É il 15 Ottobre 1978 e Catanzaro e Juventus si sfidano nella terza giornata del girone di andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1978-79 allo Stadio 'Comunale' di Catanzaro.
É una Juventus (Campione d'Italia in carica) con grandi giocatori, un allenatore vincente (Giovanni Trapattoni) che peró non riuscirá a ripetere la conquista tricolore. Infatti lo Scudetto andrá al Milan.
Il Catanzaro dal canto suo riuscirá ad evitare quella che sarebbe stata una dolorosa retrocessione in Serie B.
Buona Visione!
Stagione 1978-1979 - Campionato di Serie A - 3 andata
Catanzaro - Stadio Comunale
domenica 15 ottobre 1978 ore 15:00
CATANZARO-JUVENTUS 0-0
Catanzaro - Stadio Comunale
domenica 15 ottobre 1978 ore 15:00
CATANZARO-JUVENTUS 0-0
CATANZARO: Mattolini, Sabadini, Ranieri, Menichini, Groppi, Nicolini (Gaiardi 89), Banelli, Orazi, Palanca, Improta, Zanini
A disposizione: Casari, Nemo
Allenatore: Carlo Mazzone
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Gentile, (c) Furino, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Virdis (Fanna 55), Benetti R., Bettega R.
A disposizione: Alessandrelli, Cabrini
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Menegali
RIGORI FALLITI: Causio 55 (Juventus)
AMMONIZIONI: Furino 27, Morini 70 (Juventus); Orazi 27, Banelli 71, Nicolini 82 (Catanzaro)
A Catanzaro Causio sbaglia un rigore ma il risultato è giusto
Juventus, un punto che vale
DAL NOSTRO INVIATOCATANZARO — La Juventus, viaggiando in perfetta media inglese, lascia la Calabria con un punto. Potevano essere due se Causio, al 55', avesse trasformato il rigore anziché calciare sulla traversa il «matchball» ma il risultato di parità, che mai si era verificato nei precedenti incontri di campionato con il Catanzaro, è giusto.
Nel primo tempo anche i giallorossi avevano colpito una traversa con un insidiosissimo tiro di Palanca che, poi, aveva impegnato Zoff in due difficili interventi. Il piccolo e baffuto centravanti, l'unica punta schierata da Mazzone dopo il forfait di Renzo Rossi, aveva dato filo da torcere a Morini risultando l'elemento più pericoloso. Il Catanzaro, conscio della superiorità tecnica della Juventus, aveva costruito una diga a centrocampo, contro la quale s'infrangevano le iniziative bianconere: uno schema a ventaglio che copriva il rettangolo di gioco in tutta la sua larghezza impedendo agli ospiti di sfruttare le fasce laterali e costringendoli a finire in un imbuto dal collo strettissimo e quasi impenetrabile. Tant'è vero che all'attivo dei campioni d'Italia, in 45 minuti, ci sono un tiro a lato di Benetti ed una innocua conclusione di Gentile bloccata con disinvoltura da Mattolini.Il Catanzaro agiva in pressing, chiudendo ogni zona utile alla Juventus che non riusciva ad incidere con Virdis, in giornata di scarsa vena, e con il «bomber» Bettega soffocato nella morsa Groppi-Menichini. Lo sfesso Causio non assicurava la consueta cifra di assist anche se, per liberarsi di Ranieri, doveva prodursi in tunnel e numeri più fini a se stessi che pratici. I centrocampisti, intrappolati nella ragnatela, vedevano spesso le loro iniziative sfumare sulla soglia dell'area avversaria mentre il gioco di rimessa del Catanzaro, ispirato da Improta e finalizzato dal vivacissimo Palanca era più concreto. Diversa la fisionomia della ripresa dove il calo del Catanzaro (Improta, Orazi, Nicolini, Banelli e Zanini scontavano la gran mole di lavoro svolto precedentemente) consentiva alla Juventus di crescere di tono e, pur non giocando con grande autorità, di creare le premesse per un successo che — sia detto per inciso — avrebbe avuto un sapore di beffa per i generosi calabresi.Recuperando Turone e Renzo Rossi, il Catanzaro potrà aspirare alla salvezza se continuerà a lottare come ieri. La Juventus deve ancora ritrovare al meglio uomini come Virdis, e Tardelli (che però ha reso meno del solito causa un indolenzimento alla spalla) mentre la leggera flessione di rendimento di Bettega, Gentile e Causio può rientrare nella normalità in attesa che la loro forma si stabilizzi su uno «standard» più regolare. Il cielo, terso alla vigilia della partita, era percorso da nuvoloni imbronciati: la minaccia di un temporale abbassava la temperatura offrendo alla Juventus un clima quasi ideale. La rinuncia a Renzo Rossi, dopo il provino negativo, obbligava Mazzone a schierare una formazione imbottita di centrocampisti. Il 6-2 con il Verona creava un comprensibile timore reverenziale nei confronti della Juventus e il Catanzaro si arroccava, lasciando in avanti il solo Palanca che, perà, veniva affiancato da Improta, Zanini, Nicolini e Orazi che a turno si sganciavano dando vita a manovre a largo raggio.La Juventus premeva di più ma era Zanini ad impegnare Zoff con un tiro velleitario. La replica dei bianconeri all'8': Cuccureddu appoggiava su Benetti che dal limite fiondava fuori bersaglio. Quattro minuti dopo, una combinazione Virdis - Tardelli - Benetti era interrotta da Groppi con una corta respinta su Gentile il cui tiro chiamava al lavoro Mattolini: una parata di ordinaria amministrazione, l'unica del primo tempo.Reagiva il Catanzaro e al quarto d'ora sfiorava il gol. Morini tentava di fermare fallosamente Palanca sulla trequarti bianconera ma perdeva l'equilibrio e finiva a terra: il centravanti, sbilanciato, si reggeva in piedi, scambiava con Orazi, fintava Scirea e di destro sferrava un bolide che faceva tremare la traversa, ad un metro dall'incrocio dei pali. I trentamila spettatori fremevano incitando la loro squadra che si faceva più coraggiosa. Al 21' altro brivido per Zoff: per un fallo di Gentile su Palanca, il Catanzaro beneficiava di una punizione di seconda. Improta toccava sul sinistro di Palanca ma Zoff, di piede, respingeva il violento fendente. Al 26' i calabresi reclamavano per un 'mani' in area di Morini: l'arbitro giustamente sorvolava poiché lo stopper, intervenendo con il petto, aveva involontariamente sfiorato il pallone con il braccio. Ammoniva invece Orazi e Furino per proteste, soffocando sintomi di nervosismo.La Juventus si riportava sotto ma il gioco non fluiva per mancanza di varchi ed era ancora Zoff (32') ad essere minacciato. Improta serviva Orazi che allungava su Palanca: il suo tiro era deviato dal portiere, poi Cuccureddu allontanava. Al 35' in un contrasto lungo la linea laterale, Virdis cadeva rovinosamente producendosi una forte contusione al gomito destro contro lo zoccolo in cemento che delimita il campo per destinazione. Dopo le cure tornava in gioco, dolorante, mentre Ranieri sventava un tentativo di tunnel di Causio e chiamava al lavoro Zoff con un tiro-cross. Menegali ammoniva anche Causio (41') che protestava perché l'arbitro aveva ignorato un sospetto 'mani' in area (involontario) di Improta. Il tempo si chiudeva con una uscita di Zoff su Improta lanciato a rete.Durante l'intervallo il pubblico sognava la vittoria del Catanzaro mentre qualche 'Ultras' contestava un cronista radiofonico. Nella ripresa il Catanzaro appariva in debito di ossigeno, soprattutto negli uomini che avevano speso di più come Improta, Nicolini e Orazi. Anche la difesa si scopriva e la Juventus, dopo un colpo di testa di Causio deviato in angolo da Mattolini (il 'barone' però, era in fuori gioco rilevato dall'arbitro) costruiva la prima palla-gol (55'). Furino centrava da destra per Bettega che smarcava Virdis in area per il tiro: Orazi, superato, non poteva fare altro che trattenere il sardo per la maglia. Menegali decretava il sacrosanto rigore. La folla tratteneva il fiato ed esplodeva in un boato di gioia quando il pallone calciato da Causio s'infrangeva sulla sbarra trasversale.L'errore di Causio dava morale al Catanzaro e Trapattoni al 56' decideva di inserire Fanna al posto del menomato Virdis che aveva giocato con un vistoso bendaggio al braccio destro. L'azione della Juventus si faceva più arrembante. Morini veniva ammonito per fallo su Palanca e al 74' Tardelli serviva Bettega che sparava a lato. Era l'ultima occasione. Poi le due squadre davano l'impressione di essere soddisfatte del pareggio. Il finale, senza storia, era caratterizzato dall'ammonizione di Nicolini (proteste) e dall'inserimento perditempo all'89' di Gaiardi al posto di Nicolini. La gente sfollava soddisfatta dal 'Comunale': il Catanzaro aveva fermato la 'terribile' Juventus.Bruno Bernardi
tratto da: La Stampa 16 ottobre 1978