É il 2 Febbraio 1996 e Cagliari e Juventus si sfidano nella seconda giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1996-97 allo Stadio 'Sant'Elia' di Cagliari.
La Juventus é Campione d'Europa in carica mentre il Cagliari lotta sempre per non scendere fra i cadetti. A fine campionato i bianconeri saranno incoronati ancora Campioni d'Italia (sará la ventiquattresima volta) mentre gli isolani terminano la propria stagione in quart'ultima posizione, troppo in basso per evitare la retrocessione.
Buona Visione!
Cagliari - Stadio Sant'Elia
domenica 2 febbraio 1997 ore 14:30
CAGLIARI-JUVENTUS 0-0
CAGLIARI: Sterchele, Pancaro, Villa, Minotti, Scugugia, Bettarini (Dario Silva 46), Muzzi (Loenstrup 90+3), Berretta, Sanna, O'Neill, Tovalieri (Cozza 85)
A disposizione: Abate, Tinkler, Taccola, Bressan
Allenatore: Carlo Mazzone
JUVENTUS: (c) Peruzzi, Porrini, Ferrara C., Montero P., Torricelli, Di Livio, Deschamps, Zidane, Jugovic, Del Piero (Vieri C. 80), Padovano (Amoruso 69)
A disposizione: Rampulla, Pessotto G., Iuliano, Lombardo, Tacchinardi
Allenatore: Marcello Lippi
ARBITRO: Boggi
AMMONIZIONI: Tovalieri, Minotti, O'Neill (Cagliari)
ESPULSIONI: Montero P. 35 (Juventus)
Le barricate del Cagliari fermano la Juventus, in dieci dal 34' per l'espulsione di Montero
Una dolce Signora ritira gli artigli
Del Piero scompare subito, il più vivace è Di LivioCAGLIARI DAL NOSTRO INVIATO
Partite come questa, sono foglie che il vento nasconde al cuore della gente e, per fortuna, trascina alla periferia estrema della memoria. Il Cagliari non ha coraggio, la Juventus è troppo dolce. Il pareggio che riassume il polveroso sferragliare delle squadre, altro non è che la logica conseguenza di una contesa avara e sordida, orientata da un paradosso di fondo: il Cagliari gioca meglio in undici contro undici; Madama, dopo l'espulsione di Montero.
Raccontare sfumature è un esercizio precario. Scottato da ardenti tizzoni, Mazzone si cautela, sfoderando un 5-4-1 che ha in Minotti il libero, Villa e Scugugia i carabinieri deputati alla guardia di Del Piero e Padovano, Pancaro e Bettarini i lembi esterni di una coperta super-imbottita. Una sola punta, Tovalieri. E tutti gli altri, da Muzzi a Berretta, da Sanna a O'Neill, a ostruire valichi e seminare mine sui sentieri di Jugovic, Zidane, Deschamps e Di Livio. La Juve si offre con una sicumera per lo meno discutibile. Non morde, non aggredisce, si sposta in branco. Languida e fredda come i capezzoli di una strega. Spalle alla porta, Del Piero scompare subito, Padovano quasi. Spazi intasati e ritmo mieloso creano grossolani ingorghi, anche perché sono pochi i giovanotti che si smarcano o hanno la fiamma ossidrica di un Boksic. Non sarà facile, visto com'è arroccato il Cagliari, ma tanto valeva provarci con un po' più di spavalderia.
Il primo tempo di Pancaro e Muzzi merita l'applauso. Il Cagliari imperversa sul fianco sinistro della Juve, là dove un incerto Porrmi, precettato d'urgenza al posto del febbricitante Pessotto, e uno svagato Jugovic patiscono gli uno-due, stretti e ficcanti, che portano Muzzi, Pancaro e O'Neill, quando si allarga, a pericolosi cross: e non a caso, su uno di questi, firmato dall'uruguagio, Tovalieri incorna a fil di palo. I campioni del Mondo gigioneggiano. Un lancio di Di Livio per Jugovic, anticipato da Sterchele, un assolo di Zidane, suggellato da uno scarabocchio, qualche rasoiata di Monterò a scavalcare il centro campo. Nient'altro.
Cagliari e Juventus si annusano in sordina, senza stanarsi. E quando, al 34', Montero si fa espellere per fallo da ultimo uomo su Muzzi, l'arroganza tattica spinge Lippi a lasciare le cose così come sono, non un difensore in più e un attaccante in meno come consigliano i sacri testi, ma il varo di un estemporaneo e temerario 3-4-2. Se il risultato ne frena la marcia, alla luce, soprattutto, dell'abbuffata della Sampdoria chez Arrigo, l'intreccio della ripresa ne conforterà l'ardire.
Torricelli, Ferrara e Porrini stringono al centro. L'inesauribile Di Livio viene dirottato a sinistra, sulle orme di Muzzi, con Jugovic a destra. Mazzone richiama Bettarini e sguinzaglia Silva.
Una punta in più contro un avversario ridotto in dieci: elementare, Watson. Ma Silva è Silva, la parodia del bomber. Piuttosto, nei panni di don Carlo, avremmo lasciato Pancaro dov'era, a destra. Il dirottamento sul versante opposto si risolve in un colpo di freno, e non di frusta. Il secondo tempo è noioso e velleitario. Del Piero e Padovano sono soffocati. Zidane, ogni tanto, alza la testa. La Juve controlla le operazioni con un agio fin lì sconosciuto. Attenzione, però: tiri nello specchio, zero; emozioni, idem. Le staffette tra Padovano e Amoruso, e fra Del Piero e Vieri, seguono il mesto corso degli eventi. Di Livio e Deschamps non tollerano intrusi. La Juve non può sempre andare ai cento all'ora: e quando non ci va, per un motivo o per l'altro, eccola costretta a scendere a patti. Il Cagliari se ne infischia delle lingue di fuoco che sprigionano dalla sua terrificante classifica, e si adegua alle paciose scaramucce.
La palla buona capita, in flagrante contropiede, proprio a Silva: il meno indicato, il più imbranato. Gli ingressi di Cozza e Lonstrup sanno di drittate rubasecondi. Sembra, la Juve, un gattone sazio dei tanti topi divorati. Un gattone che fa la siesta, e non una tigre in agguato, famelica, onnivora. Quanto basta per far paura ai tremebondi soldatini di Mazzone, ma non ai fieri e implacabili corsari di Eriksson.
STERCHELE 6,5. Si guadagna la pagnotta nascondendo per ben due volte la porta all'arrembante Jugovic.
PANCARO 6,5. Nel primo tempo, sembra un intercity. Nel secondo, un «locale». Anche perché Mazzone lo trasferisce da destra a sinistra.
VILLA 6,5. Si occupa, a turno, di Del Piero e Padovano, Vieri e Amoruso. Li limita entrambi, in capo a un'opposizione molto «inglese».
MINOTTI 6. Ora in linea, ora staccato, un libero concreto e malizioso.
SCUGUGIA 6. Dalla fitta boscaglia che è la difesa del Cagliari, emerge il suo ruvido machete. Del Piero, Padovano: non è giornata.
BETTARINI 5,5. Al guinzaglio di Di Livio, il migliore della Juve.
(Dal 1' st Silva 4. Doveva essere l'uomo in più. Doveva).
MUZZI 7. La Juventus lo eccita. Gioca a tutto campo e sfodera una partitona. Procura anche l'espulsione di Montero. Soltanto Di Livio, nel finale, riesce a placarne l'impeto.
(Dal 48' st Loenstrup sv. Giusto un assaggino).
BERRETTA 6. Tiene d'occhio Zidane, dà una mano sulla fascia. Prezioso.
SANNA 6. Non è facile sradicare palloni dalle fauci di Deschamps Ci prova, e, ogni tanto, ci riesce.
O'NEILL 6,5. Sprazzi ardenti, inclusa una morbida parabola per la testa di Tovalieri. Impari a essere più continuo.
TOVALIERI 5. Una velenosissima incornata, e stop. Troppo poco, per un Cobra.
(Dal 40' st Cozza sv. Aderisce di buon grado all'armistizio).
PERUZZI 6. Visto che gli avversari non lo stuzzicano, si diverte a fare il libero: di testa, di piede. Una pacchia.
TORRICELLI 6. Esterno destro, diligente e, qui e là, provvidenziale.
FERRARA 6. Lo sculettante Tovalieri ne mette a durissima prova nervi e tentacoli. Così così.
MONTERO 5. Aveva cominciato con apprezzabile vigore. Sorpreso da Muzzi (ma non solo lui: anche Ferrara e Torricelli), non si fida di Peruzzi e si immola di persona.
PORRINI 5,5. Sostituisce Pessotto, afflitto da problemi intestinali. La fascia sinistra non è il suo pane. Soffre le accelerate di Pancaro. Meglio nella ripresa, quando slitta al centro.
DI LIVIO 7. Il suo timbro e la sua duttilità lo segnalano fra i più incisivi. Un tempo a destra, l'altro a sinistra. Gran palla a Jugovic. E quando va su Muzzi, Muzzi stacca la spina.
DESCHAMPS 6,5. Non sempre ispirato, ma sempre roccioso.
ZIDANE 6,5. Alterna tocchi felpati e sapienti a momenti di sommo impaccio. Il francese crea e spreca un'occasione di rara bellezza. Non al massimo, ma quasi mai al minimo.
JUGOVIC 6. A sinistra, poi a destra. E' il solo juventino a presentarsi davanti a Sterchele.
PADOVANO 5. Accerchiato e soverchiato, non centra mai la porta. E per una volta, più che Gabetto, ricorda Geppetto.
(Dal 24' st Amoruso sv. Segue la corrente, senza lampi).
DEL PIERO 4,5. Vuole il Pallone d'Oro? Pedali. Non ci siamo.
(Dal 36' st Vieri sv. Fa il pivot, a fuochi spenti).
L'arbitro BOGGI 6,5. Il cartellino rosso che ha mostrato a Montero è ineccepibile. Per il resto, un po' fiscale, ma mai negligente.
Roberto Beccantini
brani tratti da: La Stampa 3 febbraio 1997
"La Juve Campione d'Europa e del Mondo si presentò al Sant'Elia contro un Cagliari impegnato in una disperata lotta per non retrocedere. Giovanni Trapattoni (doppio ex presente in tribuna) assegnò quel giorno la vittoria di partita e scudetto alla Juve, auspicando però un pareggio per l'amico Mazzone, tecnico dei rossoblù. E proprio il pareggio venne fuori. Montero si fece espellere nel primo tempo per fallo da ultimo uomo su Muzzi, lasciando i suoi in 10 per buona parte della gara. Una gara di grande sofferenza, con il Cagliari capace di contenere gli assalti bianconeri e di pungere in contropiede, sfiorando il gol in alcune occasioni. Anche la Juve andò vicina a segnare nonostante l'inferiorità, ma tanto Zidane, quanto Jugovic sprecarono malamente. A questi si aggiunsero anche Del Piero e Padovano veramente opachi e spenti. E così maturò lo 0-0 finale. La Juve non riuscì a scrollarsi Parma e Samp, cosa che riuscì comunque a realizzare a fine stagione conquistando lo scudetto numero 24, mentre il Cagliari non riuscì a mantenere la categoria scendendo in B."
tratto da: Pagina Facebook: Alé Goeba