domenica 8 giugno 2025

4 Aprile 1982: Fiorentina - Juventus

É il 4 Aprile 1982 e Fiorentina Juventus si sfidano nella decima giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1981-82 allo Stadio 'Comunale' di Firenze.

A fine campionato la Juventus conqusiterá la sua Seconda Stella da appuntare sul petto. Dopo un lunghissimo testa a testa proprio con i viola allenati da Giancarlo De Sisti, la spunta all'ultima giornata grazie ad una vittoria esterna a Catanzaro con un rigore del partente Liam Brady

Buona Visione!



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Stagione 1981-1982 - Campionato di Serie A - 10 ritorno
Firenze - Stadio Comunale
domenica 4 aprile 1982 ore 15:30 
FIORENTINA-JUVENTUS 0-0

FIORENTINA: Galli G., Contratto, Miani (Sacchetti 75), Casagrande (Monelli 83), Vierchowod, Cuccureddu, Bertoni, Pecci, Graziani, Antognoni, Massaro
A disposizione: Paradisi, Ferroni, Bartolini
Allenatore: Giancarlo De Sisti

JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cabrini, (c) Furino, Brio, Scirea, Marocchino (Fanna 73), Tardelli, Galderisi (Bonini 52), Brady, Virdis
A disposizione: Bodini, Osti, Tavola
Allenatore: Giovanni Trapattoni

ARBITRO: Casarin
AMMONIZIONI: Brio, Tardelli (Juventus); Pecci (Fiorentina)



Né la Juventus né la Fiorentina hanno saputo esprimere un gioco corale: il pareggio era quasi inevitabile 
A Firenze una partita senza squadre 
Battibecchi e risse, ma nessuna azione di rilievo
Con una maggiore spinta i bianconeri avrebbero sicuramente potuto vincere, ma hanno preferito non rischiare 
Un solo pericolo per Zoff su un tiro ravvicinato di Vierchowod 

DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FIRENZE — Solo ordinaria amministrazione per Zoff e Galli, la partitissima si è sgonfiata come un palloncino ed è vissuta in mancanza di gioco corale su strappi individuali, su battibecchi e risse sedate con energia da Casarin su fasi in cui la caccia al pallone — visto l'affanno generale — ci ha riportato ai tempi del calcio eroico. Davvero incredibile che la Fiorentina, intenzionata a «stracciare» l'avversario almeno stando alle dichiarazioni del gran patriarca conte Flavio Pontello, non sia riuscita ad imbastire uno straccio di azione d'attacco valida, ed abbia vissuto soprattutto sulle avanzate da gagliardo rugbista del dirompente Massaro (Bearzot. davvero non serve un ragazzo pieno di energie sulla panchina azzurra?). 
Altrettanto incredibile che la Juventus trovatasi più volte — come sperava — ad operare in contropiede, non abbia mostrato la capacità di filtrare almeno una volta, di concludere, frenata dalla guardia ferrea di Contratto a Galderisi, dalla evanescenza di Virdis, dalla mollezza di Brady, il quale ha tentato alcuni affondo per concluderli con tiri che erano passaggi al portiere (se non tocchi oltre il fondo). Brio e Graziani hanno cercato di vivacizzare la partita improvvisando un duello personale spigoloso e carognesco. 
Lo stopper bianconero pensava di poter bloccare il centravanti con la sua nota potenza fisica come negli scontri della passata stagione, ma stavolta Graziani, evidentemente galvanizzato dal fatto di essere bene o male in lotta per lo scudetto, non si è limitato ad invocare l'arbitro ed ha risposto per le rime. Certo, in alcune occasioni i due ragazzoni non hanno proprio «onorato il football», ma almeno hanno messo un po' di pepe su un piatto che ha tradito le attese. Detto della partita, non va però dimenticato il risultato, che per le due squadre era anzi la cosa più importante.  
Così da ieri sera la Juve si sente giustamente più vicina alla riconferma dello scudetto, il ventesimo. Trapattoni ha giocato la carta del pareggio, e se può essere criticato per non aver cercato la vittoria ha centrato l'obiettivo. Toccato il traguardo adesso può gioire, anche se converrà che con un attacco più valido ed una migliore spinta (il più efticace dei centrocampisti è stato Tardelli, sia pure ancora debilitato dalle conseguenze dell'influenza che lo ha bloccato in settimana) la sua Juve poteva vincere a Firenze, e senza rischiare molto di più. Sarebbe stato un bel modo di chiudere una sfida e tappare tante bocche avvelenate. 
In avvio di ripresa l'allenatore bianconero ha sostituito Galderisi, caparbio ma confusionario, con Bonini e paradossalmente con una punta in meno la Juve è riuscita — pur senza sfondare — ad offrire almeno un periodo di predominio. Con Bonini e Tardelli (visto che Furino era spesso assorbito da compiti più difensivi a fianco di uno Scirea poco lucido) il centrocampo bianconero ha preso il sopravvento almeno sul piano del controllo del pallone. 
La Fiorentina ha la scusante di aver dovuto improvvisare Cuccureddu libero (Galbiati è squalificato), ma il suo handicap imprevisto è arrivato dalla partita evanescente di Bertoni e da quella velleitaria di Pecci il quale si è forse giocato, al cospetto di Bearzot, gli ultimi spiccioli di speranza «Mundial» cercando dribbling inutili, portando palla fino a perderla spesso sui piedi dell'avversario, lasciando la propria difesa esposta al contropiede. All'avvio la partita ha proposto i duelli previsti, a parte la conferma di Miani terzino a soffrire contro Marocchino. Tardelli a viso aperto su Antognoni. Casagrande contro Brady, Pecci e Furino a distanza, quindi da parte della difesa viola Vierchowod su Virdis come nel match di andata. Contratto ad anticipare Galderisi. Da parte bianconera. Gentile a frenare Massaro (con molti scambi con Cabrini, visti gli spostamenti sul fronte offensivo viola), Cabrini addosso a Bertoni e Brio a fare a spallate con Graziani.  
Erano proprio i due «gladiatori» a vivacizzare la partita con i primi scontri, mentre il primo tiro (alto) era di Graziani al 5'. Zoff un minuto dopo parava a terra un tocco ravvicinato di Vierchowod (la parata più difficile di Dino) ed al 9' arrivava il brivido per un fortuito scontro testa contro testa tra Antognoni e Bertoni. Aveva la peggio l'argentino. Antognoni benché colpito proprio sul lato sinistro reggeva e proseguiva con una benda attorno alla fronte, poi sostituita da un semplice cerotto. Dopo l'incidente la partita aveva come un rallentamento, quindi Brio, Tardelli (falli su Graziani) e Pecci (botta a Galderisi) finivano sul libretto di Casarin nella pagina delle ammonizioni. Erano le scintille sparse del match, mentre la Juve malgrado I buoni palloni invitati avanti e lanciati da Marocchino non riusciva ad impegnare Galli.  
Inutile un bel cross di Brady per Virdis al 25', e fiacche due conclusioni dal limite dello stesso irlandese. Chiedeva senza troppa convinzione il penalty Bertoni al 37' dopo aver subito una spinta di Gentile, era sempre Massaro il più vivace del viola anche se poco centrato nel tiro. Dopo sette minuti della ripresa Trapattoni mandava in campo Bonini al posto di Galderisi, rafforzando la copertura. De Sisti spostava avanti Miani affidando Marocchino a Contratto e lasciando Vierchowod su Virdis, ma la partita non mutava fisionomia se non nel quarto d'ora in cui la Juve riusciva ad imporsi a centrocampo bloccando le iniziative di un avversario già stanco per il gran correre senza costrutto.  
Il match si spezzettava in tanghi e quadriglie conditi da qualche malignità reciproca, la Juve andava vicino al gol al 25' quando su cross di Cabrini il legnoso Vierchowod riusciva ad anticipare di un soffio il lento Virdis. Il finale vedeva la Fiorentina in attacco, più per obbligo di forcing che per reali capacità di «offendere» l'avversario. I bianconeri controllavano la situazione, vedevano finire alto con sollievo un bel tiro al volo di Massaro e strappavano un pareggio che vale moltissimo, molto più della partita. 


Botte (e risposte) tra Graziani e Brio  
Fiorentina  
GALLI — Qualche uscita alta e nulla più, l'attacco della Juventus non ha saputo impensierirlo maggiormente. Una partita tranquilla, e comunque rassicurante sulle sue condizioni. 
CONTRATTO — Il migliore in campo del viola, malgrado abbia dovuto nel corso della partita affrontare ben tre avversari dedicandosi prima a Galderisi, quindi a Marocchino e nel finale a Fanna. Giocando. d'anticipo, con molta vivacità e concentrazione, ha bloccato bene i tre rivali. 
MIANI —L'abbiamo visto in altre occasioni più autoritario, ha stentato su Marocchino non riuscendo mai ad anticiparlo, ed anche quando è stato spostato a centrocampo non ha impressionato. 
CASAGRANDE — Si è salvato come agonismo, come sempre, pur dimostrandosi meno utile alla squadra che in altre occasioni. 
VIERCHOWOD — Molto più efficace paradossalmente come attaccante che in fase difensiva, dove ha combinato non pochi pasticci. 
CUCCUREDDU — Si é improvvisato libero sfruttando la lunga esperienza, anche se qualche volta si è trovato fuori posizione sul contropiede bianconero. 
BERTONI — Dicono a Firenze che da quando è rientrato Antognoni l'argentino abbia perso completamente lo smalto. Sarà una coincidenza, ma in effetti il campione del mondo ha toccato ben pochi palloni in modo decente. 
PECCI — Ha combattuto, ha lottato, ma ha sbagliato quasi tutto trattenendo troppo il pallone, perdendolo spesso con gravi danni per la squadra.
GRAZIANI — Ha sostenuto a viso aperto la battaglia atletica con Brio, e in due o tre occasioni è riuscito ad avere spunti validi pur non concludendo a rete. 
ANTOGNONI — La voglia di giocare e la classe sono intatte, ma le gambe sono ancora lontane da quelle che gli consentivano in passato dribbling efficaci e cambi di marcia. 
MASSARO — Uno dei pochissimi elementi validi della Fiorentina, instancabile, anche lucido nel dribbling, ed il più caparbio a cercare il tiro anche se da lunga distanza. 
SACCHETTI e MONELLI — Hanno avuto poco tempo, soprattutto il secondo, per dimostrare le proprie qualità.  

Juventus  

ZOFF — Una parata difficile, a terra, su botta ravvicinata di Vierchowod e nulla più. Dino si aspettava ben altri pericoli nello stadio di Firenze. 
GENTILE — Ha mostrato la solita grinta, è stato il più efficace dei difensori nel cercare di spingere la squadra in avanti, ed ha mostrato di aver recuperato in pieno la lucidità. 
CABRINI — Ha avuto molto merito della partita opaca di Bertoni, nel lunghi periodi in cui l'argentino è capitato sotto li suo controllo, ma soltanto in due occasioni è riuscito a portarsi in avanti con efficacia. 
FURINO — Stando alle consegne ha sacrificato un po' del suo dinamismo per muoversi soprattutto in zona di copertura. Efficace, e molto meno nervoso che in altre occasioni. L'esperienza ha soccorso il capitano. 
BRIO — Ha ingaggiato un duro duello con Graziani, e spigolosità a parte ha retto bene un confronto difficile perché ieri il centravanti viola era particolarmente «caricato». 
SCIREA — É rimasto in zona, a coprire, con solo tre puntate offensive ed anche molto timide. il libero, «ciccando» alcuni palloni, non si è mostrato in giornata di vena. 
MAROCCHINO — Ha portato avanti alcuni controlli con efficacia, precedendo Miani e difendendo il pallone con la solita abilità, ma i suoi suggerimenti non hanno avuto fortuna. 
TARDELLI — Ha dissipato sul campo le preoccupazioni per la recente influenza, e malgrado la logica flessione nel finale è stato il miglior centrocampista bianconero. 
GALDERISI — Ha trovato un Contratto della sua taglia fisica, molto scattante, si é battuto anche arretrando a cercare il pallone ma non è mai riuscito a costruirsi un varco utile per il tiro. 
BRADY — É entrato e uscito dalla partita secondo estro ed istinto, e anche nel momenti felici, quando ha cercato l'affondo, non é riuscito a sorreggere le idee con la potenza fisica. 
VIRDIS — Si è scontrato con Vierchowod perdendo il duello, non riuscendo ad essere molto utile alla squadra. 
BONINI — Ha sostituito Galderisi dopo sette minuti dalla ripresa dando un ottimo apporto al filtro di centrocampo. 
FANNA — In campo soltanto nel finale, con il compito di tentare il contropiede e di tenere la palla lontano dalla propria difesa.
Bruno Perucca
brani tratti da: La Stampa 5 aprile 1982





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