venerdì 14 febbraio 2025

14 Febbraio 1988: Juventus - Verona

É il 4 Ottobre 1987 e la Juventus ospita allo 'Stadio Comunale' di Torino l' Hellas Verona. 

I giallobblu, dopo i fasti del sorprendente scudetto della stagione 1984-85, stanno notevolmente calando in un pericoloso 'limbo calcistico'.

Questa gara intanto é valida per la quarta giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1987-88.

É ancora una Juventus in pieno alto mare in questa stagione. Dopo l'abbandono di Michel Platini, la squadra (affidata a Rino Marchesi) non riesce a trovare la solita quadratura. Alla fine di questo campionato i bianconeri si piazzeranno in sesta posizione e dopo un emozionante spareggio contro il Torino acciufferanno il piazzamento UEFA per i capelli. 

I veneti al termine del campionato si posizioneranno in decima posizione - ad appena due punti dal Avellino retrocesso in Serie B.


Buona Visione!  



juventus


Stagione 1987-1988 - Campionato di Serie A - 4 ritorno
Torino - Stadio Comunale
domenica 14 febbraio 1988 ore 15:00 
JUVENTUS-VERONA 0-0 
 
JUVENTUS: Tacconi, Bruno P., (c) Cabrini, Bonini (Vignola 82), Brio, Tricella, Mauro (Alessio 67), Magrin, Rush, De Agostini, Laudrup. 
A disposizione: Bodini, Siroti,Caverzan 
Allenatore: Rino Marchesi 
 
VERONA: Giuliani, Bonetti D., Volpecina, Berthold, Fontolan, Soldà (Pioli 89), Volpati, Galia, Pacione, Di Gennaro, Elkjaer 
A disposizione: Copparoni, Sacchetti, Verza, Gasparini. 
Allenatore: Osvaldo Bagnoli 
 
ARBITRO: Magni P.L. 
AMMONIZIONI: Bruno P. 10, Brio 90 (Juventus); Elkjaer 10 (Verona)




La Juve paga errori Magni
Anche la sfortuna: si accanisce contro i padroni di casa: contro i legni della porta veneta s'infrangono i tiri di Rush. De Agostini e Mauro

TORINO — Partita e Magni da dimenticare, se possibile, per la Juventus. Ma la classifica è sempre più pesante, il gioco è ancora più improvvisato che costruito. Il resto, contro un Verona in piena convalescenza, l'hanno fatto errori, sfortuna e arbitro.

Laudrup ha sprecato una favorevolissima occasione al 40', la più limpida della partita, dopo aver calciato precipitosamente e fuori misura un pallone delizioso (25') propostogli da Tricella. I legni della porta dell'incerto Giuliani si sono opposti ad una conclusione ravvicinata (38') di un Rush piacevolmente vivo, ad una bordata tremenda dell'esuberante e concreto De Agostini (40', subito dopo l'errore già ricordato del danese al rimbalzo), ad un tiro-cross dalla destra di Mauro (67'), che è stato compensato per la fortunata prodezza con la sostituzione.

A frenare le altre puntate bianconere, frequenti soprattutto nel primo tèmpo (di fronte ad una squadra gialloblù sovrastata nel gioco soprattutto per carenze sue) sono arrivate le interpretazioni dell'arbitro, già, sorprendente nella «normale» valutazione dei falli. Per abitudine non le discutiamo, visto che il direttore di gara è sempre più vicino di noi al fattaccio, ma stavolta Magni ha davvero esagerato nell'usare la versione della.non intenzionalità per negare il penalty ai bianconeri. La Juventus ed i suoi tifosi, per quanto ridotti a pattuglie, hanno protestato quattro volte.

Tentiamo una moviola scritta, su episodi da area di rigore. Già al 10° Rush è finito a terra, abbracciato da Fontolan, quando stava scattando su un pallone smorzato da Brio di testa. Otto minuti dopo la prima scena madre. Centro dalla destra, mischia, ancora Rush che cerca la porta con una rovesciata, palla diretta in porta e fermata nettamente dal braccio di Fontolan. Involontarietà discutibilissima.

Ripresa. Il Verona azzarda qualche offensiva e si scopre. Al 77' Alessio (subentrato a Mauro) si lancia su un tocco laterale di Rush: rotola a terra sulla pressione di DI Gennaro (il «meno rigore» dei tre). E ancora Magni accomodante all’ 80': Laudrup scatta su un lancio verticale, si fa spazio, ed è pizzicato fra Bonetti (il suo arcigno angelo custode) e Fontolan. Il formaggino danese finisce schiacciato nel sandwich,' ma l'arbitro era ancora prò Verona.

Che la Juventus sia lontana da una squadra spettacolo è ormai scontato, ma è ora che si cominci a darle quanto le sue fatiche per costruire un gol meritano. Piove sul bagnato, Insomma, e sempre contro i bianconeri. A fronte delle occasioni (sbagliate o bloccate col beneplacito di Magni) della squadra di Marchesi, gli uomini di Bagnoli hanno balbettato a lungo. Si sono limitati a spezzare il gioco avversario, lasciando soli in avanti Elkjaer (confusionario, ma. almeno pronto a lottare) sorvegliato da Brio, e Pacione (povero lui) a confronto del roccioso Bruno.

Tacconi sino al 56' era senza, voto in pagella, ma in tre minuti ha dovuto salvare due volte, di piede, la sua rete: -prima con un provvidenziale anticipo su Galia lanciato da Berthold, quindi su Pacione partito centralmente in affondo bucando la difesa avversaria. Sono stati i due soli pericoli per la porta della Juve. I bianconeri sotto la spinta lucida di De Agostini, grazie al lavoro continuo di Bonini e ai lanci di Mauro dalla destra, hanno cercato più di altre volte 11 punto di riferimento Rush, il cui movimento ha impegnato a fondo la coppia Fontdlàn-Volpati.

Gli scatti di Laudrup (festeggiato ieri sera da una sessantina di tifosi danesi, assieme a Berggreen ed Elkjaer) hanno creato problemi a Dario Bonetti, ma al momento della conclusione Michael ha clamorosamente fallito la mira. Nello .schema bianconero, ieri Brio ha rinunciato a qualche proiezione offensiva per consentire a Tricella di sganciarsi. In queste sporadiche occasioni abbiamo rivisto il «libero» che conoscevamo. Ma il bisticciò tattico bianconero, che coinvolge due giocatori importanti, è àncora sili tappeto. Restiamo del parere che con Brio libero di andare sotto, la porta avversaria solo sui calci piazzati per sfruttare l'ottimo colpo di testa, Tricella potrebbe essere un miglior sostegno alla manovra del centrocampo. Uno dei tanti problemi da risolvere per il domani.

Bruno Perucca 
tratto da: La Stampa 15 febbraio 1988





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