Nella stagione che precede il Campionato del Mondo di Calcio Spagna 82 c'é un appassionante duello nel massimo torneo italiano.
É il 20 Settembre 1981 ed Avellino e Juventus si sfidano nella seconda giornata del girone di andata del Campionato Italiano di Calcio di Serie A 1981-82 allo Stadio 'Partenio' di Avellino.
A fine campionato la Juventus conqusiterá la sua Seconda Stella da appuntare sul petto. Dopo un lunghissimo testa a testa con la Fiorentina allenata da Giancarlo DeSisti, la spunta all'ultima giornata grazie ad una vittoria esterna a Catanzaro con un rigore del partente Liam Brady.
Dall'altra parte ci sono gli Irpini che disputano una buona stagione e conquistano (anche senza fatica) la permanenza in Serie A.
Buona Visione!
Avellino - Stadio Partenio
domenica 20 settembre 1981 ore 16:00
AVELLINO-JUVENTUS 0-1
MARCATORI: Virdis 18
AVELLINO: Tacconi, Rossi, Ferrari, Tagliaferri (Ferrante 46), Venturini, Di Somma, Piga, Redeghieri (Valente 13), Facchini, Vignola, Chimenti
A disposizione: Di Leo, Ipsaro, Milella
Allenatore: Luis Vinicio
JUVENTUS: Zoff, Gentile, Cabrini, (c) Furino, Brio, Scirea, Marocchino, Tardelli, Bettega R. (Fanna 83), Brady (Bonini 36), Virdis
A disposizione: Bodini, Osti, Prandelli
Allenatore: Giovanni Trapattoni
ARBITRO: Barbaresco
La squadra bianconera è riuscita a vincere per la prima volta sul campo dell'Avellino
Virdis segna, poi la Juventus si riposa
L'attaccante favorito da una bella finta di Bettega
I torinesi hanno risentito nella ripresa della fatica accumulata contro il Celtic
Proteste per un intervento in area di Cabrini
Brady sostituito per una contrattura alla fine del primo tempoDAL NOSTRO INVIATO AVELLINO — Un gol di Virdis al 18', a coronamento di una magnifica azione corale promossa dal cross di Cabrini e dall'astuta finta di Bettega, tre parate decisive di Zoff in un primo tempo in cui la classe superiore ha consentito alla Juventus di imporre il proprio gioco e di espugnare per la prima volta il «Partenio». L'uscita di Brady (36'), sostituito da Bonini, ha tolto di scena l'uomo ideale per amministrare il risultato e per promuovere il contropie- de. E cosi, nella ripresa, la Juventus ha rallentato il passo, come era prevedibile per il brusco salto di clima e le tossine del duro impegno sostenuto mercoledì a Glasgow.
Privo di Juary e con Chimenti neutralizzato dall'ottimo Brìo, l'Avellino non è più riuscito ad impensierire Zoff, anche se la carica da tergo di Cabrini (47') su Mario Piga aveva fatto gridare al rigore. Per Barbaresco, evidentemente, Cabrini aveva toccato il pallone prima di sbilanciare l'avversario, ma la decisione dell'arbitro è di quelle che faranno discutere. E molto.
E' stata quella l'unica vera grossa occasione costruita dall'Avellino nella seconda frazione, mentre la Juventus con le irresistibili discese di Marocchino (che però, a causa dello sforzo, perdeva lucidità e si smarriva negli ultimi metri) creava problemi a Tacconi e finiva per condurre in porto un risultato importante, che le consente di mantenere il comando della classifica.
Due punti che contano su un campo dove non sarà facile portarne via. A noi, nel complesso, la squadra di Trapattoni è piaciuta per 45 minuti, durante i quali il sincronismo negli automatismi, l'autorità con cui ha tenuto il campo, ha obbligato l'Avellino a subire, cercando conclusioni da fuori area, tranne quando Zoff ha ribattuto un tiro ravvicinato di Tagliaferri. Zoff ha offerto una prova superba, e, di fronte a lui, s'é visto un Brio sempre più sicuro anche se facilitato nel compito da Chimenti. Episodio del presunto rigore a parte. Cabrini è stato molto bravo sia nel frenare le iniziative di Piga sia nel proporre, con i suoi sganciamenti, traversoni insidiosi. Gentile era partito con il piede giusto contro un Facchini che è in possesso di un buon dribbling ma é poco concreto in area, poi è vistosamente calato alla distanza, scontando, forse più di altri, la faticosa trasferta scozzese. Sempre all'altezza delle sue possibilità il libero Scirea. Il centrocampo ha svolto un lavoro efficace. Tardelli s'è trovato a fronteggiare addirittura, uno dopo l'altro, ben quattro uomini (Redeghieri, Tagliaferri, Vignola e Ferrante) e dopo un avvio in leggera salita ha acquistato sicurezza, arginando e suggerendo, recitando la parte che avrebbe dovuto svolgere Brady che, prima di prodursi la contrattura, qualche bella combinazione l'aveva creata. Bonini s'è alternato su Tagliaferri e Vignola, ma con un passo meno appariscente, anche se ugualmente efficace, rispetto alla prova con il Celtic.
Furino ha contrastato efficacemente prima Vignola e poi Valente (subentrato al 13' a Redeghieri feritosi all'arcata sopracciliare destra in uno scontro con Bettega e suturato con tre punti), ma ha sbagliato qualche passaggio elementare. In avanti Virdis è stato prontissimo a sfruttare la palla-gol, ma non si è limitato a questo spunto felice dimostrando di essersi ormai inserito nella squadra. E Marocchino ha fatto dannare Ferrari, scodellando anche un comodo «assist» per Bettega che, ostacolato, ha fallito d'un soffio il raddoppio. Bettega, che ha giocato a mezzo servizio per una pubalgia che lo costringerà a saltare l'amichevole di mercoledì con la Bulgaria, s'è reso comunque utile con intuizioni intelligenti, pur non brillando. A 7 minuti dal termine ha ceduto il posto a Farina. Non è stata, in definitiva, una partita «sangue e arena» come aveva dichiarato Sibilia, ma neppure un derby interaziendale tra Fiat e Iveco (lo sponsor degli irpini) come l'aveva definito qualcuno alla vigilia. I 36 mila spettatori, senz'altro delusi per il risultato, hanno dovuto riconoscere che la Juventus ha mezzi tecnici contro i quali la generosità dell'Avellino non è bastata, rigore discusso a parte.
Bruno Bernardi
tratto da: La Stampa 21 settembre 1981