia al ritorno di Anastasi potrebbero essere poste nuovamente in discussione se il centravanti bianconero non si dichiarasse disposto ad accettare il ruolo che attualmente è di Altafini, e al quale sembra non più portato con entusiasmo.
Il successo bianconero al San Paolo, dinanzi a 60 mila napoletani sbalorditi, accentua la parte di lepre che la Juventus interpreta da tre giornate. Una parte che essa recita disinvoltamente, senza incepparsi nelle battute, secondo il copione che le hanno assegnato le unanimi previsioni. Lo scudetto è ancora lontano, il discorso prematuro avverte Boniperti, però già esistono tutte le premesse per cominciare a imbastirlo. Tre punti sulle altre protagoniste avversarie in pectore, che non sempre dicono la propria parte, anzi la balbettano, compongono una distanza rispettabile sulla via che i bianconeri hanno deciso quest'anno di perseguire con calcolata determinazione.
Fulvio Cinti
tratto da: La Stampa 16 Dicembre 1974
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Black&White Stories: la super vittoria per 2-6 a Napoli del 1974
In uno stadio italiano, un pubblico così numeroso per una partita di calcio di Serie A non si era mai visto prima. Dicembre 1974: Napoli, metà mese, Natale alle porte, ma il sole e l’azzurro nel cielo non vogliono andarsene dal golfo che ha visto nascere la colonia greca di Partenope 28 secoli fa.
Stadio San Paolo, in programma la super sfida tra Napoli e Juventus - con i bianconeri guidati da Carlo Parola che vestono i panni della squadra da battere e i padroni di casa che invece vogliono provare a misurare le proprie ambizioni di successo, da seconda in classifica a soli due punti di distanza dalla vetta. La Juventus non vince in trasferta contro i partenopei da sette anni, ma le condizioni per un possibile trionfo quel giorno diventano da subito favorevoli, nonostante i 90.736 spettatori presenti - ancora oggi è il record di pubblico per un match di calcio giocato in Italia.
La parola chiave della gara è fuorigioco: il Napoli prova con la difesa alta a irretire l’attacco bianconero, ma dal primo minuto lo schema non funziona. Tanto che l’ex Altafini trova il gol del vantaggio al 26’, ma già in precedenza la Juventus avrebbe potuto comodamente segnare almeno tre reti. Poco importa, perché la strada diventa da subito spianata con Damiani che prima dell’intervallo realizza la sua doppietta personale segnando dal dischetto e poi correggendo di testa in rete il cross dalla destra di Capello.
UNA GARA FINITA CON 30 SECONDI D'ANTICIPO
Nella ripresa la Juventus dilaga, tanto da prendersi una delle più larghe vittorie in trasferta a Napoli della sua storia: Bettega realizza il gol del 4-0 al 51’, prima che Clerici con la sua doppietta renda il passivo meno amaro per gli azzurri (reti intervallate dal quinto sigillo bianconero firmato Causio). Infine, al minuto 83, il neo entrato Viola - chiamato a sostituire l’infortunato Furino, che a fatica riesce a raggiungere il tunnel che porta agli spogliatoi a causa delle intemperanze dei tifosi e del fitto lancio di oggetti - trova spazio in area a seguito di una punizione battuta corta, fissando il risultato sul 2-6.
Una partita che nel finale, visto il punteggio, non aveva più molto da dire e terminata con 30 secondi d’anticipo - dopo che, sugli spalti dell’allora San Paolo, si scatenò la rabbia di una parte dei tifosi partenopei, con il guardalinee colpito da una bottiglietta lanciata dal pubblico e le squadre costrette a scappare via scortate dalle forze dell’ordine.
Una curiosità: l’arbitro Agnolin dichiarò che la partita non si era conclusa nei 90 minuti regolamentari e così la gara non fu valida ai fini del concorso Totocalcio, ma rimase invece a lungo nella testa dei partenopei che soltanto in primavera riuscirono a rilanciarsi, tornando a contatto con la Juventus fino alla gara di ritorno quando, grazie al più classico dei gol dell’ex, il Napoli incassò la sconfitta per mano di Altafini, portando la Juventus alla conquista del 16° Scudetto della storia bianconera.
tratto da Hurrá Juventus 23 gennaio 2025