É il 19 Ottobre 1983 e Paris St.Germain (Francia) e Juventus si sfidano nella gara di andata degli Ottavi di Finale della Coppa delle Coppe 1983-84 allo 'Stadio Parc de Princes' di Parigi.
É una Juventus piena di stelle di calibro mondiale quello che sfida la formazione francese. Sará una stagione trionfale questa per i nostri beniamini in strisce bianconere. Se in Campionato arriverá l'ennessimo Scudetto (é il ventunesimo), in Europa si festeggia la prima (ed unica) affermazione in Coppa delle Coppe in finale a Basilea contro il Porto per 2-1
Buona Visione!
Parigi - Stadio Parc des Princes
mercoledì 19 ottobre 1983 ore 20:30
PARIS SAINT-GERMAIN-JUVENTUS 2-2
MARCATORI: Couriol 39, Boniek 62, Cabrini 76, N'Gom 90
PARIS SAINT-GERMAIN: Baratelli, Guillochon, Tanasi, Fernandez, Pilorget, Bathenay (Dahleb 50), Abreu (N'Gom 65), Zaremba, Rocheteau, Susic, Couriol
A disposizione: Hèdoire, Toffolo, Assad
Allenatore: Lucien Leduc
JUVENTUS: Tacconi, Gentile, Cabrini, Caricola, Brio, (c) Scirea, Penzo, Tardelli, Rossi P. (Bonini 75), Platini, Boniek
A disposizione: Bodini, Furino, Prandelli, Vignola
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Christov (Cecoslovacchia)
AMMONIZIONI: Tacconi, Boniek (Juventus)
COPPA COPPE I bianconeri sono agguantati dai francesi quando erano ormai sicuri del successo
Juventus la vittoria svanisce al 90'
I parigini chiudono in vantaggio il primo tempo con un gol di Courioì
Nella ripresa i bianconeri pareggiano con Boniek e vanno in vantaggio con Cabrini
Ma allo scadere del tempo N'Gom riesce a raggiungere il risultato di paritàDAL NOSTRO INVIATO PARIGI — Coppa delle Coppe, gara di andata per gli ottavi di finale: Paris St. Germain e Juventus al vero debutto, dopo essersi sbarazzate senza problemi rispettivamente dei nordirlandesi del Glentoran e del polacchi del Lechia Danzica.
«Lesitallens a la saupe parisienne»,
con questo slogan gastronomico, i tifosi della curva Auteuil, la piú «calda» del Parco dei Principi gremito da 50 mila spettatori, hanno accolto la Juventus di Platini.
Il Paris St. Germain provava ad «arrostire» i bianconeri (che ieri inauguravano la nuova divisa di riserva, gialloblu (i colori di Torino) ma il suo ritmo non era infernale e la Juventus riusciva a contenere le folate offensive dei francesi, assumendo l'iniziativa.
Trapattoni aveva piazzato Caricola su Susic, Brio su Rocheteau e Cabrini su Courioi, mentre Gentile fluttuava sulla fascia destra ora a contatto con Abreu; ora con Tanasi. A centrocampo questi gli accoppiamenti: Platini-Fernandez, Boniek-Zaremba, Tardelli-Abreu mentre in avanti Rossi era controllato da Pilorget e Penzo da Gulliochou protetti alle spalle da Bathenay. La «zona» del Paris St. Germain offriva spazi immensi alla Juventus che dava l'impressione di non volersi sbilanciare, cercando di colpire di rimessa.
Platini stazionava in cabina di regia (ogni volta che toccava il pallone veniva fischiato) con un lavoro diligente ma senza grossi acuti. Il Paris St. Germain sembrava quasi in soggezione e al quarto d'ora la Juventus costruiva una grossa palla gol. Era Boniek a dare il là alla manovra proseguita da Cabrini e Penzo che faceva da sponda per Rossi il quale scavalcava il pallone e non riusciva a conclùdere.
Le controffensive Juventine non erano quasi mai graffianti e abortivano nei pressi dell'area avversaria un po' per leggerezza un po' per imprecisione nella finalizzazione.
Dopo una mezz'ora equilibrata, la Juventus cominciava a subire perdendo il controllo del centrocampo, dove Tardelli non appariva al meglio. Al 33' una insidiosissima punizione di Susic lambiva l'incrocio dei pali e al 38' Tacconi sventava con una pròdezza il gol su una bordata di destro da fuori area di Zaremba che aveva scambiato molto bene con Susic. Lo jugoslavo, con i calzettoni arrotolati sulle caviglie, cominciava a prendere il sopravvento anche su Caricola che in precedenza si era battuto molto bene.
Al 40' il Paris St. Germain si portava in vantaggio. Dopo una mischia, il pallone finiva sulla sinistra per Tanasi che crossava sottoporta: Tacconi, ostacolato da Rocheteau e da Brio, respingeva, il pallone schizzava a terra e sul rimbalzo Courioi di testa era abilissimo ad insaccare.
Nella ripresa la Juventus appariva più decisa ad affondare i colpi rispetto à quanto aveva fatto nel primo tempo e al 47' Rossi si faceva parare un tiro ma l'azione era viziata da fallo puntualmente rilevato dall'arbitro. Poi era Fernandez ad avere l'occasione di raddoppiare (48') ma Brio in extremis con la punta del piede riusciva a correggere.
Ma era una Juventus diversa, decisa, più determinata e anche Boniek cresceva nettamente di tono sfiorando il pareggio al 49': il suo tocco ravvicinato era deviato a lato da Bathenay che nell'azione si produceva uno strappo muscolare é al 50' cedeva il posto a Dahleb. Nel ruolo di libero arretrava Zaremba mentre Dahleb operava nella zona di Tardelli.
C'erano due belle parate dei portieri, prima al 63' di Tacconi su punizione di Susic e l'altra di Baratelli al 58' su calcio franco di Cabrini, poi un'altra palla-gol di Rossi e al 62' il pareggio di Boniek. Il polacco entrava in area, scambiava con Rossi e con un sinistro basso angolatissimo infilava Baratelli.
Leduc inseriva N'Gom al posto di Abreu (66') per tentare di ribaltare la situazione e il Paris St-Germain- costringeva con un tiro del bravo Courioi, e da una giravolta di Susic la Juve all'angolo. Tacconi poi commetteva fallo di reazione e veniva ammonito. Altra palla-gol per Fernandez (74') che il centrocampista sprecava. Un minuto dopo Trapattoni inseriva Bonini al posto di Rossi per proteggere di più il centrocampo, ma la Juventus al 79' capovolgeva il risultato con Cabrini. Boniek batteva la punizione da sinistra sotto porta dove Cabrini di testa schiacciava il pallone che carambolava sul palo e finiva in rete. Due a uno.
L'arrembaggio finale del francesi consentiva a Tacconi di assurgere a protagonista di una serie di parate brillanti e decisive su Fernandez, Dahleb (2) e Rocheteau. N'Gom lo «graziava» all'85' ma a tempo scaduto (91'), su prolungata azione, pareggiava con un tiro ravvicinato a fil di palo, assolutamente imparabile.
Bruno Bernardi
tratto da: La Stampa 20 ottobre 1983