É il 9 Maggio 1982 e Juventus e Napoli si sfidano nella quattordicesima giornata del girone di ritorno del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1981-82 allo Stadio 'Comunale' di Torino.
A fine campionato la Juventus conqusiterá la sua Seconda Stella da appuntare sul petto. Dopo un lunghissimo testa a testa con la Fiorentina allenata da Giancarlo DeSisti, la spunta all'ultima giornata grazie ad una vittoria esterna a Catanzaro con un rigore del partente Liam Brady.
Dall'altra parte c'é il Napoli allenato da Rino Marchesi che terminerá il campionato in un bel quarto posto che gli varrá una qualificazione alla prossima Coppa UEFA.
Buona Visione!
Torino - Stadio Comunale
domenica 9 maggio 1982 ore 16:00
JUVENTUS-NAPOLI 0-0
JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cabrini, (c) Furino, Brio, Scirea, Marocchino, Tardelli (Bonini 47), Rossi P., Brady, Virdis
A disposizione: Bodini, Osti, Fanna, Galderisi
Allenatore: Giovanni Trapattoni
NAPOLI: Castellini, Bruscolotti, Marino, Guidetti, Krol, Ferrario, Benedetti (Iacobelli 84), Vinazzani, Pellegrini, Criscimanni, Palanca (Damiani 68)
A disposizione: Ceriello, Amodio, Musella
Allenatore: Rino Marchesi
ARBITRO: Casarin
Bianconeri inaspettatamente fiacchi e senza idee, Napoli tranquillo attorno a Krol
Museruola a Rossi e la Juve si blocca
La decisa marcatura di Bruscolotti e la lentezza dei compagni hanno soffocato il centravanti
Gioco prevedibile dei torinesi, solo Tardelli (uscito a metà gara) ed il suo sostituto Bonini hanno impensierito Castellini
Debole il forcing della squadra di Trapattoni, vano l'esempio di Furino
Solita tattica dei partenopei, difesa e contropiede con regia dell'olandeseTORINO — Delusione per uno stadio e per mezza Italia: la Juventus non solo non è riuscita a battere il Napoli — e questa non sarebbe una vera colpa, i partenopei sanno impostare normalmente buone partite di contenimento e contropiede attorno a Krol — ma non è riuscita ad essere se stessa, e questa è una grossa pecca. Un certo clima fra festeggiamenti (di Brady) ed evviva (a Rossi) ha contaminato per cosi dire la partita: i bianconeri hanno giocato senza l'attesa determinazione, e la preoccupazione evidente di attaccare senza rischiare di scoprirsi alle spalle ha finito di condizionare la squadra, incapace di velocizzare il gioco almeno nelle poche occasioni in cui gli avversari — sbilanciandosi in avanti — offrivano spazi.
Affidato Paolo Rossi alla guardia impietosa, tanto dura quanto attenta, di Bruscolotti, il Napoli ha risolto il problema che più lo preoccupava. Ma forse Bruscolotti non sarebbe bastato, malgrado l'appoggio di un Krol in giornata di vena, se da stopper a Pablito non avessero fatto anche i compagni di attacco. Sino a quando le gambe lo hanno sorretto, abbiamo visto Rossi scattare a ripetizione nel vivo dell'area napoletana per smuovere il macigno Bruscolotti e cercare spazio, o almeno offrirne. Ma attorno al centravanti, Virdis (soprattutto) e Marocchino palleggiavano mollemente e ingenuamente, Brady non riusciva ad inventare un passaggio smarcante con il suo pur valido sinistro. Rossi rimaneva cosi prigioniero, al suo attivo in novanta minuti uno splendido dribbling e cross dalla destra, una pericolosa conclusione di testa (39°), due tiri (55" e 58°) il primo deviato in angolo da un difensore ed il secondo facile preda di Castellini.
All'inizio l'unico a velocizzare l'azione è stato Tardelli — gran botta ai volo, mani di Castellini e traversa, e altre iniziative decise, ma dopo mezz'ora 11 centrocampista accusava un dolore muscolare, doveva rallentare sino a cedere il posto al 47° (dopo aver ancora provato a reggere nel primo minuto della ripresa) a Bonini. Era proprio Bonini, generoso e combattivo, a creare a cinque minuti dal termine l'unico vero pericolo per Castellini: forte centro di Furino dalla destra, stop di petto del biondino e botta centrale ma violentissima che il portiere napoletano alzava in angolo con una prodezza che «gelava» la Juve ed il Comunale, dando fiato alla ridotta ma rumorosa rappresentanza partenopea.
Museruola per Rossi quindi, grande parata finale di Castellini sia pure su tiro centrale, poi una serie di molli assalti bianconeri con gioco fatto di passaggi lenti, prevedibie per un uomo dal piazzamento facile come Krol, coadiuvato da un pacchetto difensivo molto attento. La spinta maggiore per la Juve, fermatosi Tardelli, arrivava ancora una volta da un Furino encomiabile per grinta e continuità. Qualche errore di tocco e di tiro, magari, ma in definitiva solo Furino ha giocato come avrebbero dovuto giocare tutti. Persino il forcing in chiusura del due tempi è stato molle, monotono: i minuti passavano e la Juve sembrava non aver fretta.
Sicuramente era impossibilità di far meglio, di cambiare marcia, ma il pubblico passava dalla disperazione all'irritazione. Ci si aspettava anche che Trapattoni cambiasse qualcosa lui, ma la speranza nel colpo di testa di Virdis o nell'affondo di Marocchino hanno tenuto ai bordi del campo sia Galderisi che Fanna, i quali a venti minuti dal termine hanno pur cominciato a scaldare I muscoli. Contro questa Juve (fiacco persino Gentile, della difesa, nella quale Brio ha spazzato e cercato di andar sotto a piazzare il colpo di testa con caparbietà, anche se senza successo) il Napoli ha giocato secondo possibilità, impegnandosi a fondo ma neppure laboriosamente.
Marchesi come al solito ha bloccato la squadra in difesa, affidando la fascia destra (contro Cabrini) a Benedetti, apparso vivace malgrado due lievi incidenti, lasciando Criscimanni nella consueta posizione di centrocampista centrale dalla quale partire in affondo, e Palanca sola punta fissa visti i movimenti ed il progressivo arretramento nel pacchetto di centrocampo di Pellegrini.
A poco più di mezz'ora dalla fine Damiani ha sostituito Palanca con molta voglia di ben fare, ma ha finito per perdere in dribbling tutti i palloni lasciandoli sui piedi degli avversari. La Juventus all'inizio ha dato l'impressione di controllare bene la gara, con Furino attento a coprire gli sganciamenti di Brio, ma a gioco lungo sono affiorate inattese difficoltà. La prima ovazione del pubblico al 9', ma Rossi ha mancato il per altro non facile controllo sul lancio di Virdis. Ancora Rossi al 16° a riaccendere l'entusiasmo con un dribbling concluso da un cross allontanato di pugno, in acrobazia, da Castellini. Zoff intanto aveva deviato in tutto una bordata trasversale di Palanca, su punizione, ed il Napoli intensificava con per la maggioranza ispirati dai lunghi lanci di Rudi Krol. Al 34' Furino era costretto ad abbrancare Vinazzani al limite dell'area ancora al tiro Palanca ma centrava la barriera.
Debole il forcing bianconero allo scadere del tempo, e deboli gli attacchi nella ripresa. Unici guizzi un tunnel di Furino a Krol (soddisfazione senza seguito, palla fra le mani di Castellini) la botta di Bonini e la risposta del «giaguaro», una fiondata bassa di Marocchino di poco a lato. Poco per tenere ancora di stante la Fiorentina.
Bruno Perucca
tratto da: La Stampa 10 maggio 1982