É il 21 Maggio 1995 e Juventus e Parma si sfidano nella quindicesima giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1994-95 allo 'Stadio delle Alpi' di Torino.
La Juventus dopo anni di magra si appresta a vincere il suo ventitreesimo scudetto con il nuovo allenatore Marcello Lippi. Il Parma dal canto suo contende ai bianconeri ben tre tornei in questa stagione. Persa quindi sia la lotta scudetto sia quella per la Coppa Italia, i gialloblu si fanno valere almeno sul palcoscenico europeo. Vincono infatti la Coppa UEFA nel doppio confronto a Milano ed in Emilia.
Buona Visione!
Torino - Stadio Delle Alpi
domenica 21 maggio 1995 ore 16:00
JUVENTUS-PARMA 4-0
MARCATORI: Ravanelli 11, Deschamps 37, Vialli 64, Ravanelli 68
JUVENTUS: Rampulla, Torricelli, Jarni, Tacchinardi, Porrini, Paulo Sousa, Di Livio, Deschamps, Vialli (Marocchi 84), (c) Baggio R. (Del Piero 82), Ravanelli
A disposizione: Peruzzi, Fusi, Orlando Al.
Allenatore: Marcello Lippi
PARMA: Bucci, Mussi, Di Chiara, Minotti, Susic, Fernando Couto, Fiore, Baggio D., Crippa, Zola, Asprilla
A disposizione: Galli G., Castellini, Benarrivo, Pin, Brolin
Allenatore: Nevio Scala
ARBITRO: Ceccarini
AMMONIZIONI: Crippa, Bucci (Parma)
Il 23° tricolore arriva con due giornate d'anticipoQuattro gol per la festa scudettoRavanelli (2), Deschamps e Vialli spengono il ParmaTORINO. Il suo scudetto, la Juventus lo conquista di slancio, avventandosi su un Parma satollo. Quattro gol per incorniciare una cavalcata memorabile, Ravanelli, Deschamps, Vialli, ancora Ravanelli, e ristabilire le distanze a nove anni dall'ultimo hurrà e a soli quattro giorni dal brindisi degli acerrimi rivali in Coppa Uefa. Non c'è partita, un po' perché i destini erano già stati scavati dalla classifica, e un po' perché i furori degli uni non potevano umanamente non soverchiare i languori degli altri.
La Juve domina in lungo e in largo. Non c'è Dino Baggio che tenga, questa volta. Difesa in linea, con Tacchinardi abile nel calarsi nei panni di «libero», centrocampo ardente, tridente martellante. Una cannonata di Sousa, respinta di pugno da Bucci, introduce la sarabanda. Nel tabellino dei marcatori non c'è traccia di Roberto Baggio e questa, a ben vedere, è l'unica ingiustizia di un pomeriggio trionfale.Coccolatissimo dai tifosi, e già splendido rifinitore a San Siro, il Codino propizia tre reti.
La prima all'11', recuperando un pallone svirgolato da Susic a metà campo e imbeccando Ravanelli, in flagrante contropiede. Il Grigione schizza via, scarta il trafelato Susic e dalla lunetta, d'interno sinistro, infila l'angolino alla destra del portiere.
Il secondo al 38', su invito di Ravanelli: il piccolo Buddha smarca di tacco Deschamps, che di piatto sinistro folgora il portiere.
Il terzo nella ripresa, al 19': tocco morbido e verticale, destinatario Vialli, che anticipa Couto, resiste a Minotti e, sempre di sinistro, insacca fra le gambe del portiere. Gira e rigira, soltanto la quarta gemma non appartiene alla collana di «Raffaello»: lancio di Sousa, cross di Vialli, destro malizioso di Ravanelli. Il Parma fa atto di presenza. I veleni del mercoledì milanese affiorano ogni tanto: Couto e Vialli, Crippa e Deschamps, Tacchinardi e Asprilla, Asprilla e Porrini se la giurano. Per fortuna, la brezza estiva e l'aria di festa disperdono i fiammiferi.
La Juve ha fretta, il suo popolo pure. Per un tempo, non lascia agli avversari che una punizione di uno svagato Minotti, fuori di poco. Peccato per quell'odioso buuuuu nei confronti di Asprilla: non è una novità, purtroppo. Il migliore del Parma è Couto, subito a terra dopo una collisione aerea con Ravanelli, il migliore della Juve, al pari del Codino.Fra i meno molli, Mussi e Di Chiara. Le gambe chissà dove, viceversa, Asprilla e Zola. La raffica di gol toglie pathos all'atto estremo di un campionato che, da Parma al Parma, Madama ha quasi sempre condotto a passo di carica. Ammesso che possa interessare, Ceccarini dirige senza sbavature. Lippi avvicenda Roberto Baggio, acciaccato, con Del Piero e Vialli con Marocchi; Scala, nessuno. A centrocampo, Paulo Sousa, Deschamps e Di Livio stritolano Fiore, Dinone e Crippa. Proprio BaggioDue potrebbe riaprire la contesa nel secondo tempo, al 10', ma la zampata è centrale e Rampulla gli si butta ai piedi, pronto a intercettare, anche, il tap-in di Asprilla. Al 32', ci prova Crippa, gran tiro e gran parata di Rampulla, poi graziato da uno Zola in palese riserva.
Coriandoli di cronaca, in un mare di ole, con Torricelli fra i distributori sommi della melina conclusiva, persino troppo irridente, almeno secondo i nostri gusti. C'è gloria per tutti, anche se soltanto da una parte. Jarni sfodera poderose accelerate, salvo sbagliare, sistematicamente, la gittata del cross: come, per esempio, al 20'. Porrini e Tacchinardi, faccia d'angelo e tacchetti infuocati, imbrigliano Zola e Asprilla.
Da ricordare, alla fine, non tanto la selvaggia e devastante invasione dei tifosi, quanto il gesto di Nevio Scala, che raccoglie il suo equipaggio all'ingresso degli spogliatoi per applaudire i neo campioni. Una trovata di gran classe. Perché sì, la sfida infinita continua. Sulla Juve regina d'Italia e di giorno e il Parma re di notte e d'Europa incombe, ancora, la Coppa Italia.Roberto Beccantinitratto da: La Stampa 23 maggio 1995
