É il 10 Aprile 1996 e Juventus e Udinese si sfidano nella nona Giornata del Girone di Ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1995-96 allo Stadio ‘delle Alpi‘ di Torino.
La Juventus guidata in panchina dal 'maestro' Marcello Lippi, dopo aver rivinto lo Scudetto dopo ben otto anni adesso pensano in grande. Pensano alla Champions League (che conquisteranno a Roma). Ed infatti i bianconeri non giocano come sanno in campionato e si fanno 'rubare' il titolo dal Milan. Alla fine sará secondo posto.Dall'altre parte i friulani disputano un campionato nelle attese e terminano il campionato a metá classifica.
Buona Visione!
Buona Visione!
Torino - Stadio Delle Alpi
Mercoledì 10 aprile 1996 ore 20:30
JUVENTUS-UDINESE 2-1
MARCATORI: Stroppa 15, Ravanelli 27, Vierchowod 84
JUVENTUS: Rampulla, Torricelli, Ferrara C., Porrini (Paulo Sousa 32), Pessotto G., Di Livio, Conte A., Deschamps, Del Piero (Vierchowod 74), Vialli (Padovano 67), Ravanelli
Allenatore: Marcello Lippi
UDINESE: Battistini G., Pellegrini (Ametrano 82), Matrecano, Calori, Bertotto, Helveg, Rossitto, Giannichedda, Desideri (Shalimov 64), Stroppa (Poggi 87), Bierhoff
Allenatore: Alberto Zaccheroni
ARBITRO: Bolognino
ESPULSIONI: Torricelli 61 (Juventus)
Nel finale i bianconeri (in dieci) superano l'Udinese in vantaggio con StroppaJuve, l'orgoglio della rimontaViercbowod dà la sesta vittoria consecutivaTORINO. Una vittoria probabilmente inutile, la sesta consecutiva, visto il successo del Milan a Cagliari, ma «bella» per come la Juventus l'ha cercata e voluta. Sotto di un gol (Stroppa, ex Milan...), in dieci per mezz'ora (Torricelli espulso), altri si sarebbero arresi. Non i campioni d'Italia. Le reti di Ravanelli e Vierchowod gonfiano le statistiche (25 punti su 27 nelle ultime nove partite) e infliggono la quarta sconfìtta di fila a un'Udinese bravina nel controgioco, ma assolutamente greve e impacciata nel gestire la superiorità numerica.Lo sciopero, questa volta, lo fanno i tifosi: soprattutto gli abbonati. L'arena è semi deserta. Il ritmo, blando. L'epurazione di Zaccheroni colpisce Oregon, Ria (squalificato), Ametrano, Shalimov e Poggi. Fra i pali c'è Battistini. Al fianco di Calori, Matrecano. Poi S. Pellegrini stilla fascia destra, in coppia con Helveg, là dove operano Pessotto e Del Piero. Quindi Giannichedda (classe 1974) a centrocampo, fra Rossitto e Desideri, molto largo, a sinistra. E Stroppa, il pendolo intorno al quale oscilla il modulo (4-4-2, 4-5-1).Un tiro di Desideri, alto. Un'intesa Ravanelli-Dei Piero, sventata in tuffo da Battistini. E al 16', improvviso, il gol dell'Udinese. Da Stroppa a Bierhoff, difensori svagati, cross del tedesco, rinvio sghembo di un «pretoriano» e tranciarne di Stroppa dal limite. La Juve entra in partita piano piano. Le fasce sono intasate (Pellegrini Helveg contro Pessotto-Del Piero a destra, Bertotto-Desideri contro Torricelli-Di Livio a sinistra), lo stesso dicasi del centro, alla luce del generoso pròdigarsi di Rossitto e Giannichedda nella zona di Conte e Deschamps. A Madama non resta che un'arma: la velocità, il pressing. Detto fatto.Il pareggio è frutto, al 27', di un'azione Vialli-Di Livio e di uno splendido controllo-girata di Ravanelli dal cuore dell'area. L'Udinese barcolla. Ferrara di testa, sfiora la traversa e reclama il rigore. Vialli, su lancio di Ferrara, si scrolla di dosso Calori e timbra un palo clamoroso (31'). Lippi avvicenda Porrini, nervosetto? acciaccato?, retrocede Deschamps e propone Sousa. La Juve, adesso, preme in forze, con forza. Helveg e Pellegrini, ammoniti, ne sono la prova. Il danese, da lontano, stuzzica Rampolla. Fioccano i calci'd'angolo: e su uno di questi, calibrato da Pinturicchio, Ferrara si mangia un gol fatto. Poco ci manca che la nemesi, stizzita, non punisca tanta prodigalità. Sbaglia Pessotto, e su Pellegrini assalitore solitario rimedia Rampulla, in extremis.Ravanelli e Vialli, su cui si affaccendano Calori e Matrecano, impegnano Battistini. Alla ripresa, la Juve palesa, qui e là, una censurabile foga. Attacca, si scopre, rischia. Nel giro di un minuto, dal 15' al 16', Battistini recupera su Ravanelli e salva su Di Livio, smarcato in diagonale da Sousa. La tensione gioca un brutto scherzo a Torricelli, espulso, al 18', per aver accompagnato la richiesta di una rimessa laterale con il gesto di voler scagliare la palla addosso al guardalinee (il signor Fiori di Ravenna), il tutto condito, probabilmente, da qualche vaffa fuori ordinanza.La Juve schiuma di rabbia. Shalimov sostituisce Desideri (spento), Padovano, a sorpresa, rileva Vialli. E poco dopo esce pure Del Piero, rimpiazzato da Vierchowod, Padovano e Rava nelli costringono Battistini a spericolate acrobazie. Un'incursione di Sousa semina il panico. La notizia del secondo gol del Milan, una coltellata al cuo re, gela il popolo, ma non disar ma i campioni. Fa poco, l'Udinese, per trarre profitto dal l'uomo in più. Molto poco. Troppo poco. Madama non si dà per vinta. Ha un sussulto. E al 39', mentre Rossitto, a terra, viene ammonito per simulazio ne, raddoppia. Così: angolo di Pessotto, incornata di Vierchowod. Sette minuti di recupero e finale allo spasimo: da una parte, traversa di Shalimov ed erroraccio di Bierhoff; dall'altra, tuffo di Conte e paratissima di Battistini. I tifosi tornano a ruggire. Finito è il campionato non la Juve.Roberto Beccantinitratto da: La Stampa 11 aprile 1996