Attraverso il Canale Youtube Ufficiale della Juventus vi proponiamo un gustoso amarcord di questa data odierna. É il 1 Giugno 1967 e Juventus e Lazio si sfidano nella Diciasettisima Giornata del Girone di Ritorno del Campionato di Serie A 1966-67 allo Stadio ‘Comunale' di Torino.
É una Juventus che conquista il suo tredicesimo Scudetto con un finale a sorpresa nell'ultima giornata del campionato. Infatti tutti danno la 'Grande Inter' come prossima vincitrice dell massimo traguardo. Peró un 'harakiri' nerazzurro a Mantova da il tricolore ai nostri 'eroi'.
Dall'altra parte c'é la Lazio che vive una stagione da dimenticare e deve salutare la massima divisione e retrocedere in Serie B.
Buona Visione!
Ed ecco arrivare il 1° giugno. Ricapitoliamo la classifica: Inter 48, Juventus 47. I nerazzurri si recano in casa del Mantova, già salvo. La Juve invece va a fare visita alla Lazio inguaiata nella lotta salvezza. Accade ciò che nessuno si aspetta. Al Martelli il portiere interista Giuliano Sarti, brillante protagonista dell’annata, incappa in una papera clamorosa su tiro-cross dell’ex compagno di squadra Di Giacomo: 1-0.
Contemporaneamente a Roma la Juventus batte 2-1 la Lazio, condannandola alla retrocessione in B, grazie ai gol di Bercellino e Zigoni (ininfluente il rigore del debuttante laziale Di Pucchio). La Juventus conquista quindi il suo 13° scudetto, nel modo più rocambolesco e inatteso. Lo stesso Gianfranco Zigoni dichiarerà nel 2008: “Lo scudetto del ’67, quello conquistato all’ultima giornata, è merito di Heriberto Herrera. Noi calciatori avevamo già mollato, lui no. L’Inter tecnicamente era superiore, la Juve una squadra operaia. Però abbiamo vinto e ce lo siamo anche meritato“.
Tratto da: www.mondosportivo.it
Stagione 1966-67 - Serie A - 17esima di Ritorno
Torino - Stadio Comunale
Giovedì 1 Giugno 1967 ore 18.00
JUVENTUS-LAZIO 2-1
Marcatori: 47' G.Bercellino, 62' Zigoni (J), 87' rigore Di Pucchio (L)
Juventus: Anzolin, A.Gori, Leoncini, G.Bercellino, E.Castano, Salvadore, Favalli, Del Sol, Zigoni, Cinesinho, Menichelli
Allenatore: Heriberto Herrera
Lazio: Cei, Zanetti, Masiello, Carosi, Pagni, Castelletti, Di Pucchio, Burlando, Morrone, Marchesi, Sassaroli
Allenatore: Maino Neri
Arbitro: Monti
I bianconeri conquistano lo scudetto imponendosi nettamente alla Lazio: 2-1
II primo tempo finisce 0-0
All'inizio della ripresa Bercellino porta in vantaggio i torinesi
In quel momento si apprende per telefono che l'Inter perde a Mantova
Lo stadio scoppia in un urlo di gioia
Sullo slancio i bianconeri segnano ancora (Zigoni)
La Lazio su "penalty" accorcia le distanze
Incidente a MarchesiLa Juventus è diventata campione d'Italia ieri allo Stadio nel tardo pomeriggio di una giornata di sole. Erano le diciannove e due minuti, un istante che i tifosi del calcio ricorderanno con emozione, l'istante in cui lo scudetto è tornato a Torino, dopo un lungo e sfibrante inseguimento dei bianconeri nei confronti dell'Inter. Bercellino aveva già portato in vantaggio i torinesi, con un goal che è il simbolo della loro tenacia. Bercellino si era infortunato scontrandosi, piede contro piede, con Cerosi. Era stato costretto a lasciare il posto abituale di difensore, per passare all'attacco. Aveva una caviglia gonfia, ma non pensava neppure a rallentare il ritmo. Giù, con slancio, in ogni mischia, giù con volontà caparbia a contrastare ogni pallone, a scattare su ogni passaggio. Zoppicava leggermente, quasi non se ne accorgeva tanto era l'impeto suo e dei suoi compagni. Su un calcio d'angolo battuto da Cinesinho deviato da Favalli, respinto debolmente da Carosi. Bercellino era balzato alto per colpire il pallone di testa. La palla era terminata nella rete di Cei. Sono passati pochi minuti da quel goal, forse tre forse quattro.
Dalla cabina radio un collega in contatto con il centro si è sporto agitando le braccia. Poi ha alzato il dito di una mano e nell'altra ha chiuso in cerchio, indice e pollice per indicare lo zero. Tutti hanno capito. Uno a zero. Un «1-0» che si riferiva a Mantova-Inter. I nerazzurri stavano dunque perdendo, i nerazzurri erano superati in classifica. La notizia e volata lungo le gradinate per le misteriose vie dell'intuito e della passione, come volano tra la folla tutte le informazioni attese con ansia. L'Inter perde, la Juventus è campione! Da quel momento la partita è stata uno scontro agonistico duro e caparbio (la Lazio ha sempre lottato per salvarsi e non è mai apparsa rassegnata), ma è stata anche un dialogo fatto di mute domande, di incoraggiamenti e anche di timore.
Così per tutta la ripresa, una ripresa aspra, combattuta con vigore, giocata a nervi tesi. Tutto il contrario di quello che era successo nel primo tempo. La gara che doveva decidere dello scudetto per la Juventus e della retrocessione per la Lazio si è iniziata infatti in modo sorprendentemente scialbo. Forse il caldo, forse l'emozione, forse lo schieramento tenacemente difensivo dei romani bloccavano le azioni. Il fatto è che nei primi quarantacinque minuti gli episodi di rilievo sano risultati ben pochi. Alcuni attacchi condotti da Gori, un tiro di Menichelli. Al 17' un pallone scagliato da Leoncini finiva sulle mani del terzino Mastello. Nessuna volontarietà da parte del difensore. L'arbitro non concedeva il penalty. Perfettamente giusto. Se insistiamo sul fatto d soltanto per domandare al signor Monti perché mai, a parti invertite (palla che colpisce a sorpresa un braccio di Castano su tiro di Morrone), egli quasi al termine della gara abbia invece fischiato un rigore. Forse per offrire una consolazione ai laziali.
Due decisioni, l'una chiaramente in contrasto con l'altra, è difficile notare in una stessa partita. Per fortuna l'errore finale dell'arbitro non ha influito sul risultato. Tornando alla cronaca del primo tempo è da segnalare il forte colpo alla caviglia ricevuto da Bercellino in uno scontro con Carosi, un difensore sempre piuttosto deciso. La ripresa inizia con Bercellino all'attacco e subito nasce il goal della Juventus. Salvadore, portatosi égli pure in avanti, crea il corner da cui scaturisce il colpo di testa del centromediano. E' la quarta rete di Bercellino in questo campionato e sono state tutte reti decisive. La Lazio cerca di reagire ma subisce un altro infortunio. Marchesi, uno dei suoi elementi migliori, urta proprio contro Bercellino. Cade a terra pesantemente, picchiando il polso appena guarito da una recente frattura. Contemporaneamente si fa male alla spalla. Il laziale cerca di stare in campo, ma al 25' dovrà abbandonare l'incontro. Nel frattempo ancora su calcio d'angolo Cinesinho serve Zigoni ed il centravanti, che all'ultimo momento era stato preferito a De Paoli, si proietta di testa e segna. Due a zero. Il risultato per la Juventus è ormai assicurato, tutti trepidano ora per la lontana partita di Mantova e nella confusione quasi passa inosservato l'assurdo rigore «regalato» al 31' ai laziali. Il giovane Di Pucehio, un elemento di 23 anni che ha esordito bene in una partita amara per la sua squadra, batte con violenza il penalty e segna. Siamo al 32' minuto e la Lazio, ormai provata, non può più rimontare. Il fischio conclusivo dell'arbitro quasi non si ode nel trambusto di incoraggiamenti, di evviva che scendono dalle gradinate. Lo sente però un ragazzino, pronto a scavalcare la barriera per dare inizio alla più spettacolare invasione pacifica di campo mai vista a Torino. Il giovane tifoso riceve in premio la maglia di Zigoni. Si mette a girare per lo stadio sventolando il trofeo e facendo capriole. I laziali se ne vanno a testa bassa. La loro sconfitta li porta in serie B. Intanto i due cancelli di sbarramento si aprono e centinaia, e migliaia di sostenitori bianconeri si accalcano per portare in trionfo i giocatori, per sbracciarsi, per agitare le bandiere a strisce. E' una scena sorprendente per l'entusiasmo e la passione sportiva. Chi ha mai detto che i tifosi di Torino sono freddi!
Paolo Bertoldi
tratto da: La Stampa 2 Giugno 1967