É il 13 Aprile 1986 e Sampdoria e Juventus si sfidano nella tredicesima giornata del girone di ritorno del Campionato di Calcio di Serie A 1985-86 allo Stadio 'Luigi Ferraris - Marassi' di Genova.
La Juventus si appresta a vincere il suo ventiduesimo tricolore con una squadra che sta vivendo sugl'ultimi spiccoli di splendore di 'LeRoi' Michel Platini. Allenati da Giovanni Trapattoni (al suo ultimo campionato alla Juve prima di trasferirsi all'Inter) i bianconeri mettono a distanza la Roma di Sven Goran Eriksson vincendo 'in volata' lo Scudetto. I Giallorossi saranno protagonisti tanto di una rimonta insperata quanto di una rovinosa caduta nella penultima gara di campionato in casa contro la gia retrocesso Lecce.
Dall'altra parte c'é un Samp che disputa un campionato mediocre e finisce la propria corsa tricolore poco sopra la zona rossa della classifica.
Buona Visione!
Genova - Stadio Luigi Ferraris
domenica 13 aprile 1986 ore 15:30
SAMPDORIA-JUVENTUS 0-0
SAMPDORIA: Bordon, Mannini, Paganin A., Pari, Vierchowod, Pellegrini, Scanziani, Souness, Francis, Salsano, Vialli (Mancini 85)
A disposizione: Bocchino, Galia, Matteoli, Lorenzo.
Allenatore: Eugenio Bersellini
JUVENTUS: Tacconi, Favero, Cabrini, Bonini, Brio, (c) Scirea, Mauro, Manfredonia, Briaschi, Platini, Laudrup
A disposizione: Bodini, Pioli, Bonetti I., Pin, Pacione
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Lanese
AMMONIZIONI: Manfredonia 31 (Juventus)
A Marassi un'altra incerta prova dei bianconeri costretti ad accontentarsi del pariLa Juve continua a soffrire pattoni ha patito l'agonismo dei blucerchiati che hanno colpito un palo con FrancisGli unici a salvarsi sono e Manfredonia (ammonito rischia di aver chiuso il campionato)Nel finale con Laudrup l'unica palla golGENOVA — Soffrendo l'agonismo, se non il gioco, blucerchiato la Juventus ha portato avanti il suo calvario anche a Marassi. L'ha illusa il vantaggio temporaneo del Pisa, l'ha perdonata un clamoroso palo di Trevor Francis al 9' della ripresa. Una squadra bianconera ancora una volta con forze limitate — come a Firenze — in alcuni uomini cardine (Platini soprattutto, e bisognerebbe sapere a fondo sino a quando intervengono i guai fisici e sino a che limite il francese ha finito la benzina), con scarse capacità offensive per la perdurante carenza di scatto di Briaschi, e con difensori privi di sprint, fiacchi nell'anticipo. incapaci di spingere la squadra con la brillantezza di un tempo.Una Juve stanca, apparentemente persino senza fiducia in se stessa, una situazione complicata adesso dai malumori di spogliatoio a fine partita. Si sono salvati alcuni elementi per le loro innate qualità di combattenti. Brio, che ha ingaggiato un bel duello con Trevor Francis e ha messo una .pezza, a molte situazioni delicate. Manfredonia che ha pagato il suo agonismo con un cartellino giallo che ora gli costerà le ultime due partite. Bonini il quale se pure ha sbagliato molto, almeno ha corso a tutto campo andando — unico dei centrocampisti — ad offrirsi per il passaggio, nella ricerca dello smarcamento. Scirea si limita ormai ad una diligente ordinaria amministrazione, e non può neppure più sganciarsi secondo vocazione per non sguarnire una retroguardia già traballante. Laudrup in avanti ha provato almeno a scattare in profondità e proprio in extremis è riuscito da solo a procurarsi l'occasione che avrebbe potuto regalare alla squadra il mantenimento del vantaggio sulla Roma dilagante a Pisa.La Sampdoria dal canto suo ha spiegato la posizione non brillante di classifica. Dopo un inizio duro, persin cattivo in alcuni scontri, per fronteggiare un avversario che come già a Firenze dava in avvio di gara l'impressione di una relativa salute, gli uomini di Bersellini anche nelle fasi successive nelle quali hanno preso in pugno la partita non hanno mai dato l'impressione di avere il gol facile, malgrado la vena di Francis, il quale cercava chiaramente una conferma del posto in Italia (Samp o altro non importa). Neppure il rabbioso dibattersi di Vialli. che ha dato non poco fastidio a Favero, ha prodotto grossi pericoli per Tacconi.I blucerchiati. senza dubbio superiori sul piano della condizione fisica, si sono come placati soltanto alla notizia dell'aggravarsi della situazione del Pisa. Mentre la Juventus all'annuncio del vantaggio giallorosso ha avuto soltanto un sussulto orgoglioso, sfociato in un momento di sterile pressione, presto quietatasi dopo un tiro di Platini — l'unico del francese in tutta la gara — rimbalzato sulle gambe dei difensori. Marassi blucerchiata. ed anti-juventina, ha finito per entusiarmarsi soltanto per l'alternarsi del punteggio di Pisa, perché il campo genovese non ha offerto particolari motivi alla passione della gente, se non per alcuni scontri rabbiosi frenati senza neppur troppa fatica dall'arbitro Lanese.La Juventus, come si è detto, ha dato inizialmente l'impressione di poter controllare con serenità la partita ma l'atteggiamento degli avversari non ha incantato a lungo i blucerchiati i quali si sono presto accorti di avere almeno il vantaggio delle maggiori energie a disposizione. Da parte juventina, marcature a uomo di Favero su Vialli e di Brio su Francis, un centrocampo molto attento a coprire senza spingersi troppo in avanti visto il momento opaco del francese, di punta Briaschi subito domato senza troppa fatica da Mannini mentre Laudrup era atteso da Vierchowod spalleggiato da Pellegrini. Il danese pativa ancora una volta la solitudine in avanti, cercava di tenere e porgere palla sbagliando anche del suo, proprio per la carenza di aiuti.Al 10' Brio offriva un brivido, un'illusione, per quanto tutto era vanificato da un'intervento di Lanese che rilevava un fallo dello stopper su Pellegrini. Il colpo di testa dell'atletico bianconero su punizione di Platini dalla destra mandava comunque la palla sotto la traversa costringendo Bordon ad una magnifica deviazione con la punta delle dita. Tutto inutile, ma almeno Brio dava l'impressione di qualche capacità offensiva della squadra bianconera. La Sampdoria prendeva comunque presto in pugno la partita, almeno come superiorità territoriale. Al 25' su cross dalla sinistra di Paganin. entravano in collisione Manfredonia e Vialli. Il pubblico urlava al rigore mentre entrambi i giocatori erano a terra doloranti. Brio con ottimo tempismo bloccava, alla mezz'ora, una volata di Francis, ed un minuto dopo Manfredonia veniva ammonito dopo un tackle rabbioso. Allo scadere del tempo, la Juve trovava idee e slancio per crearsi una palla-gol. ma Briaschi sul suggerimento profondo di Laudrup si allargava sulla sinistra e concludeva con un fiacco rasoterra senza alcuna pericolosità.La Samp replicava in avvio di ripresa (54') con Souness la cui bordata dal limite era ribattuta alla meglio da Tacconi propiziando la botta al volo di Francis che mandava il pallone a scuotere il montante. Intanto, la Roma vinceva a Pisa. La partita di Marassi si affievoliva. Inutili i due cross dal fondo a rientrare di Bonini e Favero per la posizione troppo avanzata di Platini, vani gli ultimi assalti della Samp, senza risultato l'ultimo guizzo di Laudrup a 4' dalla fine. La difesa blucerchiata per non rischiare il rigore in extremis doveva concedere spazio al danese, la cui conclusione diagonale era respinta di piede da Bordon.Bruno Peruccatratto da: La Stampa 14 aprile 1986