lunedì 5 maggio 2025

5 Maggio 1985: Napoli - Juventus

É il 5 Maggio 1985 Napoli Juventus si sfidano nella tredicesima giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1984-85  allo Stadio 'San Paolo' di Napoli.

I Bianconeri sembrano piú concentrati sulla Coppa dei Campioni (coppa che vinceranno nella tragica notte del Heysel) e sono lontani dalla testa della classifica del campionato. In testa invece c'é sorprendentemente il Verona che dopo una cavalcata splendida vince il suo primo Scudetto

Dall'altra parte c'é il Napoli che termina il campionato in una mediocre ed anonima metá classifica.

Buona Visione! 



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Stagione 1984-1985 - Campionato di Serie A - 13 ritorno
Napoli - Stadio San Paolo
domenica 5 maggio 1985 ore 16:00 
NAPOLI-JUVENTUS 0-0

NAPOLI: Castellini, Bruscolotti, De Simone, Celestini, Ferrario (Ferrara 29), Marino, Bertoni, Bagni, Caffarelli, Maradona, Dal Fiume
A disposizione: Di Fusco, Boldini, Favo, Penzo
Allenatore: Rino Marchesi

JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, (c) Scirea, Vignola, Tardelli, Rossi P. (Koetting 66), Platini, Boniek (Prandelli 46)
A disposizione: Bodini, Limido
Allenatore: Giovanni Trapattoni

ARBITRO: Mattei
AMMONIZIONI: Favero, Bonini (Juventus); Bagni (Napoli)




A Napoli la difesa della Juventus è riuscita a frenare la voglia di vincere dell'asso argentino
Pari tra Maradona e Platini
Il francese, stanco per il duro impegno in nazionale, non è quasi entrato in partita 
Grave per i bianconeri l'assenza di Briaschi 
Rossi e Boniek acciaccati 
Buon rientro di Brio, che ha annullato Bertoni, e del portiere Tacconi

NAPOLI- Zero gol, poco gioco e tanta noia fra Napoli e Juventus, nella sfida della paura. Maradona, alla vigilia del viaggio-lampo in Argentina, aveva promesso di regalare agli 85 mila spettatori del San Paolo quella quella vittoria in casa sulla Juventus che iI Napoli insegue, invano, da ben 12 anni.

E Dieguito ci ha provato, almeno nel primo tempo, usando più il cuore che il cervello, battendosi più con generosità ed istinto che con raziocinio. Pol è praticamente uscito di scena (merito di Favero e dell'ottimo Scirea) recitando un copione di secondo piano, come ha fatto Michel Platini per tutta la gara, Le roi aveva però l'attenuante delle tossine accumulate giovedì scorso nella dura partita in nazionale a Sofia, che gli avevano appesantito i muscoli e appannato I riflessi. Con le gambe legnose. Platini è apparso l'ombra di se stesso e l'unico spunto apprezzabile l'ha effettuato di... petto, offrendo un bell'assist che Rossi ha sprecato (60°).

Sotto lo sguardo dell'avvocato Agnelli i due n.10 più grandi del mondo (entrambi eredi di quell'Omar Sivori che era presente in tribuna) hanno tradito le aspettative, anche se l'argentino era partito molto bene, trascinato dal pubblico in delirio. I suoi sforzi erano frustrati da Favero e trovavano collaborazione solo in Caffarelli, che ingaggiava un bel duello con Cabrini, mentre Bertoni incrociava sul suo cammino Brio, al rientro dopo 46 giorni dal serio incidente di Praga, un ostacolo pressoché insormontabile.

E quando Maradona si liberava di Favero (una volta gli è riuscito uno spettacolare tunnel) c'era Scirea che lo stoppava con le buone o con le cattive. Il libero della Nazionale, tra i migliori in campo, ha commesso due falli vistosi ma l'arbitro non l'ha ammonito, estraendo invece il cartellino giallo alla prima scorrettezza di Favero, che ha così pagato anche per il suo capitano.

Maradona è riuscito a liberare in gol Bertoni al 40. dopo una bella triangolazione, ma il suo connazionale ha inspiegabilmente rinunciato a tirare passando il pallone agli avversari. L'unico brivido per Tacconi lo aveva procurato Scirea, sfiorando l'autorete su rovesciata di Bagni al quarto d'ora.

Il portiere, che riprendeva il suo posto dopo cinque mesi e mezzo di panchina, ha però sbrigato con sicurezza sia il lavoro di ordinaria amministrazione che qualche intervento più impegnativo, come quello sul diagonale di Bagni (76'): ha dunque superato il test dimostrando nervi d'acciaio, presa ferrea e buona salute.

Lo stesso vale per Brio che ha neutralizzato Bertoni con anticipo e grinta suscitando la reazione dell'avversario con il quale, al fischio finale, stava altercando: i due contendenti sono stati separati da Tacconi e dall'arbitro.
Se Platini ha trotticchiato, Boniek ha lottato malgrado fosse convalescente dalla contusione alla coscia sinistra, ricordo della partita di Bruxelles con il Belgio. Il polacco ha scodellato (18) un bel passaggio-gol a Vignola ma la conclusione è stata imprecisa. Vignola aveva il pallone sul sinistro, il suo piede migliore, e ha angolato troppo il tiro. Poi Zibì ha subito una distorsione alla caviglia sinistra proprio sul finire del tempo e in avvio di ripresa é stato sostituito da Prandelli.

Senza Boniek, con Platini anonimo e Rossi a mezzo servizio per via della pubalgia e del marcamento di Bruscolotti, senza dimenticare l'assenza dell'infortunato Briaschi, la Juventus si è preoccupata soprattutto di non perdere e di riagganciare la zona Uefa che in sconfitta con la Fiorentina aveva un po' compromesso.

Rispetto a domenica scorsa i campioni d'Italia hanno sfoderato concentrazione e determinazione contro la squadra che nel 1985 ha fatto piú punti e si annunciava in gran spolvero. Al di là del risultato I bianconeri hanno compiuto un passo avanti: recuperato Briaschi e ritrovato un Platini sullo standard normale, dovrebbe migliorare anche il gioco.

Il blocco difensivo ha fatto buona guardia davanti a Tacconi. Scirea. Favero, Cabrini e Tardelli hanno stroncato le iniziative del Napoli che reggeva un po' meglio il centrocampo grazie alla spinta del feroce Bagni (ammonito come Bonini) e di Celestini, Con l'uscita di Rossi (67') e l'impiego di Koetting. La Juventus si è trovata senza punte anche se Platini si è spostato in avanti, sempre tallonato dal bravo De Simone, senza risultati apprezzabili e senza creare problemi a Castellini. Una ripresa melensa, conclusa tra i fischi del pubblico, compresi quelli che avevano speso un piccolo tesoro per il biglietto, e che stavolta non potranno vantarsi di dire: C'ero anch'io..

Bruno Bernardi




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