É il 27 Ottobre 1985 ed Udinese e Juventus si sfidano nell'ottava giornata del girone di andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1985-86 allo Stadio 'Friuli' di Udine.
La Juventus si appresta a vincere il suo ventiduesimo tricolore con una squadra che sta vivendo sugl'ultimi spiccoli di splendore di 'LeRoi' Michel Platini. Allenati da Giovanni Trapattoni (al suo ultimo campionato alla Juve prima di trasferirsi all'Inter) i bianconeri mettono a distanza la Roma di Sven Goran Eriksson vincendo 'in volata' lo Scudetto. I Giallorossi saranno protagonisti tanto di una rimonta insperata quanto di una rovinosa caduta nella penultima gara di campionato in casa contro la gia retrocesso Lecce.
Dall'altra parte c'é la squadra friulana che dopo un campionato tra alti e bassi riesce nel suo intento di evitare la retrocessione in Serie B.
Buona Visione!
Udine - Stadio Friuli
domenica 27 ottobre 1985 ore 14:30
UDINESE-JUVENTUS 1-2
MARCATORI: Serena A. 20, Favero 50, Cabrini autorete 82
UDINESE: Brini, Galparoli, Baroni, Storgato, Edinho, De Agostini, Chierico, Colombo (Dal Fiume 46), Carnevale, Miano, Criscimanni (Zanone 73)
A disposizione: Abate, Susic, Pasa
Allenatore: Luis Vinicio
JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini (Pioli 90), Bonini, Brio, (c) Scirea, Mauro, Manfredonia, Serena A., Platini, Laudrup
A disposizione: Bodini, Caricola, Pin, Pacione
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Casarin
AMMONIZIONI: Mauro, Manfredonia (Juventus); Edinho, Storgato (Udinese)
Una saggia Juventus non ha problemi al «Friuli» dopo il bel gol del centravanti
Serena mette in crisi l'Udinese
Favero raddoppia, poi autogol di Cabrini (il primo della carriera)
Il finale è tutto degli uomini di Vinicio, ma il risultato non cambia più
In bella evidenza Platini, opaco Laudrup dopo lo splendido avvio di stagioneUDINE-La Signora Omicidi ha colpito ancora, per l'ottava volta, spietata, inesorabile. L'Udinese, vittima di turno, non ha avuto scampo: ci ha messo l'anima per fermare la Juventus-record, ma s'è trovata sotto di due gol (Serena e Favero) e solo l'autorete di Cabrini, la prima della carriera, con un perfetto colpo di testa all'incrocio dei pali, la copia esatta di quello di Serena, ha messo un po' di suspense sul risultato rendendo drammatici gli ultimi otto minuti durante i quali i friulani hanno sfiorato il pareggio.
Sulla legittimità del successo, comunque, non ci sono ombre. E' stata una vittoria scientifica di uno squadrone che ha rimesso i panni della provinciale ma ha sapientemente amministrato gioco ed energie, tenendo conto della fatica di Verona. Con umiltà ha chiuso i varchi, manovrando di rimessa com'e ormai consuetudine, specie in trasferta, in questo scorcio di campionato che la vede mattatrice assoluta, con 16 punti, 16 gol all'attivo e 3 al passivo. Una media-scudetto che ha creato il vuoto alle sue spalle dove l'Inter è l'unica, a 4 che abbozza una qualche resistenza.
Ieri Platini ha ripetuto Verona come atteggiamento tattico, ma con maggior disponibilita a mettere il suo genio al servizio della squadra. Non sempre ha trovato collaborazione, da parte di Laudrup che, dopo le prodezze d'avvio di stagione, sta concedendosi una pausa, ha smarrito un po' smalto, luciditá e non riesce a sfruttare al meglio il dribbling, lo scatto e in progresstone il cambio di marcia che sono le sue prerogative. Anche Mauro, che ha fornito il magnifico cross del gol di Serena, appare talvolta macchinoso, non sempre preciso nel passaggi. Quando Laudrup e Mauro saranno al top, il contropiede della Juventus diventerà ancora piú micidiale.
Per il resto, il centrocampo ha fatto filtro grazie all'opera di Manfredonia, Bonini (che ha stretto i denti per la solita spalla dolorante) e di Platini. La difesa, in cui Brio ha prevalso nettamente su Carnevale andando anche a colpire una traversa sul 2-0, ha fatto in pieno il proprio dovere e solo sulle punizioni di Edinho e nel farraginoso finale su conclusione di Miano e dello stesso brasiliano, Tacconi ha confermato di attraversare un periodo di gran forma.
Positivi Cabrini (malgrado l'autorete) e Scirea. Ma il migliore in campo è stato Favero, che oltre a stroncare di piedi e di testa i tentativi del friulani, ha firmato con un'azione capolavoro la sua prima rete in serie A.
E così l'Udinese ha perso l'imbattibilità interna che durava da circa sei mesi, da quando cioè la Roma aveva fatto l'en plein al Friuli. Non è bastato lo stoicismo di Edinho che, malgrado i postumi della distorsione al ginocchio destro, s'è battuto come un leone, cercando con tutte le energie il pareggio sia sul calci da fermo che nelle mischie. Il pubblico ha anche contestato Casarin gridandogli
"Venduto, venduto!"
ma l'arbitro, pur non in giornata di gran vena, ha visto giusto negli episodi in cui la squadra di Vinicio ha reclamato il rigore per una caduta di Edinho tra Manfredonia e Scirea (65') e per un contrasto tra Cabrini e Carnevale (85').
Piuttosto l'Udinese e Baгоni devono recitare il mea culpa per li gol di Serena che ha sbloccato la partita, indirizzandola sul binario voluto dalla Juventus, al 20'. Su bel cross di Mauro, Baroni non è saltato per contrastare Serena che, con un'incornata degna di John Charles, ha infilato l'incrocio del pali sulla sinistra dell'impietrito e incolpevole Brini. Da quel momento la Juventus ha giocato sul velluto.
In apertura di ripresa, Vinicio tentava la carta Dal Flume, all'esordio in campionato e nell'Udinese, al posto di Colombo che aveva trovato in Cabrini un baluardo insuperabile. Dopo un pallonetto di Miano bloccato da Tacconi, la Juventus piazzava in seconda mazzata (50). Favero vinceva un tackle con Chierico a metà campo, scattava sulla destra, scambiava con Serena, entrava in area vanamente inseguito da Baroni e di piatto insaccava a fil di palo, con la complicita di Brini rimasto colpevolmente fermo. Magnifica discesa, perfetta l'esecuzione.
Sul 2-0 la partita si scaldava e Casarin ammoniva Galparoli, Mauro, Sorgato, Edinho e Manfredonia. La Juventus legittimava il risultato giunzagliando Brio che, su punizione di Platini, di testa incocciava prima le mani di Brini e poi la traversa (57'). L'Udinese si lanciava a testa bassa. Tacconi deviava in corner una pericolosa punizione di Edinho (61'). Un'altra del brasiliano lambiva il palo (67) e un suo maligno destro trovava il portiere plazzato. Entrava Zanone per Criscimanni (74). E all'82' quello che non t'aspetti. Su traversone di Chierico, Cabrini, per paura di colpire il pallone nella regione della ferita rimediata a Verona, con la tempia insaccava imparabilmente.
La possibilità di raddrizzare una partita ormai persa moltiplicava le forze e il morale dell'Udinese, ma Tacconi negava a Miano il pareggio (87) e un colpo di testa di Edinho finiva di un soffio fuori. Con un'occasione per Serena si chiudeva, tra i fischi (di rabbia) del pubblico, una gara vibrante segnata da un'altra storica impresa dei campioni d'Europa.
Bruno Bernardi
tratto da: La Stampa 28 ottobre 1985