É il 29 Gennaio 1978 e Foggia e Juventus si sfidano nella prima giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1977-78 allo Stadio 'Pino Zaccheria' di Foggia.
É una Juventus che domina il calcio italiano. Alla fine di questo campionato i bianconeri infatti conquisteranno il loro diciottesimo Scudetto. Nessuno puo starle dietro tant'è che al secondo posto si afferma la sorpresa Lanerossi Vicenza.
Dall'altra parte i rossoneri pugliesi sono destinati ad una dolorosa retrocessione all'ultima giornata.
Buona Visione!
Foggia - Stadio Pino Zaccheria
domenica 29 gennaio 1978 ore 14:30
FOGGIA-JUVENTUS 0-0
FOGGIA: Memo, Colla, Sali, Pirazzini, Bruschini, Scala, Nicoli, Bergamaschi, Bordon, Delneri, Braglia
A disposizione: Benevelli, Gentile, Iorio
Allenatore: Ettore Puricelli
JUVENTUS: Zoff, Cuccureddu, Gentile, (c) Furino, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Fanna (Boninsegna 59), Benetti R., Bettega R.
A disposizione: Alessandrelli, Cabrini
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Menegali
AMMONIZIONI: Morini, Gentile, Bettega R., Furino, Tardelli (Juventus)
ANCHE A FOGGIA UN PUNTO PREZIOSO
Foggia, 29 gennaio. A Foggia la Juventus ripete il risultato di Vicenza, ma solo a tratti ne ricalca il gioco, che tanto entusiasmo aveva suscitato sette giorni fa. Attacca con manovre piuttosto lente ed elaborate, con poca verve, con scarsa determinazione. Ogni tanto affiora la « grande Juventus », ma sono momenti isolati, pochi nell'intero arco della partita Quando Bettega ritrova il suo estro, quando Causio evita il dribbling esasperato, quando Tardelli ritrova il passo da campione, anche Fanna, sia pure con qualche ingenuità, svetta per eleganza e vivacità. Ma, lo ripetiamo, sono rari momenti di gioco contro un grigiore piuttosto pesante e qualche timore specie sul finire quando i foggiani, intravista la possibilità di fare il grande colpo, attaccano con decisione, con folate rapide, forse ingenue, ma tremendamente efficaci. La velocità disturba anche i migliori juventini.
Scirea si confonde, Cuccureddu incespica, Morini scivola, e per Zoff viene l'affanno. Sono momenti difficili. Sono pochi momenti ma importanti. Finisce zero a zero, con la disapprovazione del pubblico che non perdona a Menegali la decisione di concedere un calcio d'angolo anziché un penalty su intervento alla disperata di Zoff ai danni di Nicoli. L'episodio suscita discussioni, se ne parlerà a lungo, ma sarebbe sbagliato limitare l'indagine a quel solo momento. Poco prima Boninsegna viene trattenuto da Colla. Un primo tentativo fallisce, ne viene un secondo e Boninsegna sbaglia il tiro a pochi metri da Memo. Evidentemente Menegali concede la regola del vantaggio, perché Boninsegna rimane in piedi, così decide poco dopo di graziare anche Zoff che cadendo trascina Nicoli ormai solo davanti alla porta vuota ma con la palla lontana. Il pubblico ricorda il secondo momento e non il primo, e protesta. Si sente defraudato. Finisce con la contestazione, anche se il risultato piace a tutti.
Alla Juventus che supera senza gravi danni una trasferta pericolosa ed al Foggia, che dopo due sconfitte consecutive riesce a portare un punto alla sua classifica facendo un passo avanti verso la salvezza. Giocando su un terreno sdrucciolevole per la pioggia e contro un avversario ben protetto a centrocampo, la Juventus accusa i malanni che emergono ed ingigantiscono nelle giornate storte. Bettega ha qualche sprazzo ogni tanto, ma sembra affaticato, Causio esagera in un gioco individuale che non ha sbocco, Benetti è fermo e collabora poco nell'interdizione e nei rilanci. Tardelli è stanco. Lo si vede al primo tocco. Ha qualche reazione sul finire, ma non ha più la determinazione e la grinta di un tempo. E che cosa potrebbe fare Fanna? Poco o nulla Fanna è un palleggiatore istintivo, elegante, corre con grazia, tenta l'assolo, sbaglia qualche appoggio, si confonde e perde la posizione. Gioca con la maglia numero 9 ma non è centravanti, tanto che la Juventus adotta un attacco a tridente, ma è un reparto spuntato. Fanna a destra si arrangia, Bettega non può fare il centravanti in queste condizioni fisiche, Causio a sinistra si perde ancor più nei giochetti che tanti fastidi portano a lui ed alla squadra.
Questo tridente riceve poco aiuto dai centrocampisti in netta flessione. La lentezza di Benetti e di Furino, l'attuale fragilità di Tardelli determinano una manovra stanca, fatta di molti passaggi, tutti in linea, tutti preveaibili, molti purtroppo sbagliati. Chiaro che le punte non possono sfruttare la sorpresa perché la lentezza permette i recuperi. E' una Juventus che vuole giocare ma non sempre riesce. Non è questione di volontà e di determinazione. Forse qualcuno è stanco, forse i troppi impegni di società e di nazionale pesano molto. Sta di fatto che non bastano la grinta e la determinazione di Cuccureddu, di Gentile, di Morini per sopperire a tutte le lacune Tocca ai terzini laterali portare avanti il gioco in sostituzione dei centrocampisti, ma in queste condizioni la squadra si sbilancia in avanti favorendo le folate aggressive degli avversari che tentano il risultato a sorpresa.
Il Foggia gioca un calcio provinciale ma efficace, senza fronzoli con decisione e con caparbietà. I difensori non concedono spazio, solo raramente Pirazzini avanza ed appoggia gli attaccanti che invece sono costantemente seguiti da Del Neri e da Bergamaschi. Nicoli sta sulla linea dei mediani assieme a Scala per formare quella barriera di centrocampo che non consente sfogo ai gioco degli avversari. I pugliesi sono sistemati su doppia fila: in prima battuta Nicoli e Del Neri, in seconda posizione Scala, Colla e Sali con Bruschini incollato alle calcagna di Bettega. Pirazzini esce poco dalla sua area. Una o due volte soltanto li Foggia sfodera una «Maginot » mobile ed efficiente, utile e validissima contro cui naufragano senza remissione i fragili attaccanti juventini.
La situazione non muta neppure quando Trapattoni mette Boninsegna al posto di Fanna. Forse a Torino la variante avrebbe più successo, ma qui a Foggia bisogna correre perché i pugliesi non concedono respiro. Boninsegna accusa tutto il peso dei suoi anni e fa « da torre » in un settore dove sarebbe necessario correre. Esce cosi senza gol e con molte recriminazioni. I padroni di casa lamentano la decisione negativa di Menegali in occasione del calcio di rigore, i campioni d'Italia rimpiangono almeno due palle-gol fallite da Causio prima e da Bettega poi. Piove ed il terreno è molto sdrucciolevole. La Juventus prova ad avanzare con un duetto Causio-Gentile, su cui esce bene Memo che devia in angolo. Il Foggia non si sbilancia, preferisce rimanere nella sua zona e non rischiare guai. Al 20' nuovo assalto juventino. Gentile serve Bettega che pennella a Causio un pallone invitante. Pare fatta, Causio stoppa di petto ed al mezzo salto devia verso Memo che in uscita manda in angolo. E' la prima occasione sbagliata dalla Juventus.
Risponde il Foggia e Zoff corre rischio su un corner battuto da Del Neri con palla che Bordon corregge di testa verso Bergamaschi. Il tiro è preciso, ma incoccia la faccia di Gentile e finisce nuovamente in corner. La manovra è vivace, forse infiorata di errori, forse difetta di eccessiva elaborazione, ma non è mai stucchevole. Si arriva verso la fine con un gioco volante CausioBettega-Fanna-Bettega, tiro ravvicinato dell'ala con palla che sfioia il montante sinistro della porta di Memo. Il pubblico applaude sportivamente. Gli episodi salienti del gioco non sono molti neppure nella ripresa, che vede il netto risveglio dei padroni di casa. Al 57' nuovo assalto juventino con Causio-Bettega, Gentile che tira, Memo sarebbe superato, ma Del Neri è sulla linea di porta e rinvia. Entra Boninsegna e la Juventus assume uno schieramento con Causio a destra, Boninsegna al centro e Bettega a sinistra. Non muta l'assetto difensivo foggiano.
I padroni aumentano il ritmo e sovente i difensori juventini sono sorpresi fuori posizione. C'è affanno nel gioco dei bianconeri alla disperata ricerca del gol. Scirea sovente abbandona la sua posizione creando guai con recuperi lenti. Si va verso un inevitabile zero a zero, quando Bettega dà a Boninsegna circondato da tre avversari. L'azione è in piena area, « Boni » sgomitando si fa largo, ma viene trattenuto da Colla una prima e poi una seconda volta. Menegali concede evidentemente la regola del vantaggio. Lo juventino calcia sbilanciato e Memo para. Arriviamo a pochi minuti dal termine. La difesa juventina è infilata da un lungo lancio di Bergamaschi che pesca Nicoli solo al centro dell'area. Scirea è a terra, Morini scivola, Gentile è lontano, Cuccureddu non può intervenire. Nicoli si allunga troppo la palla proprio nel momento in cui Zoff esce. L'impatto fra il portiere che si butta e l'attaccante che cade è netto. Menegali concede il calcio d'angolo (88'). Decisione giusta? Dalla tribuna un giudizio sarebbe impossibile. Il pubblico protesta, urla, insulta. Menegali continua a fischiare come può, trascina la partita fino al 93', ammonisce Tardelli per un fallo, poi ferma e decide di mandare tutti negli spogliatoi. Un finale convulso chiude la partita non bella ma neppure noiosa, che il Foggia ha meritatamente pareggiato contro una Juventus un po' fragile a centrocampo con qualche giocatore fuori condizione forse stanco per i troppi impegni di campionato e in nazionale.
Giulio Accatino
tratto da: La Stampa 30 gennaio 1978