domenica 27 aprile 2025

27 Aprile 1986: Lecce - Juventus

É il 27 Aprile 1986 e Lecce Juventus si sfidano nella quindicesima (ed ultima) giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1985-86 allo Stadio 'Via del Mare' di Lecce.

La Juventus con questi due punti vince il suo ventiduesimo tricolore con una squadra che sta vivendo sugl'ultimi spiccoli di splendore di 'LeRoi' Michel Platini. Allenati da Giovanni Trapattoni (al suo ultimo campionato alla Juve prima di trasferirsi all'Inter) i bianconeri mettono a distanza la Roma di Sven Goran Eriksson vincendo 'in volata' lo Scudetto. 

Il Lecce dal canto suo chiude un deludentissimo campionato salutando la Serie A, ma pero' avrá la 'colpa' di avere 'regalato' lo Scudetto ai bianconeri dopo aver sbancato l'Olimpico di Roma e battendo gli uomini di Sven Goran Eriksson.

Buona Visione! 


 

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Stagione 1985-1986 - Campionato di Serie A - 15 ritorno
Lecce - Stadio Via del Mare
domenica 27 aprile 1986 ore 15:30 
LECCE-JUVENTUS 2-3
MARCATORI: Mauro 69, Miceli 73, Cabrini 79, Serena A. 85, Di Chiara A. 86

LECCE: Negretti, Vanoli, Danova, Enzo, Di Chiara S. (Causio 59), Miceli, Raise, Barbas, Pasculli, Nobile, Di Chiara A. 
A disposizione: Pionetti, Colombo G., Paciocco, Rizzo
Allenatore: Eugenio Fascetti

JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, (c) Scirea (Pioli 82), Mauro, Laudrup, Serena A., Platini, Briaschi (Pin 55)
A disposizione: Bodini, Caricola, Pacione
Allenatore: Giovanni Trapattoni

ARBITRO: Agnolin L.
AMMONIZIONI: Serena A., Mauro 12, Brio 23 (Juventus)




Tre gol bianconeri a Lecce hanno scandito il successo che ha tolto le ultime ansie
Firmato Mauro Cabrini Serena
La partita sembrava avviata verso uno zero a zero faticoso per la Juve, piuttosto nervosa (ammoniti Mauro e Brio) e impegnata duramente dalla formazione di Fascetti Poi negli ultimi venti minuti la tripletta liberatrice alla quale i padroni di casa si opponevano con furore facendo 1-1 con Miceli e risalendo a 2-3 con Di Chiara

LECCE Juventus Miss Italia '85-86. Dopo la Coppa Intercontinentale conquistata a Tokyo a dicembre è arrivato lo scudetto n.22. E settimo per Scirea il sesto per Cabrini, il quarto per Brio, il terzo per Bonini, il secondo per Platini, Tacconi, Favero, Caricola e Bodini, il primo per Mauro, Laudrup, Serena, Briaschi, Pin, Pacione e Pioli. Uno scudetto sofferto e dunque più bello, vinto sul filo di lana dopo una stagione ricca di impegni ad alto livello.

A Lecce la Juve ha sofferto per oltre un'ora contro una squadra che, dopo l'incredibile exploit sulla Roma all'Olimpico, voleva congedarsi in bellezza dalla serie A. E c'e riuscita in pieno pur perdendo (3-2); va in serie B, salvo recuperi per la vicenda del calcio-scommesse a testa alta dopo aver impegnato allo spasimo i neo-campioni d'Italia che hanno avuto problemi a controllare le folate di rimessa di Nobile, Pasculli e Alberto Di Chiara.
Era una Juventus comprensibilmente tesa, a volte persino affannata. Il tridente determinava uno sbilanciamento e una specie di frattura fra le punte e il centrocampo dove Platini, non al meglio della forma, riusciva solo raramente a rifornire Briaschi, Serena e Laudrup peraltro poco disposti a smarcamenti rapidi, piuttosto statici per il considerevole sbalzo di temperatura fra Torino e Lecce che tagliava loro le gambe.

Sul tabellone luminoso dopo appena due minuti, era comparso il risultato di Como (1-0 per i lariani sulla Roma) che avrebbe dovuto sbloccare psicologicamente la Juventus consentendole di giocare sul velluto. Ma la posta in palio era troppo importante, il Lecce non era disposto a fare alcuna concessione e non avendo niente da perdere ma tutto da guadagnare sul piano dell'immagine, giostrava in scioltezza e sembrava avere una marcia in più nel clima estivo. Serena, in apertura di gara, non aveva sfruttato un bell'assist su punizione di Platini indirizzando sui pugni di Negretti da posizione angolata. Dopo questa palla-gol, la Juventus appariva impacciata e nervosa. Mauro (12) si lasciava andare ad un brutto fallo di reazione scalciando da terra Nobile e Agnolin non infieriva limitandosi ad ammonire lo juventino.
Il gioco era frammentario. La Juventus perdeva palle giocabili sulla trequarti campo favorendo il contropiede dei giallorossi di Fascetti (ancora confinato in tribuna e sostituito in panchina da Neri. II Lecce reclamava per un fallo di mano in area di Bonini al 20 che era chiaramente involontario e l'arbitro sorvolava al grido di 
"Venduto, venduto" 
Decisione impeccabile quella di Agnolin che al 23 ammoniva Brio per una gomitata in faccia a Pasculli. Anche Brio, come Mauro, aveva trasceso rischiando di prendere la via degli spogliatoi in anticipo. Un momento davvero critico per i bianconeri che si scuotevano al 27. Ancora Platini metteva un bel pallone sul piedi di Laudrup il quale, in posizione di tiro, indugiava e pol peccava di altruismo servendo quasi sul fondo Briaschi il cui diagonale sorvolava lo specchio della porta e si perdeva in fallo laterale.

Era un'altra ghiotta occasione fallita dal bianconeri. che rischiavano un minuto dopo di trovarsi in svantaggio. Su una mischia Brio pasticciava, non trovava più il pallone che era vicino ai suoi piedi ma Alberto Di Chiara, ben servito da Barbas, non riusciva ad approfittarne. Sul finire del tempo Platini commetteva qualche errore elementare, davvero insolito per un fuoriciasse del suo livello, ma zoppicava e si vedeva che non era nelle migliori condizioni. Una Juventus bruttina ma ugualmente incitata a gran voce da un pubblico per due terzi di fede bianconera.
Nella ripresa, dopo un brivido procurato da un violento sinistro di Raise. Trapattoni decideva (56') di togliere Briaschi, ormai a corto di carburante, inserendo un centro-campista in più Pin. La squadra appariva piu equilibrata e più incisiva. Al 58' su una combinazione Mauro-Platini. Serena mancava di un soffio il gol tirando sul portiere. Poi il Lecce inseriva l'ex juventino Causio al posto di Stefano Di Chiara per tentare di vincere la partita. Platini mancava una buona opportunita. Serena finiva sul cartellino giallo di Agnolin per proteste.

Al 69 arrivava il gol liberatore, il primo del cinque realizzati in soli diciassette minuti. Serena veniva bloccato fuori area da Miceli. L'arbitro fischiava una punizione in favore della Juventus che Platini calibrava per il destro di Mauro la cui volée, da fuori area, si insaccava a fil di palo, forse leggermente deviata da un avversario. Un gol da incorniciare. Ma la festà dei bianconeri era di breve durata poiché al 73, su corner di Causio, Miceli di testa infilava Tacconi con una beffarda parabola.

Tutto da rifare, mentre il risultato di Como era invariato e dava ossigeno alle speranze della Juventus. Pol al 79 il 2-1. Una punizione di Mauro da destra trovava pronti Serena e Cabrini all'appuntamento. L'attaccante mancava la palla, il terzino con una rovesciata di sinistro schiacciava alle spalle di Negretti. Ormai era fatta. Trapattoni inseriva ancora Pioli al posto di Scirea e all'85' arrivava la terza rete. Platini lanciava Laudrup che si involava sulla sinistra, vedeva Serena smarcato in posizione-gol, lo serviva alla perfezione e il centravanti piazzava il punto-scudetto. Era l'undicesima rete per Serena. Il Lecce non ancora domo riusciva ad accorciare le distanze all'86'. Su cross di Causio, testa di Pasculli sul palo e tocco decisivo di Alberto Di Chiara. Era l'ultima ernozione, poi cominciava la grande festa bianconera.

Bruno Bernardi





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