lunedì 12 maggio 2025

12 Maggio 1996: Bari - Juventus

É il 12 Maggio 1996 e Bari e Juventus si sfidano nella diciasettesima (ed ultima) giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio Serie A 1995-96  allo Stadio 'San Nicola' di Bari.

La Juventus guidata in panchina dal 'maestro' Marcello Lippi, dopo aver rivinto lo Scudetto dopo ben otto anni adesso pensano in grande. Pensano alla Champions League (che conquisteranno a Roma). Ed infatti i bianconeri non giocano come sanno in campionato e si fanno 'rubare' il titolo dal Milan. Alla fine sará secondo posto. Dall'altre parte c'é un Bari che saluta mestamente la massima serie e scivola in Serie B.

Buona Visione!



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Stagione 1995-1996 - Campionato di Serie A - 17 ritorno
Bari - Stadio San Nicola
domenica 12 maggio 1996 ore 16:00 
BARI-JUVENTUS 2-2
MARCATORI: Montanari autorete 20, Protti 45+1, Vialli 69, Protti 85

BARI: Fontana, Montanari, Sala, Mangone (Ripa 46), Annoni P., Parente, Pedone, Ingesson (Ventola 46), Gerson, Andersson (Ficini 70), Protti
A disposizione: Gentili, Andrisani
Allenatore: Eugenio Fascetti

JUVENTUS: Rampulla, Torricelli (Tacchinardi 46), Ferrara C., Porrini, Pessotto G., Di Livio, Conte A., Deschamps, Del Piero (Jugovic 67), (c) Vialli, Ravanelli (Padovano 60)
A disposizione: Visentin, Lombardo
Allenatore: Marcello Lippi

ARBITRO: Messina



Il capitano: nella testa c'è solo l'Ajax 
«Conte e Deschamps saranno i nostri punti di forza» 

Braveheart. Cuore impavido, cuore di Vialli. Il capitano coraggioso, decide ancora lui. Anche se poi i compagni si distraggono e rovinano tutto. Ma che fa. Bari è un passaggio, una tappa, un riferimento geografico al cospetto della partita che tutti aspettano. Così fatti e misfatti si fondono in un mix di sensazioni, di emozioni forti di cui il capataz come sempre si fa interprete. 

Nella bolgia barese Gianluca diventa anche l'unica voce juventina oltre a Lippi. Le sue parole arrivano soltanto attraverso il telefono cellulare. Ci saranno trenta metri fra gli spogliatoi e la sala stampa, ma è come se in mezzo ci fossero gli squali. Pericolo: la folla entusiasta sbarra il passo a tutti, Vialli tenta una sortita, poi desiste. Così pensieri e parole del leader arrivano via etere, ma sono lo stesso chiarissimi, lucidi, inquadrano alla perfezione il momento magico che la Juve si appresta a vivere. 
Dice Vialli: 
«Ormai è tutto finalizzato alla partita con l'Ajax. Le cose buone e gli errori sono tipici di una squadra che gioca per trovare la condizione e per cercare di mettere in pratica quello che chiede l'allenatore. La nostra mente è ormai alla finale. Cosi è normale che ci siano state delle imperfezioni, delle disattenzioni che purtroppo abbiamo pagato con il pareggio. Non contava Bari, contava mettere a frutto questa prova generale». 
L'importante è non prendere tutto per oro colato. In senso negativo e positivo. La Juve va incontro al giorno del giudizio forte di un grande pragmatismo, sicura di aver fatto il possibile per non sfigurare. Vialli cerca di mantenere un grande equilibrio. Glielo impone il ruolo di leader, ma anche la consapevolezza che non si possono emettere verdetti anticipati. Di una cosa è sicuro: 
«Ho visto due giocatori in condizioni splendide: Conte e Deschamps. Che Dio gli conservi la salute. É un buon segno, perché la sfida con l'Ajax si vincerà soprattutto nella zona centrale». 
Forse Vialli ha esagerato sulla prestazione dei due compagni, ma si vede che ce la mette tutta per tenere la truppa su di giri. Il problema del contratto, la Nazionale che gli volta le spalle fanno parte del dopo. Fino al 22 maggio il bravo professionista Vialli Gianluca non avrà testa che per la finale. Anche se i bianconeri inizieranno a fare conoscenza diretta con gli avversari soltanto da mercoledì attraverso le relazioni di Lippi e le videocassette, il capitano ha già ben chiaro in niente il disegno tattico della partita. 

E cosi lo espone: 
«Non dobbiamo commettere l'errore di imitarli, di scendere sul loro stesso piano. L'Ajax è più forte nel possesso di palla, gioca a memoria. La Juve ha forza e ritmo ed è con queste due doti che si può vincere. E in più abbiamo anche un pizzico di sana ignoranza che in talune occasioni ci rende imprevedibili». 
Tradotta dal lessico viallesco, ignoranza equivale forse a spregiudicatezza, imprevedibilità. Del resto anche Lippi disse che l'Ajax non ha mai giocato contro una squadra come la Juve. Quindi c'è qualche certezza in più. Aspettiamoci sorprese. 

Vialli ammette: 
«Sarà una partita diversa da tutte le altre, troveremo la lucidità che oggi ci manca. E ci vorrà soprattutto una grande umiltà, perché l'Ajax è meglio di noi in tante cose». 

Fabio Vergnano




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