venerdì 16 maggio 2025

16 Maggio 1982: Catanzaro - Juventus

É il 16 Maggio 1982 e Catanzaro e Juventus si sfidano nella quindicesima (ed ultima) giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1981-82 allo Stadio 'Comunale' di Catanzaro.

Con questi due punti i nostri eroi conquisteranno il ventesimo scudetto della Vecchia Signora. Il tutto dopo una lotta lunga, difficoltosa (e con strascichi polemici incredibili). Infatti in classifica lo squadrone bianconero stacca di un solo punto i rivali della Fiorentina. Compare così la seconda stella sulle maglie bianconere. 

La forza della squadra bianconera é indiscutibile! Tant'é che gran parte dell'undici titolare della Juve sará protagonista (pochi mesi dopo) della conquista della Coppa del Mondo con la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio di Spagna '82.

Buona Visione!



catanzaro





Stagione 1981-1982 - Campionato di Serie A - 15 ritorno
Catanzaro - Stadio Comunale
domenica 16 maggio 1982 ore 16:00
CATANZARO-JUVENTUS 0-1
MARCATORI: Brady rigore 75

CATANZARO: Zaninelli, Celestini, Salvadori, Boscolo (Cascione 46), Santarini, Peccenini, Mauro, Braglia, Borghi, Sabato, Bivi (Palese 71)
A disposizione: Bertolini, Cardinali, Nastase
Allenatore: Bruno Pace

JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cabrini, (c) Furino, Brio, Scirea, Marocchino (Bonini 85), Tardelli, Rossi P., Brady, Virdis (Fanna 53)
A disposizione: Bodini, Osti, Galderisi
Allenatore: Giovanni Trapattoni

ARBITRO: Pieri C.
AMMONIZIONI: Gentile (Juventus); Braglia (Catanzaro)




La seconda stella è il regalo d'addio alla Juventus dell'irlandese, freddo esecutore del rigore che ha battuto il Catanzaro 
La mano di Celestini, il sinistro di Brady 
Nessun dubbio sull'illecita parata del terzino calabrese sul tiro di Fanna, a un quarto d'ora dalla fine
I bianconeri hanno dominato la partita e costruito numerose palle gol, colpendo due pali
Polemiche per l'intervento in area di Brio su Borghi al 36' 

DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE 
CATANZARO — Sulla roulette dello scudetto la pallina s'è fermata sul numero 20, pari, «passe», bianconero. Su rigore trasformato, con rara freddezza, dal «ripudiato» (per cause di forza maggiore) Liam Brady al 75', la Juventus, campione d'Italia uscente, si è aggiudicata la storica doppia stella. Alla Fiorentina, fermata a Cagliari, l'onore delle armi, ma la Juventus anche a Catanzaro ha confermato di essere la più forte.

Una vittoria di... rigore, non tanto perché arrivata dal dischetto, quanto per la superiorità dimostrata dalla squadra di Trapattoni contro un avversario che niente ha concesso sul piano dell'impegno agonistico. Anche i calabresi recriminano per un penalty non concesso da Pieri al 36' del primo tempo. Mauro da destra lanciava Borghi che, in area, entrava in collisione con Brio e finiva a terra. Lo stopper aveva allargato il braccio destro, dando l'impressione di trattenere l'avversario: forse gli estremi del rigore c'erano, ma l'arbitro era di diverso avviso. Un episodio, comunque, da moviola. 

Nessun dubbio, viceversa, su quello che ha deciso l'incontro e il campionato. L'azione è scaturita da un caparbio spunto di Brady, che era salito in cattedra nella ripresa con grande autorità. L'irlandese serviva Marocchino, che si produceva in uno scatto poderoso e centrava per Rossi, il quale di testa girava sul palo; la sfera tornava in mischia e Fanna (subentrato a Virdis dal 52') tirava due volte a rete: sulla seconda il terzino Celestini intercettava, quasi sulla linea, col braccio allargato. Pieri questa volta fischiava la massima punizione, fra l'esultanza del giocatori bianconeri. 

Contemporaneamente dalla curva Ovest — dove campeggiava un bandierone della Fiorentina insieme con quelli giallorossi e da dovè, prima dell'inizio, s'era alzato in cielo uno striscione viola con un grosso scudetto, sollevato da palloncini — partiva un fitto lancio di oggetti vari. Brady piazzava il pallone sul dischetto ed aspettava che la buriana si calmasse. Sulle sue spalle calava improvvisamente una enorme responsabilità, la più «pesante» ma anche la più esaltante nei due anni vincenti trascorsi in Italia. Poi il tiro: una finta, un sinistro basso, angolatissimo e imparabile, sulla destra del bravo Zaninelli. I pugni al cielo, Brady finiva soffocato dagli abbracci dei compagni. E mentre le migliaia di tifosi juventini esultavano, un'altra bottiglia di plastica colpiva il braccio di un guardalinee: un gesto che costerà una multa salata al Catanzaro. 

La partita finiva praticamente dopo il rigore, con la Juventus che amministrava abilmente il risultato, controllando senza affanno i calabresi che producevano l'ultimo forcing alla ricerca del pareggio. Bonini all'84' dava il cambio a Marocchino, che era stato fra i migliori, lottando con lucida determinazione, al pari di un grande Brady e di Tardelli che, dopo la «suspense» dei giorni scorsi, aveva deciso di giocare dopo un ultimo provino. 

Proprio a Tardelli erano capitate le tre occasioni più limpide. La prima al 7'. Scirea si sganciava in profondità e serviva Virdis, che toccava a Rossi, il quale fintava splendidamente per Tardelli: grande destro a fil di traversa che Zaninelli, con un balzo, alzava in corner. Sembrava quasi il replay della parata di Castellini, sullo stesso Tardelli, domenica scorsa. La seconda al 47'. Sulla punizione di Gentile, Tardelli si smarcava sotto porta e di testa, con Zaninelll fuori causa, incocciava la parte superiore della traversa. La terza al 54': un servizio di Brady scavalcava la difesa, ma Tardelli, da favorevole posizione, sprecava. 

Il generoso e sfortunato Tardelli non era il solo a sfiorare il gol. Ci avevano provato anche Virdis (14'), che di testa appoggiava a lato; Rossi (22' e 44'), ma Zaninelli non si lasciava superare; Brio (69'), che di testa anticipava il portiere di un soffio, ma il pallone si perdeva sul fondo; Fanna (70'), con un tiro deviato in corner in extremis. Sull'1-0 ancora Rossi, con una bella azione sulla sinistra, scodellava un pallone diabolico dal fondo campo sotto la traversa, ma Zaninelli, con prontezza di riflessi, deviava in calcio d'angolo.

Tutto questo, al di là delle polemiche che ha sollevato e solleverà il sospètto rigore di Brio, conferma che il successo juventino di ieri è legittimo, anche se il Catanzaro ha fatto in pieno la sua parte alla ricerca di un risultato di prestigio. I calabresi erano tranqullli, senza problemi di clasiffica dopo l'ottimo campionato, mentre la Juventus si giocava tutto. 

Mauro, il «gioiello» di Pace, era attivissimo e costringeva Cabrini, sceso in campo con un'iniezione antidolorifica al piede destro, a faticare. Bivi, il cannoniere del Catanzaro, era invece bloccato da un Gentile attentissimo e attivo negli appoggi, mentre Brio non solo controllava bene Borghi, ma si portava sotto, come faceva spesso Scirea, alla ricerca del gol. Quando il «libero» si sganciava, Furino presidiava magnificamente la zona difensiva, al punto che Zoff doveva svolgere un lavoro di ordinaria amministrazione, senza pericoli di rilievo tranne una folgore di Cascione (subentrato a Boscolo dopo l'intervallo), che sorvolava la sbarra trasversale al 51'. 

Una gara sostanzialmente corretta, priva di falli cattivi anche se tiratissima, disputata in un clima abbastanza teso sugli spalti più che in canili Pieri estraeva il cartellino giallo soltanto due volte, per ammonire Braglia (proteste) e Gentile. La Juventus ha avuto anche il merito di mantenere sempre la calma, malgrado il gol tardasse ad arrivare, grazie alla sua vasta esperienza, all'abitudine a vincere certe battaglie. Calma che lo stesso Rossi ha dimostrato di aver assimilato, nonostante non avesse mai vinto niente in precedenza. 

«Pablito» è apparso in crescendo, per nulla turbato da quanto era accaduto all'aeroporto di Sant'Eufemia alla vigilia, e ha dato un il concreto apporto a questa partita decisiva. 

Bruno Bernardi


Le pagelle di un anno da Zoff a Trapattoni 

DINO ZOFF (30 presenze, voto 7,5) E' il portiere meno battuto, grazie anche alla difesa, della serie A e mai in 10 campionati con la Juve aveva subito così poche reti. Nonostante i suoi 40 anni, è riuscito ad avere un rendimento costante. Classe, fisico, piú mestiere: questa là formula magica di «San Dino» che ha scoperto l'elisir di lunga durata. 

CLAUDIO GENTILE (27 presenze, 2 gol, voto 7,5) Una roccia che, talvolta, s'è trasformata in... pietra preziosa. I suoi costanti progressi tecnici lo classificano tra i più forti difensori d'Europa, forse del mondo, a patto che non smarrisca l'umiltà e non si lasci tentare dalla voglia di strafare. 

ANTONIO CABRINI (29 presenze, 5 gol, voto 7,5) Non è riuscito ad eguagliare i 7 centri del campionato precedente, ma come terzino cannoniere si è espresso sovente sui livelli del 78, la stagione che al Mundial lo consacrò campione di razza. E' maturato sul piano tattico. 

GIUSEPPE FURINO (27 presenze, voto 8) Gli anni passano (ne compirà 36 il 5 luglio prossimo), ma «Furia» non si placa. Ancora una volta è stato il fulcro del centrocampo, tra i più redditizi per agonismo, tenuta, esperienza. Un «playmaker» da combattimento. 

SERGIO BRIO (29 presenze, 1 gol, voto 8) Da gigante (troppo) buono a stopper ruggente. «Miracolato» dopo la delicatissima operazione al ginocchio sinistro, ha smentito coloro che non lo ritenevano «da Juventus», fermando quasi tutti i suoi diretti avversari e partecipando attivamente, sui calci piazzati e sui corners, alle offensive. Un'arma tattica in più. 

GAETANO SCIREA (30 presenze, 5 gol, voto 7,5) Mai era andato così spesso a bersaglio in un campionato, a conferma della sua polivalenza. Il «libero» con licenza di segnare ha però sempre presidiato, con intelligenza e interventi puntualità retroguardia. 

DOMENICO MAROCCHINO (29 presenze, 1 gol, voto 7) Per la prima volta titolare di partenza, il vercellese ha dimostrato dì poter reggere un intero campionato, sia pure con alti e bassi, ma nonostante l'elevato numero di partite disputate s'è rivelato meno incisivo a rete che nel due anni precedenti, anche se è cresciuto alla distanza. 

MARCO TARDELLI (22 presenze, 3 gol, voto 7) Noie muscolari gli hanno imposto qualche «stop» che ha influito sul suo rendimento. Tuttavia ha dato un buon contributo, anche se non eccezionale, per l'agonismo, la vitalità e la mentalità vincente che mai gli è venuta meno. 

GIUSEPPE GALDERISI ( 16 presenze, 6 gol, voto 7,5 ) Lanciato in mischia, l'esordiente «Nanu» ha avuto un periodo... gigantesco in cui non solo non ha fatto rimpiangere Bettega, ma è stato definito «Galderossi» o il «piccolo Maradona». Poi è un po'calato, 'denunciando qualche ingenuità dovuta all'età acerba. In lui c'è la stoffa, il talento. E' molto più d'una promessa. 

LIAM BRADY (29 presenze, 5 gol, voto 7) Un campionato con pochi acuti. Ha risentito della mancanza di Bettega che, per il suo tipo di gioco, era un grosso punto di riferimento, e anche di quella, sporadica, di una «spalla» come Tardelli. Dall'irlandese era lecito aspettarsi dì più, anche se il suo apporto è stato valido (e il suo rigore decisivo). 

PIETRO PAOLO VIRDIS (30 presenze, 9 gol, voto 7,5) Doveva essere un rincalzo di lusso, viceversa s'è riconquistato subito il posto e l'ha difeso con risultati soddisfacenti, anche se ha cambiato ruolo e «partner» e se ha avuto delle pause. Solo in B, col Cagliari, aveva segnato di più (18 reti): è il capocannoniere bianconero. 

MASSIMO BONINI (18 presenze, 1 gol, voto 7) Per essere alla sua prima stagione in Serie A, ha giocato moltissimo (14 gli spezzoni). S'è confermato un «jolly» importante, sostituendo Furino, Tardelli, Brady e fungendo anche da ala tattica. Gli manca un pizzico di personalità per completarsi. 

PIETRO FANNA 19 presenze, 1 gol, voto 6,5 ) Era un torneo in cui avrebbe dovuto «sfondare» definitivamente, invece ha compiuto qualche passo indietro mantenendosi al di sotto delle sue possibilità, deludendo chi credeva in lui e perdendo il posto di titolare che s'era conquistato faticosamente nella stagione '80-'81. Ha giocato interamente solo 5 partite. Il tiro che ha provocato il rigore-scudetto non lo riscatta del tutto. 

CLAUDIO PRANDELLI (8 presenze, voto 6) Se la pubalgia non l'avesse bloccato, sicuramente questo centrocampista «tuttofare» avrebbe collezionato qualche gettone in più. Merita, comunque, la sufficienza per essersi tenuto pronto (prima dell'infortunio) alle chiamate. 

ROBERTO BETTEGA (7 presenze, 5 gol, voto 8) Era lanciatissimo, capocannoniere, quando Munaron gli rovinò sul ginocchio sinistro che il professor Pizzetti gli ha ricostruito. Sperava di tornare in squadra nel finale, ma non c'è riuscito. Malgrado il valore di Galderisi, la classe di Bobby-gol sarebbe servita. 

CARLO OSTI (6 presenze, voto 6,5) Non è facile mantenersi in forma sapendo di avere pochissime probabilità di giocare. Il suo merito è proprio quello di non aver mai tradito la fiducia di Trapattoni quando l'allenatore l'ha inserito in prima squadra. 

PAOLO ROSSI (3 presenze, 1 gol, voto 7 ) Due anni di assenza per squalifica, un ritorno brillante, poi l'inevitabile enpasse in attesa di riprendere piena confidenza con il clima agonistico. A Catanzaro si è avvicinato alla forma migliore. Non gli si poteva chiedere di più. 

ROBERTO TAVOLA (3 presenze, voto 6) Impostato anche da terzino smistro, ha avuto rarissime occasioni per mettersi in luce, ma ha raccolto qualche scampolo di gloria. 

LUCIANO BODINI (nessuna presenza) Ha scaldato, per il quarto campionato consecutivo, la panchina. L'ombra discreta, silenziosa del sempiterno Zoff. 

GIOVANNI TRAPATTONI (voto 8) Nonostante la perdita di Bettega ed altre assenze di rilievo, il tecnico ha sempre trovato soluzioni alternative (Galderisi e Bonini in particolare) in una «rosa» peraltro assai valida. Oltre ad aver impostato un'ottima preparazione, dosando le forze, ha avuto il grosso merito di tenere la squadra nella giusta tensione che, dopo la conquista del 19° scudetto, rischiava di avere... cadute. Tatticamente la Juventus, sfortunata in Coppa dei Campioni, ha svolto il gioco più moderno.

Bruno Bernardi




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